Gli operai della Barry Callebaut di Verbania in sciopero fino a lunedì: a rischio 115 posti di lavoro

I lavoratori della Barry Callebaut sciopereranno contro la decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento piemontese entro marzo 2025

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Redazione

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Pubblicato: 8 Settembre 2024 13:28

I lavoratori della Barry Callebaut di Verbania hanno deciso di scioperare fino a lunedì, quando si svolgerà il primo incontro all’Unione Industriale. Lo fanno sapere i sindacati, secondo cui lo sciopero proseguirà a oltranza per tutte e otto le ore di turno. La decisione è arrivata in seguito all’annuncio della multinazionale di chiudere lo stabilimento piemontese entro marzo 2025.

Intanto il sindaco di Verbania, Giandomenico Albertella, ha ricevuto una telefonata da Alberto Cirio: “Il presidente della Regione ha parlato con il ministro Urso, che gli ha confermato che convocherà i vertici aziendali di Barry Callebaut chiedendo loro di recedere da questa decisione. Prima vengono le persone, poi l’azienda”.

“I lavoratori sono stati trattati come numeri, una cosa vergognosa”, ha aggiunto il presidente della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Alessandro Lana.

Barry Callebaut: i motivi dello sciopero dei lavoratori

Lo sciopero dei lavoratori della Barry Callebaut di Verbania-Intra, stabilimento dove si produce cioccolato liquido destinato ad altre industrie del settore dolciario, proseguirà fino al primo vertice all’Unione industriale, in programma per lunedì.

Giovedì scorso, la multinazionale con sede a Zurigo (Svizzera) ha annunciato con un comunicato l’intenzione di chiudere la sede piemontese entro marzo 2025 dopo “un’attenta analisi della struttura produttiva”. Una notizia che, se confermata, metterebbe al rischio il posto di lavoro di 115 dipendenti, più alcune decine di lavoratori dell’indotto. Dal canto suo, l’azienda ha promesso di impegnarsi per sostenere le persone interessate, avviando un dialogo con le parti sociali in conformità alle leggi e alle regolamentazioni locali.

Immediate le reazioni dei lavoratori della società, che per protesta hanno sfilato in corteo (in 200 secondo i sindacati) fino al municipio di Verbania. “La notizia è una bomba piovuta dal cielo senza alcun tipo di preavviso, uno schiaffo in faccia a tutto il mondo del lavoro”, secondo la Fai-Cisl Piemonte orientale. 

Il presidente della Regione Alberto Cirio ha espresso tutte le sue preoccupazioni al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che dal canto suo “ha assicurato la disponibilità del Governo ad affiancare la Regione nell’attivazione del tavolo di crisi. Insieme al ministro apriremo un contatto con l’azienda per provare a chiedere di recedere dalla decisione annunciata dall’azienda e siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti per tutelare impianto e lavoratori”.

Lo stabilimento di Verbania-Intra

Lo stabilimento di Verbania-Intra, ex Nestlé e ora parte del gruppo Barry Callebaut, ha una capacità produttiva che supera le 65.000 tonnellate di cioccolato all’anno. Qui, la materia prima, costituita da blocchi di massa di cacao, viene sottoposta a un processo di trasformazione per ottenere cioccolato liquido, pronto per essere utilizzato nell’industria dolciaria.

Oltre a Intra, la multinazionale ha uno stabilimento a D’Orsogna (Chieti) e un altro a San Sisto (Perugia). Quest’ultimo, con la chiusura della sede di Verbania, diventerebbe ancora più centrale nelle strategie del gruppo, con un aumento dei volumi produttivi.

A livello globale, il colosso del cioccolato ha registrato un fatturato di 8,5 miliardi di franchi svizzeri nell’anno fiscale 2022/2023, impiegando oltre 13.000 dipendenti in tutto il mondo.