Stipendi bassi in aumento: i nuovi importi nella busta paga 2023

Le prossime buste paga vedranno crescere gli importi grazie alla misura prevista in manovra: le cifre dei prossimi stipendi degli italiani

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il 2023 si apre con grandi novità in chiave economica per gli italiani, che dopo un 2022 iniziato male e concluso ancor peggio col caro vita e l’inflazione si presenta come un anno nel quale si proverà a riprendere il fiato. Dopo l’annus horribilis appena archiviato, con la crisi causata dallo scoppio della guerra in Ucraina che ha portato i prezzi di energia, gas, carburanti e beni di prima necessità a schizzare alle stelle, quello appena iniziato sarà quello degli stipendi più alti grazie a una delle misure introdotte in manovra dal governo Meloni.

Parliamo del taglio del cuneo fiscale che, con l’arrivo del 2023, verrà attuato sugli stipendi degli italiani. A sentirne l’effetto, fin da subito, saranno i lavoratori dipendenti con gli stipendi più bassi e la novità farà sorridere già a partire dalla busta paga delle prestazioni lavorative svolte nel mese di gennaio.

Stipendi bassi in aumento, le nuove cifre

Il governo di Giorgia Meloni si è tanto impegnato per raggiungere il tanto ambito taglio del cuneo, con la premier che sin dai primi giorni del suo esecutivo ha fatto di tutto per renderlo effettivo quanto prima. Il taglio del cuneo, ovvero della differenza fra il costo totale sostenuto dal datore di lavoro e la paga netta percepita dai lavoratori dipendenti, è stato quindi inserito nella legge di bilancio e gli italiani ne cominceranno a sentire l’effetto sin da subito.

Partendo dalla solida base lasciata dal precedente governo Draghi, l’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia ha deciso di confermare il taglio al 2%, ma ha anche messo mano alla misura ampliandola ed estendendola addirittura dell’1% per determinati redditi. Se infatti per i redditi fino a 35.000 euro lordi è stato confermato il 2%, per quelli fino a 25.000 si parla dello step successivo.

L’effetto? Calcolatrice alla mano è facile fare i conti in tasca agli italiani che, già dal prossimo stipendio, troveranno in busta paga qualche euro in più. Partendo dai lavoratori con redditi fino a 10.000 euro lordi all’anno, infatti, l’incremento sarà in totale tra i 19 e i 20 euro al mese, frutto della conferma del taglio al 2% (13 euro circa) al quale si aggiunge l’1% di ulteriore sforbiciata (6 euro). In totale, quindi, saranno circa 231 euro in più all’anno.

Chi guadagna fino a 15.000 euro lordi all’anno, invece, il salario sarà più corposo. Ben 29 euro in più al mese, 346 in più a fine anno rispetto al 2022, frutto della somma dei 19 euro del “taglio Draghi” e dei 10 di quello Meloni.

Salendo di step, invece, chi ha retribuzione lorda di 20.000 euro ha la conferma del taglio del 2% che vale poco meno di 22 euro, più i quasi 11 euro dell’ulteriore sforbiciata. Il dipendente avrà così 33 euro in più al mese, per un totale annuo di circa 395 euro. Poco cambia per i redditi tra i 25.000 e i 35.000 euro lordi annui, con l’incremento che sarà uguale al 2022.

Non solo aumenti, c’è un bonus in più

Aumenti in busta paga, seppur minimi, che comunque faranno piacere agli italiani che a gennaio potranno sorridere ancor di più. Infatti il prossimo stipendio oltre a contenere l’incremento grazie al taglio del cuneo fiscale potrà contare anche su un altro bonus.

Ai più attenti, infatti, non sarà sfuggito che il 1° gennaio 2023 è caduto di domenica. Secondo gli accordi contrattuali, essendo il 1° gennaio una festività ed essendo caduta di domenica, quest’ultima rientrerà nella prossima busta paga come festività non goduta e quindi andrà a far lievitare gli stipendi. I criteri su quanto debba essere l’importo sono stabiliti dai contratti collettivi di riferimento, ma solitamente per gli impiegati e i lavoratori con stipendio mensile, si parla di circa 1/26 della retribuzione totale. L’incremento non sarà quindi eclatante, ma permetterà di ricevere comunque una busta paga di gennaio un po’ più alta rispetto al solito