Marcus Menniti è un giovane stilista emergente classe 1996 di origine italo/svedesi, nato in Svezia sin da piccolo si trasferisce in Italia a Roma, sarà la nonna calabrese e sarta nonché creatrice di abiti da sposa ad ispirare il giovane Marcus, ma la passione più grande è il calcio, sin da piccolo il giovane Menniti tenterà di costruirsi una carriera in questo settore, grazie a questo sport vincerà una borsa di studio negli Stati Uniti, oltre allo sport non perderà di vista gli studi e si si laureerà in psicologia e conseguirà due master importanti il primo in comunicazione, l’altro in entrepreneurship, un infortunio purtroppo metterà fine al sogno calcistico di Marcus che non si farà certo cogliere dallo sconforto, spingendolo a cambiare direzione alla ricerca di un nuovo sogno da realizzare.
Sarà il suo nuovo percorso professionale da modello sulle passerelle più importanti ad avvicinare il giovane Marcus al segmento moda, lì le sue origini calabresi e l’ispirazione di una nonna sarta che disegnava e realizzava abiti da sposa lo porteranno ad approfondire l’argomento, la sua intraprendenza e la sua curiosità aggiunta ad una buona dose di voglia di scoprire come si realizza un abito, come lo si pensa e come lo si costruisce lo spingeranno a studiare i tessuti, le forme e tutto quello che serve per poter dar vita ad una collezione, scoprirà la creatività attraverso l’approfondimento del settore e lo studio di uno stilista calabrese che ha cambiato le regole nel mondo della moda “Gianni Versace” che diventerà per Marcus la più grande fonte d’ispirazione, al punto da spingerlo a dedicare al genio creativo la sua prima collezione moda.
In pochi, ma intensi anni divisi tra Stati Uniti e Italia la visione di Marcus si arricchirà di nuove espressioni creative e spunti davvero interessanti, parteciperà con successo alla sfilata collettiva di “Emerging Talents” a Milano e l’anno successivo sfilerà con la sua collezione uomo e donna sulla passerella dei “Bagni Alpemare” di Forte dei Marmi” di proprietà del grande artista “ Andrea Bocelli”.
In attesa di scoprire la sua prossima collezione, QF Lifestyle ha intercettato Marcus durante l’appena conclusa Fashion Week di Milano, per farci raccontare qualcosa in più della sua visione creativa e del suo brand.
Quando hai capito che la moda sarebbe diventata la tua professione?
Ho iniziato la mia carriera come modello e questa esperienza mi ha permesso di entrare nel mondo della moda dalla porta principale, li ho cominciato a interessarmi sul cosa ci fosse dietro ad un abito, ho studiato le forme, le proporzioni, il disegno e i tessuti, poi nel 2021 ho disegnato la mia prima collezione, li ho capito che la moda sarebbe stata il mio futuro, consapevolezza confermata dopo la mia prima sfilata all’evento “Emerging Talents” a Milano nello stesso anno, la moda è comunque stata sempre parte integrante del mio ancora breve percorso professionale perché in famiglia avevo una nonna che disegnava abiti da sposa in Calabria a Roma e in Argentina, il suo lavoro mi ha sempre incuriosito e affascinato.
Italia e Stati Uniti come viene vissuta la moda in questi 2 paesi? Differenze?
Due visioni molto differenti, innanzitutto gli Stati Uniti sono un paese molto grande con tante persone di varie culture e provenienza quindi diventa difficile racchiudere e omologarle tutte sotto un unico ombrello, in generale in questo paese si da priorità al confort, per questo popolo è una priorità. Negli Stati Uniti ci sono meno pregiudizi, le persone non hanno paura di osare nell’esprimersi nel vestire, in Italia c’è una cultura più profonda del vestirsi bene e una voglia di esprimersi attraverso il proprio look, c’è un’attenzione spasmodica al dettaglio, cosa che rende lo stile italiano unico nel suo genere.
Hai uno stilista che è stato per te un’icona vogliamo parlarne?
Essendo calabrese ed avendo vissuto in Florida non posso non dire Gianni Versace, per le sue creazioni, la sua scuola di pensiero, la personale visione della moda e del mondo in generale, le sue collezioni e il suo straordinario talento hanno fatto la storia della moda italiana e mondiale, era anche un uomo carismatico, una persona con sani valori e un forte legame con la sua terra d’origine che poi è anche la mia.
Quali sono i punti di forza di Marcus Menniti?
Direi la creatività e la testardaggine, una forte motivazione e un pizzico di pazzia che non guasta mai, osservo le cose attraverso una lente globale, che mi permette di vedere ogni minima sfumatura, parlo 5 lingue e questo non trascurabile dettaglio mi permette di cogliere tutte le energie creative che una società o un luogo possono offrire.
Quale è il capo maschile che secondo te non dovrebbe mai mancare nell’armadio di un uomo?
Direi la camicia, una per ogni occasione, questo capo può essere never too much, never to little adatta a qualsiasi occasione, camice colorate, con stampe o con applicazioni, oppure le classiche Oxford bianche o azzurre, con colletti e polsini di ogni forma e dimensione.
Quali sono i tessuti con cui ami lavorare?
Amo sperimentare sempre nuovi tessuti, sono attratto dalle nuove combinazioni, se devo fare dei nomi direi sicuramente la seta e il velluto, sono due tessuti che amo particolarmente.
Da cosa prendi spunto per disegnare la tua collezione?
Le mie collezioni sono basate e pensate su sinergie e contrasti che partono dal passato e si proiettano verso il futuro, amo il patrimonio culturale italiano reinterpretato attraverso una chiave di lettura contemporanea e internazionale, il viaggio e i luoghi sono per me una grandissima fonte d’ispirazione.
Le tue collezioni sia maschili che femminili sono molto colorate, quanto è importante il colore per te?
Il colore è molto importante per il mio modo d’interpretare la moda, lavoro molto a livello psicologico e sfrutto altrettanto le mie percezioni, colore e texture sono la chiave della comunicazione, sono lo strumento primario per portare un messaggio che racconti lo spirito della collezione, delle creazioni e dei sentimenti.
Hai presentato 3 abiti in un museo di Tampa in Florida, ne vogliamo parlare?
Si, per un evento organizzato dal Consolato Generale Italiano di Miami, per il lancio di ISSNAF-SE tenutosi presso il Tampa “Museum of Art”, ho presentato 3 abiti ispirati alla dieta mediterranea, uno al limone, uno all’olio e l’ultimo al vino, tre eccellenze del nostro territorio e del Made in Italy, un’esperienza importante che mi ha permesso di farmi conoscere all’estero.
Hai disegnato per squadre sportive, ma le tue collezioni sono da Pret-à-Porter ci spieghi questa duplice connotazione del tuo stile?
Si sono un grande appassionato di calcio e dello sport in generale, il connubio sport e fashion mi affascina tanto. specialmente creare capi che non sono stati creati prima nel mondo dello sport, realizzare capi che non solo vengono portati dai tifosi, ma che diventano pezzi da collezionismo a livello globale. Mi affascina poter raccontare una squadra tramite la mia visione creativa che si tramuta in un abito oppure in altro, che sia nel settore dello sport oppure nel fashion non ha importanza.
Ti vedremo un giorno alla Milano Fashion Week oppure punti su NY?
Si sicuramente alla Milano Fashion Week, per l’America abbiamo un altro piano e modello di approccio per il momento, direi che faremo un passo alla volta senza voli pindarici, l’importante è fare le cose bene e rispettare i tempi, d’altronde sono 2 mercati diversi che vanno curati ognuno in modo personale.
La tua parte creativa nasce dal tuo essere italiano, oppure è un mix con l’altra metà svedese?
Nasce dal mio essere italiano. ma ci sono spunti del mio lato svedese, infatti la mia nuova collezione sarà italo/svedese, una collezione che esprime nel suo essere una sinergia tra la moda italiana e l’interior design tipico della Svezia, ho fatto delle contaminazioni il mio punto di forza.
Chi è l’uomo a cui ti rivolgi?
Un uomo giovane in carriera, che cerca di esprimere il suo lato estroverso in maniera sublime, elegante ma non troppo esuberante, un uomo che ama viaggiare, curioso e con stile che pratica sport.