Mini call veloce per il sostegno 2024: la corsa contro il tempo. Cosa si rischia in caso di rinuncia

Dal 23 al 26 agosto, i docenti specializzati sul sostegno possono partecipare alla mini call veloce per ottenere un incarico temporaneo fuori provincia

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

A partire dalle ore 14:00 del 23 agosto, è ufficialmente iniziata la procedura per la mini call veloce rivolta agli insegnanti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno. Gli aspiranti docenti hanno tempo fino alle ore 13:59 del 26 agosto per presentare la propria candidatura, con la possibilità di concorrere per un incarico a tempo determinato in una provincia diversa da quella di iscrizione nelle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps).

Questa opportunità è pensata per coloro che desiderano accedere ai posti residui, ovvero quelle posizioni che non sono state assegnate al termine delle consuete nomine in ruolo. Si tratta di un meccanismo che apre la strada verso l’assunzione a tempo indeterminato, offrendo un’ulteriore chance a chi non ha ottenuto un incarico nella propria provincia.

Tuttavia, la partecipazione alla mini call non è priva di vincoli: una volta presentata la domanda e assegnato l’incarico, il candidato dovrà accettarlo. In caso contrario, le conseguenze potrebbero essere piuttosto pesanti, compromettendo anche la possibilità di accedere ad altre supplenze per l’anno scolastico successivo.

Le conseguenze di un passo indietro: cosa accade in caso di rinuncia

La partecipazione alla mini call veloce non assicura automaticamente un posto. L’assegnazione avviene su base regionale e provinciale, e i candidati possono scegliere di concorrere in un’altra provincia della regione in cui sono già iscritti, o in un’altra regione. Se, però, si dovesse ottenere l’incarico e decidere di non accettare, le ripercussioni saranno piuttosto severe.

Diversamente dalle procedure precedenti, quest’anno la rinuncia al contratto finalizzato al ruolo comporterà l’esclusione dalle supplenze per l’anno scolastico 2024/2025, non solo nella provincia della mini call ma anche nella provincia di iscrizione nelle Gps. Per i docenti coinvolti, questo potrebbe rappresentare una rinuncia non solo all’immediato ma a potenziali opportunità future. Il meccanismo è stato ideato per garantire che chi presenta domanda sia effettivamente intenzionato a coprire l’incarico, evitando rinunce che rallentano le assegnazioni.

La procedura in due fasi: dalla scelta della provincia all’assegnazione della sede

La mini call veloce segue un iter preciso e articolato in due passaggi principali. Dopo la presentazione della domanda tramite la piattaforma Istanze Online, gli aspiranti possono indicare una o più province all’interno della regione scelta. Il primo passaggio è l’assegnazione della provincia, che avviene telematicamente. In questa fase, i candidati non possono esprimere preferenze per le scuole, ma solo per le province.

Successivamente, si entra nella seconda fase: quella della designazione della sede specifica, che è di competenza dell’ufficio scolastico provinciale. Una volta assegnata la sede, il docente è tenuto ad accettare, poiché il rifiuto si traduce nell’esclusione da qualsiasi altra supplenza, sia nella provincia selezionata che in quella di iscrizione alle Gps.

Disponibilità dei posti: il panorama nazionale

I posti disponibili per la mini call veloce sono quelli che non sono stati coperti durante le normali procedure di assunzione. La distribuzione varia notevolmente da regione a regione. Alcune aree, come Lazio, Molise, Calabria, Puglia e Basilicata, mostrano già una scarsità di posti, rendendo più difficile per i candidati trovare opportunità. Al Nord, invece, regioni come Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna offrono ancora diverse opzioni, anche se non sempre per tutte le fasce d’età e gli ordini scolastici.