Il Nord-Est dell’Italia è l’area del Paese che risponde meglio alle esigenze delle fasce d’età dei più giovani e degli anziani. È quanto emerge dalle classifiche degli indici generazionali del Sole 24 Ore, presentati al Festival dell’Economia di Trento. Questi indici misurano la qualità della vita per le fasce d’età più fragili e sensibili ai cambiamenti sociali.
Le province della parte nordorientale dell’Italia dominano in particolare la classifica degli over 65, con Bolzano e Trento che si prendono due dei tre gradini del podio. Sul fondo della classifica invece ci sono esclusivamente province della Calabria e della Sicilia. La divisione tra Nord e Sud è confermata, senza eccezioni, anche nelle altre fasce d’età.
Le migliori province per gli over 65
La classifica delle migliori province italiane per gli over 65 viene costruita attraverso 15 diversi parametri. Molti riguardano la salute, dai consumi di vari medicinali alla speranza di vita. Altri analizzano i servizi, dai posti letto nelle Rsa alle biblioteche. Infine, alcuni indici misurano le condizioni economiche degli anziani, principalmente attraverso delle pensioni.
La classifica delle prime 10 province per punteggio generale risulta quindi essere:
- Bolzano;
- Treviso;
- Trento;
- Como;
- Cremona;
- Verona;
- Vicenza;
- Lodi;
- Parma;
- Aosta.
Bolzano eccelle soprattutto per la disponibilità dei servizi medici e assistenziali, e risulta prima per la spesa sociale. Treviso ha la rete più capillare di servizi sociali comunali, Trento la speranza di vita più alta, Como il maggior numero di orti urbani.
Allargando lo sguardo, si nota come quasi tutte le 20 province con il punteggio più alto, con l’eccezione di Aosta, siano confinanti e si trovino tra Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, sconfinando in Emilia-Romagna con la sola Parma.
Dove vivono meglio i bambini in Italia
La classifica delle migliori province per servizi dedicati ai bambini considera parametri nettamente diversi. Per gli abitanti da 0 a 14 anni, si considera prima di tutto il tasso di fecondità. Si dedica poi ampio spazio alla qualità, alla quantità e al prezzo dei servizi per bambini, dalla scuola allo sport fino al tempo libero, per poi considerare altri dati come il numero di reati a danno dei minori.
La graduatoria che ne deriva è più eterogenea di quella degli over 65:
- Lecco
- Siena
- Aosta
- Trento
- Firenze
- Sondrio
- Trieste
- Udine
- L’Aquila
- Vicenza
La capolista Lecco eccelle per servizi sportivi, per il basso numero di delitti denunciati e per le competenze raggiunte dagli alunni delle scuole. Siena si distingue per il numero di pediatri, Aosta per la diffusione delle mense scolastiche, Trento per spesa sociale.
Anche se le province del Nord rimangono quelle maggiormente rappresentate nella parte alta della classifica, si possono notare anche diverse zone del Centro Italia, con la presenza anche di una provincia del Sud.
Le province con più opportunità per i giovani
Completa la ricerca la sezione sui giovani, le persone tra i 18 e i 35 anni. Qui i parametri cambiano radicalmente. Trattandosi dell’unica porzione di popolazione attiva considerata dai dati, le opportunità di lavoro e i dati che le indicano assumono un’importanza molto maggiore rispetto ad altri parametri. La salute va in secondo piano, mentre diventa più centrale il tempo libero.
Il risultato è una classifica che premia soprattutto le aree più attive dal punto di vista economico e culturale:
- Gorizia
- Bolzano
- Cuneo
- Trieste
- Ferrara
- Cremona
- Trento
- Forlì-Cesena
- Ravenna
- Vercelli.
Gorizia si prende la vetta mantenendo punteggi medio alti in quasi ogni indice ed eccellendo nell’età in cui le madri hanno il primo figlio, nell’accessibilità ai contratti a tempo indeterminato e negli spettacoli culturali. A Bolzano la disoccupazione giovanile è la più bassa d’Italia (3,7%), i giovani sono soddisfatti del loro lavoro e ci sono più matrimoni per abitante.
Torna a essere evidente in questa classifica il raggruppamento al Nord delle province considerate più vivibili per i giovani, con l’eccezione di Agrigento e Vibo Valentia, che riescono a ottenere un piazzamento nella top 20 soprattutto grazie a indici legati a nascite e matrimoni, ma anche grazie a una migliore sicurezza stradale.
La divisione tra Nord e Sud e tra province e città
Rimane evidente, in tutte le classifiche, l’arretratezza in molti ambiti di buona parte delle province del Sud. Delle ultime 20 posizioni per ognuno dei tre indici, buona parte sono occupate da province meridionali. Sono 19 su 20 per i bambini, 15 su 20 per i giovani e 10 su 20 per gli anziani.
Pesa la mancanza di lavoro, con stipendi più bassi che non garantiscono una qualità della vita adeguata. Ma è soprattutto l’accessibilità e la qualità dei servizi a lasciare indietro il meridione rispetto al resto del Paese.
Come è stato possibile notare, queste classifiche, in particolare quella relativa ai giovani, puniscono le grandi città, che non appaiono in nessuna delle prime posizioni. Particolarmente eclatante il caso di Roma, che per qualità della vita delle persone tra i 18 e 35 è ultima. Anche Napoli e Milano, rispettivamente al 104° e al 101° posto, ottengono un risultato pessimo.
La ragione sta nell’importanza che questo indice dà agli affitti e alla possibilità per i giovani di potersi permettere una casa in cui vivere. Le città hanno costi molto più alti rispetto alle province e l’estensione delle città metropolitane, che ricoprono un territorio quasi del tutto urbanizzato, le penalizza a livello statistico.
Il declino demografico dell’Italia
La ricerca sulla qualità della vita per fasce d’età del Sole 24 Ore presenta anche alcune previsioni sul prossimo futuro, individuando i trend che stanno attraversando le generazioni più giovani e quelle più anziane. Su tutti, quello che emerge maggiormente è il progressivo invecchiamento della popolazione.
Gli anziani aumenteranno del 18% in 10 anni mentre il numero di bambini crollerà di un ulteriore 15%, nonostante il superamento dell’eco della metà degli anni ’90, che dovrebbe far aumentare il numero di donne in età fertile nel prossimo decennio e, di conseguenza, quello dei nuovi nati.
Il trend più preoccupante per i bambini è l’aumento della percentuale di alunni con competenze alfabetiche non adeguate, che potrebbe raggiungere, entro 10 anni, il 40% del totale. Per i giovani sono i progetti di vita a essere diventati sempre più difficili, con l’età media del primo figlio che si alza a 32,6 anni ed è destinata a crescere ulteriormente.
Tra gli over 65 infine sta crescendo la speranza di vita, che a 65 anni oltrepassa ormai i 21 anni, portando la media dei decessi oltre gli 85 anni. Aumentano però anche alcuni indici allarmanti, come l’utilizzo di psicofarmaci e di farmaci per malattie croniche.