La crisi del comparto auto che sta interessando la Germania, dove il grande malato è sicuramente Volkswagen, si estende anche ad altri soggetti attivi nella componentistica dei veicoli. Ecco dunque che anche Michelin e Schaeffler hanno annunciato un piano di licenziamenti decisamente corposo. Nel primo caso, l’azienda di pneumatici francese ha dichiarato di essere nella difficile situazione di dover chiudere due stabilimenti in Francia, così come pure fare il fornitore tedesco Schaeffler. Sommando gli annunci delle due realtà economiche, a rischio ci sono quasi 6mila dipendenti.
La crisi di Michelin
L’annuncio di alcune settimane fa di Volkswagen di dover chiudere alcuni suoi stabilimenti in Germania e, di conseguenza, di dover rivedere anche la composizione del proprio organico con licenziamenti, comincia ora ad avere ripercussioni anche nelle aziende di componentistica dell’intera filiera del comparto auto.
Nel caso di Michelin a gravare sulla crisi è il calo delle commesse, amplificato dal venir meno degli ordini da parte dei grandi player soprattutto per quanto riguarda i camion e i furgoni, con l’azienda che ha dichiarato che, entro l’inizio del 2026, sarà costretta a chiudere due stabilimenti in Francia, a Cholet e Vanne per l’esattezza. A essere licenziati saranno in totale 1.254 dipendenti, così che Michelin possa avviare il piano di riorganizzazione interna.
I licenziamenti di Schaeffler
Per quanto riguarda Schaeffler, multinazionale tedesca attiva nel settore della componentistica delle auto che a oggi vanta 120mila dipendenti, i tagli saranno molti di più rispetto a Michelin. A essere licenziati saranno 4.700 dipendenti, con l’azienda che chiuderà ben due fabbriche.
“Si tratta della risposta dell’azienda a un ambiente di mercato difficile, alla crescente concorrenza globale e alla trasformazione in corso, in particolare nell’industria degli equipaggiatori automobilistici”, dice la multinazionale che con questa mossa conta di generare risparmi per 290 milioni entro la fine del 2019.
Il taglio della forza lavoro annunciato interesserà per 2.800 unità i dieci siti produttivi in Germania, con la rimanente parte che verrà coperta nelle altre sedi europee, di cui due saranno chiuse. A tremare, in questo senso, è l’Italia, con l’azienda che potrebbe mettere nel mirino il proprio stabilimento di Momo del Novarese. Le scelte definitive verranno comunicate da Schaeffler entro la fine del 2024.
Mancano le commesse di auto in Europa
A portare al quadro odierno non certo roseo è la difficile situazione di grande incertezza che vive il mercato europeo delle auto. Se da un lato si punta sulla transizione verso i veicoli elettrici, dall’altro c’è da registrare una domanda di queste auto molto bassa, sia a causa del costo elevato che della mancanza di adeguati incentivi. Nel frattempo, però, le case automobilistiche europee avevano fatto grandi investimenti sull’elettrico, rimanendo di fatto esposte al rischio odierno di costi scoperti senza margini di profitto adeguati.
C’è poi il non trascurabile tema della concorrenza extraeuropea, si legga cinese. Il Dragone Rosso è infatti diventato in poco tempo un big player delle e-car, l’unico al momento in grado di offrire auto elettriche e componentistica a basso costo. L’Ue è intervenuta su quest’aspetto imponendo delle dazi più alti sui veicoli elettrici cinesi che vengono venduti in Europa, ma il risultato che se ne è generato è una guerra dei dazi tra Pechino e Bruxelles che potrebbe portare a una situazione molto più complessa rispetto a quella di partenza.