Il consiglio di amministrazione di Unieuro si divide sulla valutazione dell’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria promossa dalle aziende francesi Fnac Darty SA e Ruby Equity Investment. La proposta era di 9 euro in contanti e 0,1 azioni Fnac Darty per ogni azione del gruppo italiano. Dopo due lunghe riunioni, il consiglio non è riuscito a raggiungere una decisione chiara sul valore dell’offerta: come comunicato prima dell’apertura dei mercati, cinque consiglieri hanno giudicato il prezzo adeguato, cinque lo hanno ritenuto insufficiente, mentre uno si è astenuto.
I dettagli dell’offerta
Gli advisor, utilizzando metodologie di valutazione in parte diverse, avevano comunque considerato “congruo dal punto di vista finanziario il corrispettivo dell’offerta”. Ma il consiglio di amministrazione ha evidenziato “alcune criticità riguardo alle informazioni fornite dagli offerenti, in particolare sulle motivazioni dell’offerta, sui programmi futuri e sulle eventuali operazioni straordinarie successive all’offerta, messe a confronto con gli obiettivi strategici già avviati e perseguiti dal gruppo Unieuro e comunicati al mercato”, bocciando così la valutazione dell’Opa.
Entrando nei dettagli, sul fronte del no si sono schierati il Ceo, Giancarlo Nicosanti Monterastelli, e la direttrice generale, Maria Bruna Olivieri, i quali detengono anche una significativa quota di azioni della società. Sul fronte del sì ci sono invece i rappresentanti di Iliad Italia (l’azienda è il principale azionista di Unieuro con il 12,6% del capitale), come il Ceo Benedetto Levi e il sales and customer care director Giuseppe Nisticò. A sostenere l’offerta anche il presidente di Unieuro, Stefano Meloni, che possiede 100 mila azioni. Il consigliere Daniele Pelli si è invece astenuto.
Fnac-Darty, il gruppo del miliardario ceco Daniel Kretinsky, possiede oggi il 4,4% delle azioni Unieuro ma ha pronti 249 milioni per acquistarne il 100%, cifra che però è stata giudicata non particolarmente invitante dal Cda.
Vendita di Unieuro, quale il futuro dei lavoratori
Del passaggio di Unieuro ai francesi di Fnac girano voci da diverso tempo; ma non si parla invece del futuro dei lavoratori di Unieuro, se la vendita si concretizzerà. Le tre organizzazioni sindacali – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – esprimono preoccupazione per la mancanza di informazioni e per le potenziali conseguenze per i lavoratori di Unieuro e temono che l’acquisizione possa seriamente compromettere la continuità aziendale e l’occupazione di Unieuro in Italia, minacciando l’autonomia gestionale dell’azienda.
Anche se il gruppo francese sembra intenzionato a garantire una transizione fluida, i sindacati avvertono che, da un punto di vista commerciale, la presenza di Ceconomy AG tra i soci di Fnac-Darty (con oltre il 20% delle quote) è preoccupante. Ceconomy controlla MediaMarkt/Saturn, già presente in Italia con il marchio MediaWorld e principale concorrente sul mercato.
“Si ritiene indispensabile – afferma la nota congiunta dei sindacati – a tutela degli oltre 5mila dipendenti del gruppo in Italia che Unieuro Spa ponga in essere tutte le iniziative utili a garantire la continuità aziendale e la salvaguardia integrale dell’occupazione, a partire dal personale di sede, oltre che di tutta la rete di vendite”.
Con l’approvazione della Consob e in attesa del parere della Commissione Europea, l’offerta di acquisto dovrebbe concludersi entro la fine di ottobre. Ma i sindacati sottolineano l’urgenza di un confronto preventivo per assicurare che Unieuro possa mantenere un’effettiva autonomia di governance e gestione dopo l’acquisizione.