Comuni ricicloni, la classifica dei centri liberi dai rifiuti

In Italia sempre più Comuni smaltiscono i propri rifiuti: sono 629, quasi 40 in più rispetto all'anno scorso

Pubblicato: 8 Luglio 2023 11:00

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nel 2022, molti Comuni italiani hanno fatto progressi significativi nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. La 30esima edizione di “Comuni Ricicloni”, il rapporto annuale di Legambiente che valuta e premia i risultati più virtuosi nella raccolta differenziata, presenta diversi dati positivi. I risultati di questa ricerca sono stati annunciati questa mattina, durante la terza giornata dell’Eco-Forum 2023, la conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata dall’associazione che si impegna per la protezione dell’ambiente e che si è tenuta a Roma dal 4 al 6 luglio.

Dati incoraggianti rispetto al 2022

In Italia, il numero dei Comuni “liberi” dai rifiuti sta aumentando sempre di più. Secondo l’indagine 2023 condotta da Legambiente sui cosiddetti “Comuni ricicloni” o “Rifiuti free”, il loro numero è ora di 629 (+39 rispetto alla scorsa edizione). Questo rappresenta il numero più alto mai raggiunto all’interno dell’iniziativa. La crescita nel Sud Italia non accenna a diminuire, con un totale di 176 Comuni Rifiuti Free (28%, +11 rispetto alla scorsa edizione). Il primato rimane ancora del Nord Italia, che conta 423 Comuni (67,2%, +32 rispetto alla scorsa edizione). Il Centro Italia rimane in coda alla classifica, registrando una leggera flessione con soli 30 Comuni (4,8%, -2 rispetto all’anno scorso). La cifra di 629 comprende le amministrazioni in cui la produzione annuale pro-capite di rifiuti destinati allo smaltimento è inferiore a 75 kg, il valore più alto mai raggiunto fino ad oggi nell’ambito di questa iniziativa.

Il rapporto fornisce una panoramica delle performance dei Comuni italiani in termini di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti. Sebbene non sia stato fornito un riepilogo completo dei numeri specifici, il rapporto indica che molti Comuni hanno ottenuto risultati incoraggianti

Le Regioni più virtuose

Tra le regioni che mostrano una crescita significativa, la Sicilia ha più che raddoppiato il numero di Comuni Rifiuti Free, passando da 9 a 23. La Sardegna, invece, triplica tale numero, passando da 10 a 30 comuni, e si aggiudica la prima posizione nel contesto consortile con la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai nella speciale classifica “Cento di questi Consorzi” per la categoria al di sotto dei 100.000 abitanti. Il Piemonte passa da 18 a 49 Comuni, mentre il Veneto, dopo una battuta d’arresto dell’anno scorso, aggiunge 18 Comuni, raggiungendo così un totale di 169 Comuni Rifiuti Free. Le performance peggiori in classifica sono registrate dall’Abruzzo (-7 Comuni), dalla Lombardia (-21 Comuni) e dalla Campania (-20 Comuni). È importante notare che la significativa diminuzione in quest’ultima regione è dovuta all’incompletezza di alcuni dati forniti da ARPA Campania, che sono stati utilizzati solo in piccola parte.

I Comuni Rifiuti Free

Nel 2023, analizzando i dati più recenti, emerge che la percentuale di cittadini residenti nei Comuni Rifiuti Free, che contribuiscono a ridurre la quantità di rifiuti destinati allo smaltimento, in rapporto alla popolazione totale italiana, è del 6%. Ciò corrisponde a un aumento di 34.206 persone servite da sistemi di raccolta differenziata significativamente efficienti. Dei 629 Comuni virtuosi, ben 409 sono piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti, 180 hanno una popolazione compresa tra i 5.000 e i 15.000 abitanti, mentre 36 superano i 15.000 abitanti. Tra i Comuni virtuosi si trovano anche i quattro capoluoghi del Triveneto: Trento, Treviso, Belluno e Pordenone.

I centri con più di 30.000 abitanti sono pochi e affrontano maggiori difficoltà nella gestione efficiente delle raccolte, a meno che non siano adeguatamente progettati e organizzati. Ad eccezione di Capannori (46.253 abitanti) e Fonte Nuova (32.684 abitanti), tutti gli altri centri di questa dimensione si trovano nel Nord Italia:

  • Castelfranco Emilia (33.054 abitanti)
  • Carpi (71.869 abitanti)
  • Montebelluna (31.095 abitanti)
  • Conegliano (36.007 abitanti)
  • Castelfranco Veneto (32.935 abitanti)
  • Mira (37.542 abitanti)
  • Belluno (35.529 abitanti)

Tra i centri con più di 50.000 abitanti, troviamo solo i capoluoghi di:

  • Pordenone (51.725 abitanti),
  • Treviso (97.298 abitanti)
  • Trento (135.753 abitanti), quest’ultimo rappresentando l’unico centro oltre i 100.000 abitanti.

I consorzi più virtuosi

Dei 3.518.952 cittadini che vivono nei Comuni Rifiuti Free, un numero significativo di 2.436.999 risiede in Comuni in cui la gestione dei rifiuti avviene a livello consortile. Questo dato conferma l’efficacia dei sistemi di gestione su larga scala. È possibile osservare due esempi significativi all’interno dei Consorzi veneti della provincia di Treviso: il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave. Entrambi si classificano al primo e al secondo posto nella speciale classifica “Cento di questi Consorzi” riservata ai centri con oltre 100.000 abitanti.

Questi consorzi, che gestiscono la raccolta dei rifiuti per rispettivamente 555.694 e 299.107 abitanti, hanno dimostrato la loro capacità di mantenere la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento a livelli estremamente bassi, inferiore ai 50 kg pro capite all’anno. Ciò testimonia l’efficienza dei loro sistemi di gestione e l’impegno nella promozione della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata.

Questi risultati positivi evidenziano l’importanza dei consorzi nella gestione sostenibile dei rifiuti e dimostrano che l’adozione di approcci su larga scala può portare a significativi benefici ambientali. Continuare a promuovere e supportare tali iniziative consortili potrebbe contribuire a migliorare ulteriormente le pratiche di gestione dei rifiuti in Italia e ad aumentare la partecipazione dei cittadini verso la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio.

Al terzo posto nella classifica, con una produzione di 70,1 kg/ab/anno e 175.247 abitanti, si trova Aimag Spa in Emilia-Romagna. Per quanto riguarda la classifica per centri con meno di 100.000 abitanti, dopo la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai in Sardegna, con una produzione pro-capite di 47,0 kg/ab/anno, seguono Amambiente Spa in Trentino-Alto Adige con 49,5 kg/ab/anno e Asia Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale con 55,0 kg/ab/anno. Questi dati confermano l’efficacia dei sistemi di gestione dei rifiuti implementati da tali enti e consorzi nella riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento.

Zampetti: “Possibile il passaggio da un’economia lineare ad una circolare”

“I numeri dell’edizione 2023 – ha dichiarato Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente – ci confermano come il passaggio da un’economia di tipo lineare a una di tipo circolare sia possibile a partire dal lavoro di amministrazioni virtuose e sindaci attenti; ma, anche i dati della trentesima edizione del nostro concorso, che c’è ancora molto da fare, dai piccoli Comuni ai centri più grandi fino alle città, dove stentano a diffondersi sistemi di raccolta che tengono insieme qualità e prevenzione dei rifiuti avviati a smaltimento, primo tra tutti il porta a porta combinato con la tariffazione puntuale. L’efficacia che si estende a scala ancora più ampia quando lo stesso criterio viene inserito anche nella legislazione regionale, con una modulazione dei costi sostenuti dai Comuni per l’avvio a smaltimento del secco residuo, che premia i più virtuosi. Un gioco di squadra tra i diversi livelli amministrativi necessario a consentire che, le esperienze virtuose che premiamo oggi, possano diventare una buona prassi nazionale di economia circolare grazie anche alle risorse messe a disposizione dal PNRR per il tema della gestione dei rifiuti”.