Arriva la fascetta anticontraffazione sul di prosecco DOC: cos’è e come riconoscerla

Arriva la nuova fascetta di Stato applicata alle bottiglie di Prosecco DOC. Il sigillo anticontraffazione prevede il Tricolore e un QR code

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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È stata applicata la nuova fascetta di Stato sulle prime bottiglie di Prosecco DOC. Prodotta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, è progettata come uno strumento anticontraffazione e di tracciabilità. L’evento di lancio, avvenuto al Museo della Zecca a Roma, ha visto la partecipazione di istituzioni e rappresentanti della filiera e ha segnato l’avvio di una sperimentazione che potrebbe estendersi ad altri vini DOP e DOCG.

Che cosa è la “fascetta di Stato” anticontraffazione

La fascetta di Stato è una sorta di sigillo anti frode, che verrà applicata sul collo delle bottiglie Prosecco DOC come garanzia di tracciabilità, certificando l’autenticità del vino e l’alta qualità. È un contrassegno fisico, adesivo, creato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e impossibile da falsificare. Ha la forma di una striscia con il tricolore e ricalca lo stemma della Repubblica, immediatamente riconoscibile.

La parte più importante è il QR code che, se scansionato con lo smartphone, permette al consumatore di accedere a tutte le informazioni ufficiali per tracciare l’origine del vino e verificarne la certificazione.

Perché è importante per l’economia del vino

Il Prosecco è il vino più esportato al mondo. La sua popolarità globale lo ha reso il prodotto di punta del Made in Italy, con milioni di bottiglie vendute ogni anno e un valore generato che sostiene migliaia di aziende, dalla vigna all’imbottigliamento.

Proprio per questo motivo è uno dei prodotti più esposti al rischio di contraffazione. Ed è qui che interviene la fascetta di Stato, come strumento di difesa avanzato.

I vantaggi sul piano economico e reputazionale sono immediati:

  • per i produttori, la fascetta rafforza la difesa della denominazione e della qualità;
  • per il consumatore offre maggiore trasparenza e la possibilità di verificare l’autenticità del prodotto prima dell’acquisto;
  • sul piano internazionale, un contrassegno riconoscibile aiuta a contrastare le imitazioni che erodono quote di mercato.

Come funziona nella pratica

Le prime fascette saranno applicate a bottiglie speciali di Prosecco DOC. Tra queste, ci sono quelle legate alla partecipazione italiana ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, ma l’intenzione è di estendere il contrassegno ai vini DOCG e DOC in modo più ampio.

Fonti del settore parlano di centinaia di milioni di pezzi che, a regime, potrebbero essere interessati.

Va ricordato, comunque, che non si tratta dell’unica iniziativa. Altre regioni e denominazioni avevano già avviato piani per la fascetta o per sistemi di etichettatura sicura (ad esempio in Emilia alcuni vini IGT erano destinati a misure di contrassegno in date precedenti).

C’è infatti già una tendenza nazionale a rafforzare gli strumenti di tutela nei confronti dei prodotti Made in Italy. Soprattutto tra quelli enogastronomici, che spingono le esportazioni e l’economia.

Tuttavia l’efficacia dipenderà dalla capillarità dell’applicazione (quante bottiglie saranno effettivamente contrassegnate) e dalla facilità con cui consumatori e retailer useranno e controlleranno il QR code.

In assenza di controlli efficaci lungo la filiera, la semplice presenza di una fascetta non basterà.  Perché l’iniziativa raggiunga il suo potenziale servono infatti continuità nei monitoraggi e cooperazione tra Stato, consorzi, produttori e distributori.

Se questi pezzi combaceranno, il risultato potrà tradursi in più fiducia per il consumatore e più valore reale per il territorio.