Con 235 milioni di euro per il turismo, l’Italia valorizza borghi e riserve naturali

Gli Accordi per la coesione sbloccano fondi per il turismo: l'obiettivo è valorizzare borghi, riserve naturali e aree meno turistiche

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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Con la firma dei primi sette Accordi per l’attuazione delle politiche di coesione con i ministeri e le Amministrazioni centrali, si apre una nuova fase nella gestione delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. E tra i settori che riceveranno nuovi fondi c’è quello del turismo, per cui verranno stanziati 235 milioni di euro, tra fondi Fsc e cofinanziamento nazionale.

Il piano rientra nel più ampio quadro della riforma della coesione territoriale che il governo Meloni sta portando avanti con l’obiettivo di rendere più efficiente l’utilizzo dei fondi europei e nazionali.

Dopo la firma dei 21 Accordi con le Regioni e le Province autonome, che hanno liberato oltre 45 miliardi di euro di risorse, ora si passa alla fase successiva: quella della collaborazione con i ministeri, chiamati a gestire progetti strategici in ambiti specifici.

Da dove arrivano i nuovi fondi per il turismo

Uno degli Accordi firmati, che coinvolge il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), mette a disposizione disposizione 200 milioni di euro dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, a cui si aggiungono 35 milioni di cofinanziamento nazionale, per un totale di 235 milioni di euro.

Queste risorse saranno dedicate alla realizzazione di interventi per valorizzare i siti turistici italiani, i borghi storici e le riserve naturali, con una particolare attenzione alle aree meno battute dai grandi flussi turistici internazionali.

Si tratta di un investimento pensato non solo per sostenere il comparto turistico, ma anche per stimolare la crescita dei territori interni e marginali, spesso penalizzati dalla carenza di infrastrutture e servizi.

Questi soldi saranno destinati seguendo le logiche di turismo sostenibile e di turismo di ritorno, volto ad attrarre viaggiatori verso le aree meno conosciute del Paese.

Gli interventi in programma con i fondi

Le risorse messe a disposizione dal governo saranno distribuite attraverso una serie di interventi che coinvolgeranno enti locali, operatori turistici, parchi naturali e realtà associative. I principali ambiti di utilizzo previsti comprendono:

  • la riqualificazione dei borghi storici e dei centri minori, con interventi di restauro, miglioramento dell’arredo urbano e potenziamento dei servizi di accoglienza;
  • la valorizzazione dei siti naturalistici e delle riserve, con percorsi di fruizione sostenibile, infrastrutture leggere e progetti di turismo esperienziale;
  • la digitalizzazione e promozione integrata del patrimonio turistico, attraverso piattaforme online, storytelling territoriale e strumenti di realtà aumentata;
  • formazione e sostegno alle imprese turistiche locali, per favorire l’occupazione, l’innovazione e la competitività delle PMI del settore;
  • collaborazioni internazionali per promuovere il turismo di ritorno attraverso le ambasciate e le reti consolari, creando sinergie tra promozione culturale e turistica.

Si tratta di una visione di lungo periodo che mira non solo a potenziare le infrastrutture, ma anche a rafforzare il legame tra turismo, cultura e coesione territoriale, valorizzando l’identità dei territori e la partecipazione delle comunità locali.

L’investimento da 235 milioni arriva in un momento importante per il settore turistico italiano, che dopo la ripresa post-pandemia sta affrontando nuove sfide.

Tra queste, la sostenibilità ambientale, la gestione dei flussi e la necessità di innovazione digitale. L’obiettivo dichiarato dal Governo è quello di trasformare la crescita turistica in uno sviluppo equilibrato, capace di generare valore diffuso e non solo concentrato in poche aree.

L’approccio integrato delle politiche di coesione punta proprio a questo: superare la frammentazione degli interventi e garantire una visione unitaria del turismo come leva di sviluppo territoriale, in grado di creare occupazione, infrastrutture e inclusione.