Quanto costano veramente le case a un euro in vendita nei borghi italiani

Le case a un euro esistono e possono essere effettivamente acquistate a un euro. Ciononostante ci sono una serie di spese collaterali che fanno arrivare a spendere anche più di 50.000 euro

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

In molti centri storici italiani, è possibile acquistare case con terrazzi e panorami mozzafiato, a pochi chilometri dal mare, vicino a laghi e boschi, al prezzo simbolico di 1 euro. Per i proprietari originari, si tratta di immobili di cui liberarsi per evitare le tasse sulle seconde case.

Per altri, invece, rappresentano un’opportunità straordinaria per un cambio di vita radicale. Queste “Case a 1 euro” sono parte di iniziative promosse da diversi comuni per combattere lo spopolamento dei borghi antichi, e il prezzo è più che un simbolo, e attira potenziali acquirenti da tutto il mondo.

Ma costano veramente un euro? Ovviamente no. Queste proprietà, spesso in condizioni fatiscenti, richiedono importanti lavori di ristrutturazione, oltre ai costi di proprietà e notarili, che rappresentano una spesa inevitabile per chiunque desideri avvalersi di questa opportunità.

Perché l’Italia mette in vendita case a un euro

Il concetto delle case a 1 euro è emerso come soluzione a un problema crescente in Italia. Con molti giovani italiani che si trasferiscono nelle città per lavoro, numerosi villaggi rurali idilliaci si trovano con popolazioni in diminuzione e un numero crescente di case abbandonate. Non è raro imbattersi in villaggi poco meno che disabitati, proprio a causa dello spostamento delle persone nelle città.

Gli anziani che non hanno eredi a cui lasciare le loro case spesso le donano alle autorità locali e ai comuni, che devono poi decidere cosa farne. Allo stesso modo, alcuni giovani ereditano proprietà in zone in cui non intendono trasferirsi. Di conseguenza, alcuni comuni in tutta Italia hanno optato per il programma della casa a un prezzo simbolico di un euro. Sembra un’offerta allettante, ma vediamo i dettagli più da vicino.

Come funziona il programma della casa a un euro

Circa 25 comuni italiani offrono case al prezzo simbolico di 1 euro. L’obiettivo è migliorare e ripopolare questi villaggi, attirando nuovi proprietari che investano nelle ristrutturazioni. Le autorità locali sperano che un afflusso di nuovi residenti stimoli l’economia locale, acquistando prodotti nei negozi locali, impiegando lavoratori del posto e contribuendo al turismo.

Attraverso una procedura pubblica, queste case vengono cedute a un prezzo simbolico di 1 euro, con l’obbligo per l’acquirente di ristrutturarle e renderle nuovamente abitabili. Questo progetto mira a rivitalizzare i borghi italiani contrastando il fenomeno dello spopolamento.

I costi nascosti delle case a un euro

Nonostante il prezzo di vendita sia simbolico e assolutamente basso, i costi effettivi sono ben più alti. L’acquirente deve affrontare spese fisse e variabili che non dipendono dalle condizioni o dalla dimensione della casa. Tra i costi principali ci sono le tasse immobiliari, le spese notarili e legali, e i costi di ristrutturazione. Le tasse immobiliari devono essere pagate indipendentemente dallo stato dell’immobile e, se si possiede già una casa in Italia, la nuova proprietà sarà considerata una seconda casa, con conseguenti ulteriori tasse.

Le case offerte attraverso questo programma spesso necessitano di importanti lavori di ristrutturazione. I costi di ristrutturazione possono variare tra i 20.000 e i 50.000 euro, a seconda delle dimensioni della proprietà. Inoltre, le spese legali per l’acquisto di una casa possono aggiungere fino a 3.000 euro.

I nuovi proprietari devono presentare un progetto di ristrutturazione entro 2-12 mesi dall’acquisto, iniziare i lavori entro un anno e completarli entro tre anni. Alcuni comuni richiedono anche un deposito di garanzia (da 1.000 a 10.000 euro) per assicurarsi che i nuovi proprietari siano seriamente intenzionati a ristrutturare la proprietà.

Il giornale Today, che si è occupato dei costi effettivi delle case a un euro, riporta l’esempio di Chiaromonte, in Basilicata, dove una piccola casa di 47 metri quadri con un terrazzo panoramico si trovava disponibile a 1 euro. La ristrutturazione richiedeva però un investimento significativo, offrendo comunque la possibilità di godere della tranquillità del borgo e delle sue tradizioni. A Cammarata, in Sicilia, un comune immerso nei boschi vicino a un lago, un immobile su tre livelli necessitava solo di manutenzione e aggiornamenti impiantistici, ma anche qui i costi complessivi avrebbero superato di gran lunga l’euro simbolico.

Per evitare costi imprevisti, è fondamentale essere ben informati prima di procedere all’acquisto. Alcuni siti che si occupano della vendita delle case suggeriscono di investire in consulenze commerciali, legali o edilizie per avere una chiara comprensione delle spese necessarie. Inoltre, visitare personalmente il luogo dove si intende acquistare la casa può aiutare a valutare meglio l’investimento e a evitare sorprese finanziarie.

Attenzione ai dettagli del bando

Non bisogna dimenticare di leggere attentamente i dettagli del bando e fare attenzione a tutte le clausole inserite. Le case in vendita richiedono interventi di manutenzione obbligatori in tempi stretti: un anno per presentare il progetto, due mesi per iniziare i lavori e tre anni per completarli. Spesso, i comuni danno priorità a chi esprime l’intenzione di trasferire la propria residenza nella nuova casa.

Nel dettaglio, chi acquista una casa a 1 euro deve rispettare alcuni impegni. È richiesta una polizza fideiussoria di 5.000 euro come garanzia, che viene rimborsata alla fine dei lavori di ristrutturazione. L’acquirente deve presentare un progetto di ristrutturazione entro un anno dall’acquisto, iniziare i lavori entro due mesi dall’ottenimento dei permessi e completarli entro tre anni.

In alcune località, come Cinquefrondi in Calabria, il deposito richiesto è di soli 250 euro annui fino al termine dei lavori, con una multa di circa 20.000 euro in caso di mancato rispetto degli obblighi. In altri borghi, come Laurenzana in Basilicata, non è richiesto alcun deposito, ma l’immobile viene restituito al proprietario originario se i lavori non vengono completati entro i termini stabiliti.

Cosa devono fare i compratori non italiani

Chi vive fuori dall’Unione Europea può comunque acquistare proprietà in Italia, ma come “non residente”, il che comporta tasse più elevate rispetto agli italiani e limita il tempo di permanenza a 180 giorni all’anno, con un massimo di 90 giorni ogni 180.

L’attrazione per le case a 1 euro non si limita agli americani. Anche gli inglesi, grazie a programmi come “Amanda & Alan’s Italian Job” della Bbc One, sono stati sedotti dall’idea di ristrutturare case in borghi italiani. Gli incentivi offerti dalle amministrazioni locali, come asili nido gratuiti e agevolazioni sui mutui per la prima casa, sono meno efficaci nel convincere gli italiani, che spesso preferiscono trasferirsi in paesi con regimi fiscali più favorevoli, magari per passare la pensione.