Reddito di cittadinanza, nuovi requisiti: spunta il limite di età

Reddito di cittadinanza, dal 2023 cambiano i requisiti: fra le ipotesi al vaglio anche quella di toglierlo a chi ha meno di 60 anni ed è in grado di lavorare

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Alessandro Speziali

Esperto di Economia

Dopo la laurea triennale in Economia e Gestione Aziendale, durante gli studi magistrali vola all'Università della California dove ha modo di studiare la finanza da un punto di vista internazionale.

Pubblicato: 15 Novembre 2022 16:04Aggiornato: 16 Aprile 2024 09:45

Cambiano i requisiti del Reddito di cittadinanza. Il governo sta lavorando a una riforma della misura introdotta dal governo Conte I, con modifiche importanti che consentiranno di recuperare risorse per circa un miliardo di euro.

Lo scopo del governo Meloni è quello di garantire il sussidio solo a chi non è in grado di lavorare, mentre per tutti gli altri potrebbe arrivare un taglio. Manterrebbero l’aiuto solo gli invalidi, chi è in difficoltà e chi ha minori a carico senza adeguati mezzi di sostentamento. Verrà ridotta la platea dei beneficiari, anche introducendo il limite di età dei percettori: la soglia dei 60 anni diventerà scriminante per togliere o meno il sussidio.

Reddito di cittadinanza, cambiano i requisiti

La riforma della Legge di Bilancio del 2023 (n. 197 del 29/12/2022) ha apportato modifiche restrittive al Reddito di Cittadinanza. Il sussidio sarà infatti abolito a partire dal 1° gennaio 2024.

In particolare, è previsto che nel corso del 2023, il sostegno finanziario per una determinata platea di beneficiari sarà concesso per un periodo massimo di 7 mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2023. A partire dal mese di agosto quindi, l’Inps provvederà a verificare il progressivo conseguimento della mensilità e ad accertarne l’eventuale cessazione.

Faranno eccezione e dunque il Reddito di cittadinanza sarà erogato per 12 mesi, fino al 31 dicembre 2023 tutti i nuclei familiari con all’interno:

  • persone con disabilità ai fini Isee;
  • minorenni;
  • persone con almeno sessant’anni di età;
  • i percettori del Reddito di cittadinanza che, prima della scadenza dei 7 mesi, sono stati presi in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro.

La Legge 197 del 2022 ha pianificato l’abolizione del Reddito di Cittadinanza per tutti i beneficiari nel 2024. In sostituzione, a partire dal 1° gennaio 2024, verrà introdotto l'”Assegno di Inclusione“(AdI) per le famiglie con minori, disabili o soggetti di età pari o superiore ai 60 anni di età e con indicatore Isee inferiore ai 9360€.

Parallelamente, dal 1° settembre 2023 entrerà in vigore il “Supporto per la Formazione e il Lavoro“, (SFL) per individui tra i 18 e i 59 anni, appartenenti a nuclei familiari diversi da quelli sopra indicati, con un ISEE familiare fino a 6.000€ annui. Questa misura prevede la partecipazione a programmi di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro, con un contributo fisso di 350 € al mese per massimo 12 mesi.

Reddito di cittadinanza, la difesa di Tridico

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, torna a difendere il Reddito di cittadinanza per il suo ruolo “straordinario e positivo nella riduzione della povertà”. Chi percepiva il sussidio nel 2019, spiega Tridico, ormai in parte non lo riceve più: “C’è stato un ricambio di circa il 45%”.

Il presidente dell’Inps aggiunge: “Non va immaginato il Reddito di cittadinanza come qualcosa di statico o con le persone che stanno sul divano dal 2019”. Poi Tridico torna sulle condizioni dei beneficiari della misura: “Il 65% dei percettori sono anziani, disabili e minori e persone che non hanno mai lavorato; il 10%, 350mila persone, ha trovato lavoro; un altro 5% ha il reddito e non lavora e potrebbe essere inserito nel mercato con politiche mirate”.