Per gli italiani quella del primo marzo del 2002 è stata una data storica. È in quel giorno infatti che la lira viene definitivamente mandata in pensione.
Dopo l’introduzione dell’euro nel giorno di capodanno del 2002 e due mesi di “convivenza”, il primo marzo di vent’anni fa avvenne il definitivo switch tra le due monete. La lira sparì definitivamente dalla circolazione e gli italiani si trovarono a fare i conti con la nuova valuta europea. Chi c’era, si ricorda bene i cittadini di tutte le età alle prese con le calcolatrici per definire il costo dei prodotti in base al cambio, fissato a 1 euro per 1936,27 lire italiane.
Ma come sono cambiati i prezzi nel corso del tempo?
Le analisi pubblicate da ISTAT ci permettono di vedere l’evoluzione del prezzo di alcuni dei prodotti di uso comune – dal pane alla pasta, passando per le uova – dagli anni del boom economico a oggi. I dati si riferiscono al prezzo medio al consumo in euro correnti.
Nel 1971, ad esempio, un chilo di pane costava 0,09813€: quarant’anni dopo, nel 2010, il valore è cresciuto fino a 2,69€. Un altro prodotto fondamentale nella cucina degli italiani, la pasta, è passato da 0,13066€ nel 1971 a 1,57€ nel 2010. E ancora, se prendiamo il prezzo di un uovo, questo costava in media 0,2066€ negli anni del boom economico mentre il prezzo nel 2010 è pari a 22 centesimi di euro. Il caffè tostato in chili nel 1971 costava – sempre considerando euro correnti – qualcosa come 1,20128 euro mentre a distanza di quarant’anni, nel 2010, il prezzo è salito a 9,67 euro al chilo.
I prezzi aumentano ma i salari no
Ma come sono cambiati i prezzi nel corso del tempo? E soprattutto: sono cambiati anche i salari?
Prendendo come riferimento il costo di un caffè, si può vedere in maniera chiara come vi sia stato un forte aumento dei prezzi. Secondo Altroconsumo nel 2001 un caffè al bar in media costava 0,46 euro (tenendo conto del cambio) e per la combinata “pizza e bibita” si spendeva qualcosa come 5,50 euro.
Nel 2022 i prezzi sono completamente diversi. Per molti degli ultimi anni gli italiani spendevano infatti 1€ per il caffè. Con un aumento quindi di oltre il 100%. A causa dell’inflazione, e in questi giorni anche a causa della guerra tra Russia e Ucraina, nel breve periodo il prezzo del caffè potrebbe arrivare in media addirittura a 1,50€ a tazzina. Anche il prezzo del grano, e quindi anche della pasta, potrebbe subire forti aumenti visto che in un solo giorno il costo del grano è salito del 5%.
Se i prezzi sono aumentati, lo stesso non è invece successo ai salari. Nel 2020 il salario medio in Italia è stato infatti pari a 37.769 dollari (valuta di riferimento utilizzata da OECD). Poco più di 33mila euro in un anno. Nel 1990 questo era invece pari a 38.893 dollari all’anno. Dopo trent’anni, il salario medio di un italiano è quindi inferiore di oltre mille dollari.