Medici di famiglia, per i pazienti è addio allo studio singolo? L’accordo sulla nuova sanità territoriale

Con l'accordo Legacoop - Fimmg si vuole valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale, attraverso il supporto gestionale e organizzativo della cooperazione medica di servizio

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

In Italia la sanità rappresenta oggi una questione aperta e assai delicata. Tra medici che mancano, ospedali che non riescono a garantire tutti i servizi necessari, interminabili liste d’attesa, caos al pronto soccorso, soppressione di reparti, sprechi e scorciatoie a pagamento di chi per non fare la fila sborsa ingenti somme di denaro, i cittadini che hanno bisogno di assistenza e cure si trovano nel ben mezzo di una sorta di intricato labirinto, in cui le vie d’uscita sono talvolta rappresentate dal ricorso alle strutture private.

Queste ultime però, come è noto, non rientrano nelle possibilità economiche di tutti e c’è chi è purtroppo costretto a posticipare visite specialistiche ed esami diagnostici, perché non può permettersi la clinica privata – rassegnandosi invece alla burocrazia e ai tempi lunghissimi della sanità pubblica.

Ma davvero la sanità o medicina territoriale è così in grave crisi da non fornire più una risposta tempestiva ed efficace ai bisogni di cure dei cittadini? Recentemente Legacoop e il maggior sindacato dei medici di famiglia operante nel paese, Fimmg, hanno sottoscritto un protocollo di intesa che contiene alcune interessanti novità per la categoria dei medici di medicina generale – Mmg.

Cosa cambia per i cittadini a livello locale? Ci sono spiragli per avere in futuro una sanità più vicina ai bisogni delle persone e in grado di garantire un servizio di qualità da parte dei medici di famiglia? Proviamo a fare un po’ di chiarezza sulla scorta dell’accordo recentemente sottoscritto.

Chi è e cosa fa il medico di medicina generale

Per capire l’effettiva portata di un accordo che potrebbe davvero cambiare radicalmente l’assetto della medicina territoriale, chiediamoci quali compiti ha un medico di medicina generale, ossia colui che – nel gergo comune – è chiamato anche medico di base o medico di famiglia.

Ebbene, se da un lato la medicina generale ha il ruolo di assicurare localmente a tutte le persone un’assistenza continuativa, dall’altro si inserisce nel e integra il Servizio Sanitario Nazionale, costituendo un significativo presidio territoriale: prevenzione, cura e supporto contro le patologie sono tre importantissimi servizi offerti dai medici di medicina generale. E di ciò sono certamente consapevoli i firmatari del protocollo d’intesa in oggetto.

Ogni cittadino iscritto al Servizio sanitario nazionale – Ssn ha diritto a un medico di medicina generale – Mmg, ossia una figura che conosce bene lo stato di salute del paziente e che, quando si presenta la necessità, lo guida in tutto il percorso terapeutico all’interno delle strutture del Ssn, consentendo di accedere ai servizi e alle prestazioni incluse nei Livelli essenziali di assistenza – Lea.

I medici di famiglia sono e restano il primo punto di contatto per i pazienti all’interno del Ssn, assicurando l’accesso tempestivo e costante alle cure. Di fatto costituiscono una sorta di ‘filtro’ tra il singolo individuo e l’articolazione degli ospedali e dei pronto soccorso, necessario all’ottimizzazione dell’uso delle risorse sanitarie e alla riduzione della pressione sui reparti. Detti medici, inoltre, collaborano con specialisti, ospedali e altri servizi sanitari per garantire che i pazienti abbiano sempre cure appropriate e integrate, agevolando e coordinando il flusso di informazioni.

La tutela del diritto costituzionale alla salute gravita attorno al buon funzionamento del Ssn. Ecco perché i medici di famiglia – scopri qui dove mancano – hanno un ruolo chiave e sono al centro dell’accordo tra Legacoop e il  maggiore sindacato della categoria.

Cosa sono le cooperative mediche di servizio e l’utilità per i pazienti

Ma come dicevamo all’inizio, che cosa cambia in concreto per il cittadino che ha deve fare una visita o esame? Con il protocollo di intesa, lo sviluppo e il miglioramento dell’offerta sanitaria dei medici di medicina generale – Mmg avverrebbe con il sostegno gestionale e organizzativo, costituito dall’attività territoriale di quelle che nell’accordo sono definite ‘cooperative mediche di servizio’.

Fimmg e Legacoop mirano a potenziare il ruolo dei medici di famiglia, inquadrati come liberi professionisti convenzionati con il Ssn, tramite il supporto gestionale delle appena citate cooperative mediche di servizio, superando il classico modello degli studi medici singoli. Questa è una significativa novità sia per i medici, che per gli stessi pazienti.

Secondo il Presidente Sanicoop e Segretario Provinciale Fimmg Siena:

Da tempo le cooperative si sono dimostrate un ottimo strumento per consentire ai medici di mettere in comune le loro risorse per dotarsi di strutture, personale sanitario e infrastrutture informatiche.

A disposizione dei Mmg soci di cooperative vi saranno tutti gli elementi necessari per l’esercizio della professione, vale a dire sedi, utenze, personale di supporto segretariale ed infermieristico, rete informatiche, strumentazione diagnostica ecc. Questi strumenti agevoleranno il lavoro del medico di famiglia e il singolo paziente potrà giovarsi di un servizio maggiormente calibrato sulle sue esigenze.

Il ruolo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali

Il modello cooperativistico si combinerà con cd. Aggregazioni Funzionali Territoriali, al fine di migliorare l’offerta di servizi e garantire standard omogenei ai pazienti. In particolare, ai fini dell’attuazione del progetto di sviluppo della sanità a livello territoriale, nel patto sottoscritto da Legacoop e sindacato Fimmg si stabilisce altresì l’adesione obbligatoria dei medici di medicina generale alle cd. Aggregazioni Funzionali Territoriali – Aft:

garantiti da un corrispondente equivalente economico che consenta la reale presa in carico dei pazienti e l’implementazione dei servizi.

Il singolo cittadino potrebbe domandarsi che cosa sono esattamente queste Aggregazioni. Ebbene, nel sito web di Fimmg si spiega che:

  • le Aft sono forme organizzative monoprofessionali della medicina generale;
  • ogni medico di medicina generale può far parte, a regime, di una sola Aft.

In pratica si tratta di raggruppamenti o reti di medici di medicina generale incaricati di garantire giornalmente la tutela della salute della popolazione di riferimento, vale a dire dei pazienti assistiti dai medici partecipanti all’Aft stessa, per prestazioni mediche non differibili e nel pieno rispetto delle garanzie di cui ai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Le Aft potranno avvalersi di una sola cooperativa medica di servizio.

Sinergia cooperative, Aft e Case di Comunità: i benefici per il cittadino

Con tali Aggregazioni si concretizza il superamento del classico studio del singolo medico di famiglia, verso un gruppo di professionisti chiamati a coprire orari più lunghi. Almeno sulla carta, a beneficiare di questo rinnovato assetto saranno ovviamente i singoli cittadini che ad es. intendono fare une visita specialistica o un esame diagnostico, in tempi possibilmente celeri ed evitando di dover ricorrere alla sanità privata per abbreviare l’attesa.

Senza dimenticare che obiettivo delle parti firmatarie è altresì la valorizzazione delle cd. Case di Comunità, ossia strutture sanitarie in cui i medici di famiglia lavoreranno in modo coordinato, al fine di offrire efficaci servizi di prossimità. Tali strutture fanno parte del Ssn, sono previste dal Pnrr e, secondo le parti dell’accordo, offriranno i loro servizi in sinergia con la rete dei Mmg e delle cooperative di servizio. Al centro, come detto, l’obiettivo del miglioramento dell’offerta della sanità territoriale nei confronti dei pazienti (che possono contare oggi anche sul nuovo fascicolo elettronico sanitario 2.0).

La garanzia di standard di servizi omogenei a livello territoriale

In uno scenario che abbisogna del contributo effettivo di una pluralità di attori – tra essi, si ricorda nell’accordo in oggetto, Unione Europea, Governo, Parlamento e Regioni – e nella molteplicità delle questioni legate agli sviluppi della sanità territoriale, Legacoop e Fimmg hanno condiviso nero su bianco alcuni elementi che considerano fondamentali e prioritari per una efficace offerta di servizi sanitari e per il miglioramento dello stato di salute dei pazienti.

Le parti firmatarie – si legge nel testo dell’accordo – ritengono necessario che:

i medici di medicina generale forniscano standard di servizi omogenei ed esigibili su tutto il territorio nazionale in termini di prossimità e presidio territoriale diffuso, gestione della cronicità, vaccinazioni, orari di reperibilità e di accesso, interventi nei luoghi di residenzialità dei pazienti, gestione diagnostica di primo livello, logica integrativa fra ospedali e territorio, acquisizione delle innovazioni informatiche e telematiche ad ogni livello.

In sintesi, la volontà è quindi quella di innovare la medicina territoriale del nostro paese, dando nuova linfa vitale alla categoria dei medici di famiglia, frequentemente considerati un emblema delle criticità della sanità pubblica (basti pensare ai tempi di attesa per una mammografia), e sostenendo lo sforzo del sindacato Fimmg nella definizione di accordi collettivi nazionali idonei all’effettivo sviluppo delle cure.

Cos’è il progetto individuale di salute

Come accennato più volte, al centro deve esservi sempre il singolo paziente, che territorialmente potrà contare su una tempestiva assistenza in caso di non autosufficienza – sia a livello domiciliare che in specifiche strutture residenziali.

Ospedale e servizio territoriale – si legge nel testo dell’accordo – potranno giovarsi dell’esecuzione di progetti di salute individuali di cui il Mmg, aderente all’Aggregazione Funzionale Territoriale, diviene il garante-gestore e la cooperazione di servizio lo strumento di supporto operativo.

Concludendo, una sorta di logica di scambio dei benefici vedrà al centro il ruolo operativo delle cooperative mediche di servizio: esse – come accennato – daranno ai dottori le risorse necessarie alla professione, ad es. strumenti diagnostici, studi, personale di supporto e piattaforme di telemedicina e, a beneficiarne, saranno i pazienti che – nell’ambito del progetto individuale – potranno contare su un miglioramento dell’accessibilità e della qualità delle cure.