È già caro caffè, perché una tazzina potrebbe costare anche 2 euro

Il prezzo medio al bar per una tazzina di caffè è arrivato a sfiorare 1,20 euro. I rincari si sono registrati un po' in tutta Italia: i motivi

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Le avverse condizioni meteo in Brasile, unite alla volatilità del cambio euro-dollaro, stanno gettando un’ombra sempre più cupa sulle abitudini mattutine degli italiani, in particolare sulla sacra tazzina di caffè. L’allarme è lanciato dagli importatori e torrefattori del settore, che segnalano un’imminente escalation dei prezzi che potrebbe portare il costo medio di un espresso a sfiorare quota 2 euro.

Quotazioni del caffè raddoppiate: i motivi

Secondo quanto riportato dall’Associazione Nazionale Torrefattori, Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari (Altoga), le quotazioni del caffè Robusta sono praticamente raddoppiate negli ultimi sei mesi, registrando un rialzo del 90%, mentre quelle della varietà Arabica sono aumentate del 55%.

Le cause di questa impennata sono molteplici: dalla contrazione dell’offerta vietnamita alle avverse condizioni meteorologiche in Brasile, fino al tasso di cambio sfavorevole tra euro e dollaro.

Infine, problemi geopolitici e di sicurezza hanno portato molti trasportatori a evitare il passaggio nel Mar Rosso. Questo ha comportato un aumento dei tempi e dei costi di percorrenza per le rotte alternative, incidendo ulteriormente sui costi di importazione del caffè.

Insieme, questi fattori hanno contribuito a un aumento dei costi di importazione del caffè fino al 50% in più rispetto a sei mesi fa. Gli effetti di questa impennata dei prezzi si ripercuotono su consumatori, distributori e produttori, creando un contesto di incertezza e adattamento nel mercato globale del caffè.

Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ha espresso preoccupazione per l’eventualità di ulteriori incrementi dei prezzi, sottolineando che anche un lieve aumento avrebbe un impatto significativo sulle tasche dei consumatori, considerando che in Italia vengono serviti circa 6 miliardi di caffè all’anno nei locali pubblici, con un giro d’affari stimato intorno ai 7 miliardi di euro annui:

“Temiamo che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare nelle prossime settimane a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar  sia per il caffè in polvere venduto nei supermercati. Anche pochi centesimi di aumento determinerebbero una stangata sulle tasche dei consumatori, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno per un giro d’affari dell’espresso pari a circa 7 miliardi di euro annui”.

Le città più care dove prendere il caffè

Secondo i dati dell’Associazione Utenti Consumatori (Assoutenti), il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è salito a 1,18 euro nelle principali città italiane. Un aumento significativo rispetto ai 1,03 euro registrati solo tre anni fa, nel 2021, che rappresenta un incremento del 14,9%.

Analizzando i dati delle principali città, emerge che Bolzano detiene il primato del caffè più caro al bar, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento con 1,31 euro. Al contrario, Catanzaro risulta essere la città più economica, con una media di 0,99 euro a tazzina.

Bolzano è seguita da Trento, dove sono stati registrati rincari del 15,9%. Anche città come Pescara e Palermo hanno visto un notevole incremento, rispettivamente del 28,0% e del 21,4%. Al contrario, Aosta ha registrato la più bassa variazione, con un modesto aumento del 2,9%. La media nazionale mostra un incremento del 14,9%, indicando un trend generale di rialzo dei prezzi del caffè in Italia durante il periodo considerato.

La situazione è particolarmente critica in alcune province, come Pescara e Bari, dove i rincari registrati superano il 24%.