Classifica del cibo made in Italy di qualità, il Grana batte il Parmigiano

I dati del Rapporto Ismea-Qualivita 2024 analizzano l'andamento dell'agroalimentare Dop e Igp, un settore da oltre 20 miliardi che dà lavoro a 850.000 persone

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 2 Dicembre 2024 16:06

Nonostante il susseguirsi di crisi e sfide a livello internazionale, la Dop economy italiana si conferma un pilastro dell’economia con una produzione da 20,2 miliardi euro nel 2023 e una crescita su base annua del +0,2%. Nell’ultimo decennio, il comparto agroalimentare e vitivinicolo a indicazione geografica vanta una crescita pari al +52%, per un contributo del 19% al fatturato complessivo del food made in Italy. Il settore coinvolge 317 consorzi di tutela e oltre 194.000 imprese, generando occupazione per quasi 850.000 lavoratori, di cui il 60% nella fase agricola.

Sono i numeri che emergono dal XXII Rapporto Ismea-Qualivita 2024 che analizza i dati economici e produttivi del settore agroalimentare Dop e Igp.

Il Grana Padano supera il Parmigiano Reggiano

Il 2023 ha visto un significativo cambio di passo nella competizione tra i due pilastri del settore caseario italiano: Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Dopo decenni di dominio del Parmigiano, già incrinato nel 2022 da un quasi pareggio (1,734 miliardi contro 1,720 miliardi di euro), l’ultimo anno ha segnato il sorpasso del Grana Padano, che ha raggiunto un valore della produzione di 1,885 miliardi di euro (+8,8%), contro 1,599 miliardi del Parmigiano Reggiano (-7%).

Le ragioni di questo successo vanno ricercate nell’aumento della produzione del Grana Padano (+4,7% nel 2023) e in una politica di prezzo più competitiva: il Grana ha registrato un incremento del 4,7% nei listini all’ingrosso (8,90 euro al kg), mentre il Parmigiano ha subito un calo del -4,13% (10,10 euro al kg).

Export in crescita in Europa

Le esportazioni dei prodotti Dop e Igp si confermano un motore trainante per il Made in Italy con un valore di 11,6 miliardi di euro. Tuttavia, il dato è in leggero calo (-0,1%) rispetto al 2022, principalmente a causa di una contrazione nei Paesi extra-Ue (-4,6%).

Al contrario, l’export verso i mercati europei ha registrato un incremento del 5,3%, compensando in parte il rallentamento altrove. Gli Stati Uniti si confermano la prima destinazione, assorbendo da soli il 21% delle esportazioni. Occorrerà attendere per vedere come i dazi annunciati da Donald Trump andranno ad alterare tali equilibri.

Top 10 del Made in Italy

Grana Padano e Parmigiano Reggiano restano saldamente al vertice dei prodotti Dop italiani per valore della produzione. Seguono il Prosciutto di Parma (951 milioni di euro, +2%), la Mozzarella di bufala campana (528 milioni, +5,1%), e il Pecorino romano, che brilla con un +30,8%, raggiungendo i 494 milioni di euro. Bene anche il Gorgonzola (+12,1%) e il Prosciutto San Daniele (+5,4%), mentre l’Aceto balsamico di Modena registra un calo del -8,1%. Seguono la Mortadella Bologna Igp (+3,6%) e la Pasta di Gragnano Igp (+2%).

Prodotto Valore produzione Variazione
1 Grana Padano 1,885 miliardi +8,8%
2 Parmigiano Reggiano 1,599 miliardi -7%
3 Prosciutto di Parma 951 milioni +2%
4 Mozzarella di bufala campana 528 milioni +5,1%
5 Pecorino romano 494 milioni +30,8%
6 Gorgonzola 430 milioni +12,1%
7 Prosciutto San Daniele 385 milioni +5,4%
8 Aceto balsamico di Modena 350 milioni -8,1%
9 Mortadella Bologna Igp 339 milioni +3,6%
10 Pasta di Gragnano Igp 273 milioni +2%

Il ruolo della Gdo

La Gdo (Grande distribuzione organizzata) ha contribuito significativamente al successo dei prodotti Dop e Igp, con una spesa di 5,9 miliardi di euro nel 2023 (+7,2%). Particolarmente rilevante il ruolo dei discount, che nel 2024 hanno superato il 18% di quota di mercato. Cresce anche l’utilizzo di promozioni, una strategia sempre più necessaria per sostenere i volumi di vendita in un contesto di aumento dei prezzi.

Il vino rallenta, ma tiene l’export

Se il settore cibo ha registrato una crescita del +3,5% nel 2023, raggiungendo un valore di 9,17 miliardi di euro, il vino Dop e Igp ha vissuto una lieve frenata: la quantità imbottigliata è calata del -0,7%, con un valore sceso a 11 miliardi di euro (-2,3%).

Tuttavia, l’export ha tenuto, totalizzando 6,89 miliardi di euro, una sostanziale stabilità dopo il +10% del 2022.

Sud e Isole trainano

Dal punto di vista territoriale, il rapporto fotografa una Dop economy in espansione nelle regioni del Sud e delle Isole (+4%), con Sardegna e Abruzzo in evidenza. Il Nord-Ovest continua a crescere, mentre il Nord-Est registra risultati stabili. Peggiora il Centro, dove la Toscana segna un -5,5%.