Quanti sono i dipendenti pubblici in Italia?

Il mondo della PA rappresenta da sempre un porto sicuro per chi ambisce ad un lavoro stabile. I numeri dei dipendenti pubblici in Italia nel report Istat più aggiornato.

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Partiamo dalla definizione. I dipendenti pubblici sono coloro che, dopo essere stati assunti con regolare contratto di lavoro, prestano servizio presso un ufficio della PA. Con un po’ più di dettaglio, tali lavoratori sono coloro che hanno un impiego presso enti governativi o istituzioni pubbliche, sia a livello statale che locale.

Sanità, istruzione, trasporti, fisco, sicurezza e non solo: i settori in cui utilizzare il personale del pubblico impiego sono svariati ed, anzi, le mansioni esercitate possono essere assai diverse in relazione all’ente o all’istituzione per cui lavorano. Chi riveste la qualifica di dipendente pubblico solitamente gode di una buona stabilità lavorativa e, talvolta, di alcuni vantaggi aggiuntivi rispetto al settore privato, come ad es. un orario di lavoro tendenzialmente più regolare e minori probabilità di fare gli straordinari.

Ma quanti sono i lavoratori del pubblico impiego? Per scoprirlo citeremo i dati più affidabili e aggiornati, ossia a quelli forniti dall’Istat. Vedremo anche, in percentuale, come i dipendenti pubblici sono distribuiti tra i vari uffici e qual è la presenza femminile negli organici.

Ecco cosa sapere del terza edizione del cd. Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2020 e quali risultati sono stati pubblicati. I numeri.

Quanti sono i dipendenti pubblici che lavorano nella PA: i dati Istat più aggiornati

Il sogno del posto fisso continua ad affascinare molti giovani, che ambiscono ad avere una propria indipendenza economica e ad essere pienamente autosufficienti, rispetto a tutte le spese che vanno a gravare sul bilancio mensile.

Per questo non mancano coloro che vogliono sapere in quanti già popolano gli uffici pubblici, anche per farsi un’idea di quanto sia ampio il bacino del personale della PA prima di provare a giocarsi la carta della partecipazione ad uno dei tanti concorsi pubblici, periodicamente banditi.

Come accennato in apertura, il numero dei dipendenti pubblici è indicato da Istat nel Censimento sulle istituzioni pubbliche. Al 31 dicembre 2020 risultavano attive nel nostro paese 12.780 istituzioni pubbliche, presso cui prestavano servizio 3.601.709 unità di personale, di cui 3.396.289 dipendenti (il 94,3%) e più di 205 mila occupati con altre forme contrattuali (come ad es. i co.co.co.).

Dove lavorano i dipendenti pubblici

Ma nell’ultimo report Istat – contenente i dati della terza edizione del Censimento permanente delle istituzioni pubbliche – ulteriori percentuali interessanti, che riportiamo di seguito:

  • il 56,1% dei dipendenti pubblici si concentra nell’amministrazione centrale, che include per es. il personale delle scuole statali
  • il 20,1% è invece occupato nelle Aziende o Enti del SSN
  • il 10,2% è inserito nei Comuni
  • il 13,6% è occupato nelle altre tipologie di forme giuridiche

Questi, dicevamo, sono i dati più aggiornati finora a disposizione grazie all’Istat. Ma il prossimo maggio è in programma la pubblicazione dei risultati della nuova edizione del Censimento permanente delle istituzioni pubbliche, la quarta. Essa ha data di riferimento nel 31 dicembre 2022 ed è stata svolta tra giugno e novembre 2023.

Quante sono le donne occupate nel pubblico impiego

In base all’indagine svolta da Istat nell’ambito della terza edizione del Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche, emerge che la componente femminile è ben rappresentata. Le donne occupate nella PA sono infatti più di due milioni, costituendo la percentuale maggiore – il 58,5% – rispetto al numero di occupati.

E se ci si domanda in quali uffici pubblici la componente femminile è più presente, rispondiamo che la maggior presenza di lavoratrici è all’interno degli enti del Sistema sanitario nazionale, con ben il 67,6%. Ciò significa che più di due persone alle dipendenze del SSN è di sesso femminile.

Mentre il valore più basso di dipendenti donne si registra nelle Università pubbliche (49,6%) e nelle Regioni (51%). Tuttavia, se andiamo a vedere il tipo di contratto applicato, sono le donne ad avere una condizione contrattuale più precaria rispetto agli uomini. Infatti, nell’ambito del pubblico impiego la maggior percentuale di contratti a tempo determinato si ha tra le donne – il 13,6% contro 9,1% della componente maschile. Una differenza abbastanza significativa, che emerge rispondendo alla domanda su quante sono le donne occupate nel pubblico impiego.

D’altro lato però Istat fa notare che l’occupazione femminile è salita del 7,1% rispetto al 2011 e del 5,2% tra 2017 e 2020, evidenziando dunque un trend saldamente positivo.

Aumento dei dipendenti pubblici tra precarietà e differenze tra Regioni

L’indagine, di cui alla citata terza edizione del cd. Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2020, è interessante anche sotto un altro punto di vista. Istat fa infatti notare che nel triennio 2017-2020 l’occupazione dipendente nel settore pubblico è complessivamente cresciuta del 2,6%.

Tuttavia il personale a tempo indeterminato è indicato in calo del 2,1%, a differenza di quello a tempo determinato che presenta un marcato aumento – +48% – legato soprattutto alle assunzioni compiute nel settore della scuola e negli uffici del SSN per fronteggiare le difficoltà legate alla pandemia.

Per quanto riguarda l’occupazione femminile non vi sono flessioni tra il personale a tempo indeterminato (+1,6% rispetto al 2011 e stabile nel periodo 2017-2020 ), pur essendo però in costante crescita nei contratti a tempo determinato, con aumenti maggiori del 50% (+59,4% rispetto al 2011 e +52,3% nel periodo 2017-2020 precisa l’Istat nella sua indagine).

Interessante anche notare che rispetto al 2011, il Censimento indica in deciso incremento i lavoratori non dipendenti (+59,1%, quasi 76mila), soprattutto collaboratori e altri atipici, che aumentano di un ulteriore 5,6% negli ultimi tre anni del periodo di tempo considerato dall’analisi Istat.

I dipendenti sono in aumento in particolare nelle ripartizioni del Nordest (+6,9%) e del Nordovest (+4,2%), mentre Istat evidenzia che è più limitato l’incremento al Sud (+0,9%).

Il confronto con il 2011 mostra il marcato incremento del ricorso a tipologie di lavoro non subordinato nelle Regioni del Nord Italia (+86,5% nel Nord-ovest e +83,4% nel Nord-est), mentre si rivelano più vicine al valore medio nazionale del +59,1% le regioni del Centro. Invece, le ripartizioni Sud e Isole mostrano incrementi significativi, ma inferiori (rispettivamente +23,4% e +35,5%).

Infine, alla luce della terza edizione del cd. Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche, è emerso che l’indice rappresentato dal rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente resta stabile tra il 2011 e il 2020, passando da 4,8 a 4,9 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti a livello nazionale.