Pensioni in calo, crollo nella Pubblica amministrazione: la stretta del governo Meloni

Nessuna corsa alla pensione, non più: ecco cosa dicono chiaramente i dati registrati nel primo trimestre del 2024

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il sistema delle pensioni sta accusando un netto rallentamento. In tutto questo ha un evidente impatto anche lo scemare di quello che è stato l’effetto garantito da Quota 100. In termini statistici, lo sguardo è rivolto soprattutto al settore del pubblico impiego, che ha registrato la frenata maggiore a inizio 2024.

Pensioni 2024, le statistiche

Non si può più parlare di “corsa al pensionamento”, come fatto negli ultimi anni. Gli scenari sono nettamente differenti oggi, soprattutto per quanto concerne il pubblico impiego. Il 2024 ha registrato numeri molto chiari in merito, evidenziando un differente trend. L’Inps ha infatti proceduto a liquidare 187.223 nuove pensioni. Ciò rappresenta un calo del 16,16% rispetto allo stesso periodo nel 2023.

L’effetto di Quota 100 non è più così pressante come in precedenza, ovviamente, e poi c’è da tener conto dell’arrivo di Quota 103. Da gennaio a marzo 2024 ci sono stati 56.660 trattamenti anticipati, pari al 30% del totale, il che è uno dei dati forniti dall’Osservatorio dell’ente sul monitoraggio dei flussi di pensionamento.

Scopriamo da questo documento come l’importo medio delle nuove pensioni liquidate sia di 1.225 euro. Un’analisi ulteriore ci porta poi a sottolineare come la media degli assegni di vecchiaia sia ben inferiore a tale soglia, ovvero 888 euro. Differente invece il discorso per i pensionamenti anticipati, la cui media si attesta sui 2.017 euro.

Come prevedibile, inoltre, il gender gap sul fronte stipendi ha un impatto chiaro anche sul sistema pensionistico. Restando in ambito media, i nuovi trattamenti per le donne valgono 999 euro. Quelli per gli uomini, invece, 1.473 euro. Un considerevole 32% in meno che getta luce, qualora ce ne fosse bisogno, su un vero e proprio sistema (da combattere e correggere, non negare). Nel corso del 2023, inoltre, Opzione donna aveva registrato 11.514 pensionamenti. Le recenti restrizioni della legge di Bilancio, però, hanno portato a un crollo, con 1.276 pensionamenti in questi mesi.

Pubblica amministrazione, situazione pensioni

Scendendo nel dettaglio dell’analisi di questo 2024, nei primi tre mesi sono state erogate 72.829 pensioni di vecchiaia, 56.660 anticipate, 48.978 ai superstiti e 8.756 di invalidità. Ecco come sono stati suddivisi i 187.223 assegni liquidati.

Il settore privato, che vanta un importo d’assegno medio di 1.446 euro, ha visto liquidare 86.031 pensioni con decorrenza tra gennaio e marzo di quest’anno. Stando al monitoraggio, 57.332 riguardano invece il settore dei lavoratori autonomi, la cui media è di 867 euro.

Si è parlato di Pubblica amministrazione però per un motivo. A sorpresa, infatti, si è registrato un numero al ribasso notevole, pari a 18.905, con importo medio di 2.268 euro. A pesare soprattutto sono i trattamenti anticipati, che valgono più delle metà, con 10.287 e un importo medio che si attesta sui 2.483 euro.

Una sola categoria di pensionati è risultata in crescita nel 2024. Parliamo degli assegni sociali, con un importo medio di 497 euro mensili e un numero totale in tre mesi di 24.955. I dipendenti pubblici sono invece reticenti al pensionamento in questa fase. Un calo del 34,94% che non è passato inosservato.

La strategia del Governo

No, non è un caso che ciò stia avvenendo. È sotto gli occhi di tutti che il calo non è che la conferma della strategia politica del Governo di Giorgia Meloni. In estrema sintesi, minori uscite e maggiore occupazione over 50.

Le strette messe in campo, tra Quota 103 e Opzione donna, non faranno che ampliare l’effetto calo pensionistico nel corso dei prossimi mesi. Questo è un anno decisamente particolare per chi ambisce alla pensione. Quota 103, ad esempio, è estremamente meno conveniente, considerando le finestre e il ricalcolo dell’assegno interamente contributivo.