Occupazione in crescita, il Sud supera il 50% per la prima volta

Nel secondo trimestre 2025 l’Istat certifica un record per il Mezzogiorno: l’occupazione oltre il 50%. Disoccupazione stabile al 6,3% e più lavoratori over 50

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Il mercato del lavoro italiano tiene nel secondo trimestre del 2024. Secondo i dati Istat, la disoccupazione rimane stabile al 6,3% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e scende di 0,1 punti su base annua. La vera notizia, però, è che per la prima volta dall’inizio delle serie storiche (2004), il tasso di occupazione al Sud ha superato la soglia psicologica del 50%, raggiungendo il 50,1%. Un segnale di vitalità che arriva dal Mezzogiorno e che spinge la ripresa nazionale.

I dati nazionali

Secondo l’Istat, il numero complessivo di occupati si attesta a circa 24 milioni 169mila persone, sostanzialmente invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto tendenziale, seppure rallentata, continua la crescita del numero di occupati (+226 mila, +0,9% in un anno). Una crescita trainata da:

  • dipendenti a tempo indeterminato (+296mila, +1,9%);
  • degli indipendenti (+150mila, +3,0%);
  • che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-221mila, -7,7%).

Parallelamente, il numero di disoccupati si stabilizza (-9 mila, -0,5%), dopo i forti cali dei periodi precedenti, mentre prosegue la diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-150 mila, -1,2%).

Anche il tasso di disoccupazione resta stabile sul trimestre, al 6,3%, mostrando un lieve calo di 0,1 punti rispetto allo stesso trimestre del 2024. Il numero di disoccupati è pari a 1 milione 623mila, mentre continua la diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, scesi di 150mila unità in un anno a quota 12 milioni 294mila. Il tasso di inattività rimane stabile al 33%, in calo di 0,4 punti rispetto al secondo trimestre 2024.

Il record nel Mezzogiorno

Il Mezzogiorno, in particolare, raggiunge un record storico: il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni sale al 50,1%, il valore più alto dall’inizio delle serie storiche Istat nel 2004. Si tratta di un incremento rispetto al 49,9% del primo trimestre 2025 e al 49,3% dello stesso periodo del 2024.

Nel secondo trimestre 2025 le persone occupate nel Sud erano 6 milioni 549mila, 96mila in più rispetto a un anno fa.

Ma sono raddoppiati i lavoratori over 50

I dati evidenziano una fase di crescita, ma al tempo stesso mostrano un quadro complesso, influenzato da dinamiche demografiche e da criticità strutturali ancora aperte. Nel secondo trimestre 2025, secondo l’Istat, gli occupati over 50 hanno raggiunto quota 10 milioni 94mila, con un aumento di 96mila unità rispetto al trimestre precedente e di 422mila rispetto all’anno prima. Tale incremento è legato principalmente a due fattori:

  • l’invecchiamento della popolazione, con l’ingresso nel mercato del lavoro delle generazioni nate negli anni Settanta;
  • le norme più stringenti per l’accesso alla pensione.

Per comprendere il cambiamento è utile un confronto storico: nel 2004 gli over 50 al lavoro erano appena 4,8 milioni, meno della metà rispetto a oggi.

Le reazioni politiche

Il dato è stato salutato con entusiasmo dalle forze di maggioranza. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sostiene che i dati  “certificano il numero di occupati nel Mezzogiorno più alto mai registrato dal 2004. La strada è giusta, e continueremo a percorrerla, per costruire finalmente un’Italia nella quale tutti abbiano le stesse opportunità”.

Ma dalle opposizioni arriva una lettura diversa, che invita a non farsi ingannare dai numeri. Ha replicato il vicepresidente del M5S Mario Turco:

Ogni volta che l’Istat diffonde i dati sull’occupazione, governo e maggioranza suonano lo stesso spartito, utile a coprire le tante ombre che aleggiano sul mercato del lavoro: salari fermi e produttività stagnante. Il Cnel, nel Rapporto sulla produttività pubblicato due giorni fa, ha sottolineato che la crescita occupazionale 2022-2024 è stata trainata da attività a basso valore aggiunto. In pratica, i nuovi occupati – in gran parte over 50 – operano in settori che non trainano il Pil, fermo allo zero virgola.