Rider sanzionati dall’intelligenza artificiale: la denuncia dei sindacati

L'algoritmo di Just Eat penalizza i rider lenti, sanzionandoli, ma li valuta con parametri impossibili: l'allarme di Filt Cgil per i lavoratori del delivery

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 23 Agosto 2024 14:18

L’intelligenza artificiale ha già iniziato a danneggiare i lavoratori, ma la nuova minaccia non riguarda la sostituzione degli esseri umani da parte delle macchine. Questa volta l’allarme lanciato dai sindacati riguarda l’algoritmo dei servizi di delivery, e in particolare quello di Just Eat, che penalizza i rider, facendo diminuire i loro guadagni e sospendendoli attraverso sanzioni orarie, in base alla loro velocità e alla loro performance lavorativa.

Per come è stato progettato non tiene conto, tra le altre cose, delle pause necessarie per il benessere del lavoratore, soprattutto in un periodo di eventi meteo estremi e temperature decisamente sopra la media come quello che stiamo vivendo. La Filt Cgil ha denunciato quanto sta succedendo.

Come funziona l’algoritmo che valuta i fattorini

Ordinare cibo a domicilio è diventata ormai una consuetudine per gli abitanti delle principali città italiane. L’avvento di app come Just Eat, Glovo e Deliveroo ha aperto la strada a un nuovo modo di consumare cibo che supera il contatto umano e la necessità di interagire via telefono con il ristorante o il bar. La disumanizzazione passa però anche attraverso le richieste ai fattorini.

Ai rider, come si chiamano oggi gli operatori del settore, è richiesta la massima puntualità nella consegna. Ricevere la pizza calda sembra essere diventato un diritto imprescindibile di ogni utente dei servizi di food delivery, ma le recensioni negative e una mancia pari a zero non sono le conseguenze peggiori che rischiano i lavoratori.

Il meccanismo di assegnazione degli ordini funziona infatti come una sorta di asta gestita da un algoritmo, che valuta non solo la vicinanza del rider al ristorante o al luogo di consegna, ma anche la sua affidabilità e le sue performance, calcolate in base alla velocità dei servizi precedenti. C’è però una falla nel sistema, che contribuisce a creare condizioni di lavoro al limite della legalità, come denunciano i sindacati.

Le condizioni disumane e impossibili dei rider

Scoober, l’applicazione usata da Just Eat per gestire gli ordini e assegnare i compiti ai rider, sanziona gli operatori per “low performance” se non riescono a raggiungere la destinazione nei tempi previsti dell’intelligenza artificiale. Peccato che, come spiega la Filt Cgil di Firenze, Prato e Pistoia, i calcoli siano sbagliati, con richieste impossibili.

Non viene tenuto conto, ad esempio, delle condizioni del traffico. I percorsi suggeriti sono quelli più rapidi, ma non prendono in considerazione la topografia della città“, e dunque salite e discese, spesso da fare in sella a una bici non motorizzata, né le condizioni di sicurezza per il rider stesso.

A oggi, inoltre, Just Eat permette solo 5 minuti di pausa ogni 2 ore, nonostante le pressioni dei sindacati. Troppo pochi, considerate anche le continue ondate di calore che interessano il nostro Paese, e che rendono il lavoro su strada ancora più duro del normale. Filt Cgil ha inoltre raccolto alcune testimonianze che delineano un quadro ancora più preoccupante di quello finora descritto.

Scoober spingerebbe i rider motorizzati a correre più del dovuto, alla faccia dei limiti e delle possibili sanzioni, per rientrare nei tempi previsti. Per i lavoratori che pedalano la situazione sarebbe ancora più grave, dato che sarebbero richieste performance degne di atleti olimpici.

In un caso una lavoratrice è stata sanzionata con tre ore di multa per una consegna che prevedeva un percorso di 6,4 km, in mezzo al traffico, a una velocità di 26,3 km/h, “una media non troppo inferiore a quella che ha permesso a Tadej Pogačar di aggiudicarsi il Giro d’Italia 2024”, come sottolineato dal sindacato.

La risposta di Just Eat alle accuse dei sindacati

Riportiamo integralmente il commento di Just Eat in risposta alle affermazioni della Filt Cgil:

“Just Eat intende precisare che ha sempre mantenuto un dialogo aperto e costruttivo con le organizzazioni sindacali e continua a farlo. L’azienda è inoltre impegnata a migliorare continuamente il trattamento dei rider, sia in termini di sicurezza che di condizioni di lavoro.

In riferimento a quanto riportato dalla Filt Cgil territoriale, è importante precisare che le contestazioni recentemente recapitate hanno riguardato una percentuale ridotta della flotta, individui che si sono distinti per comportamenti sistematicamente poco collaborativi e non allineati con le esigenze aziendali.

Queste misure sono state adottate solo dopo ripetuti tentativi di dialogo e confronto con i lavoratori coinvolti e rappresentano l’ultimo passo di un processo lungo, aperto e trasparente.
Inoltre le procedure aziendali sono studiate per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed equo, considerando tutte le possibili variabili che possono influenzare il lavoro su strada. Just Eat ha sempre avuto e ha come priorità la sicurezza dei propri rider.

In riferimento al caldo, durante i mesi estivi, quando le temperature sono particolarmente elevate, Just Eat ha implementato un protocollo di emergenza che permette ai corrieri di richiedere pause addizionali per recuperare dal caldo e dalla fatica. L’azienda è costantemente in allerta rispetto alle ordinanze meteo e segue tutte le direttive istituzionali per tutelare la salute dei propri lavoratori.

Infine Just Eat intente sottolineare che gli indennizzi relativi al rimborso chilometrico sono stati determinati in pieno accordo con le rappresentanze sindacali, nell’ambito della contrattazione di secondo livello e l’azienda rispetta pienamente tutti gli accordi e le normative vigenti.

Just Eat continuerà a monitorare attentamente le condizioni di lavoro dei propri corrieri, garantendo il massimo supporto e implementando tutte le misure necessarie per rispondere alle loro esigenze e alle sfide che il lavoro di consegna comporta. L’azienda resta sempre disponibile al dialogo costruttivo e al confronto con tutte le parti coinvolte per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro”.