Lavoratori stranieri in Italia, quanti sono davvero e da dove vengono in prevalenza

L'Inps ha fatto l'identikit del lavoratore straniero in Italia: si tratta di un giovane che vive al Nord, è impiegato nel settore privato e ha uno stipendio sui 16.000 euro annui

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 1 Dicembre 2024 19:48

L’Inps ha pubblicato l’identikit del lavoratore straniero in Italia facendo il punto sui paesi di maggiore afflusso, sull’età e sui redditi medi incassati. I dati, relativi all’anno 2023, sono stati resi noti nell’ambito dell’ultimo rapporto pubblicato dall’Osservatorio sugli stranieri.

I dati, va precisato, tengono conto dei contratti di lavoro e delle statistiche ufficiali. I numeri relativi al lavoro nero sfuggono a tali statistiche.

Nel 2023 il numero di cittadini stranieri, comunitari e non comunitari, rilevati dall’Inps è pari a 4.384.044 persone. Di essi i lavoratori attivi sono risultati essere 3.820.718, ovvero l’87,2%. Seguono, poi, 319.456 pensionati (7,3%) e 243.870 percettori di prestazioni a sostegno del reddito (5,6%).

Da dove vengono gli stranieri in Italia

Analizzando i dati per singolo paese, nel 2023 si conferma che le principali mete di partenza sono:

  1. la Romania, con 706.000 persone (pari al 16,1% del complesso degli stranieri rilevati);
  2. l’Albania con quasi 428.000 persone (9,8%);
  3. il Marocco con poco più di 342.000 persone (7,8%);
  4. la Cina con 223.000 persone (5,1%);
  5. l’Ucraina con oltre 217.000 persone (5%).

I maschi sono più delle femmine

Tra i cittadini stranieri prevale il genere maschile (56,7%), ma con forti differenze. Sono in prevalenza maschi, con picchi massimi, i lavoratori stranieri provenienti da Pakistan (94,6%), Bangladesh (93,7%), Egitto (92,0%), Senegal (82,8%), India (78%) e Marocco (71,3%). Il numero di lavoratori maschi è minimo invece da Ucraina (20,8%), Moldavia (33,3%), Perù (40,7%) e Filippine (42,5%).

Le età

Per quanto riguarda l’età, i cittadini extracomunitari sono generalmente giovani:

  • quasi la metà ha meno di 39 anni (45,6% contro il 31,3% dei cittadini comunitari);
  • il 43,3% ha tra i 40 e i 59 anni (contro il 52,5% dei comunitari)
  • l’11,1% ha più di 60 anni (contro il 16,2% dei comunitari).

La prevalenza di residenti extracomunitari giovani è in linea con i flussi migratori: secondo l’ultimo Rapporto Sai, in Italia il 90% degli stranieri accolti ha meno di 40 anni. Scendendo nei dettagli, la maggioranza degli arrivati, secondo il rapporto, ha un’età compresa tra i 26 ai 40 anni (31%), segue la fascia 18-25 anni (30,3%). I minorenni accolti nel 2023 in Italia sono stati 16.209 (29,7%).

Dove si trovano

Il 61,8% degli stranieri censiti dall’Inps nel 2023 risiede, o lavora, nel Nord Italia; il 23,3% si è trasferito nel Centro e il 14,9% risiede o lavora fra Italia meridionale e Isole.

Al Nord l’incidenza degli stranieri è di 9,9 su 100 residenti, al Centro di 8,7 su 100 e al Sud e nelle Isole di 3,3 su 100. A livello nazionale si parla di 7,4 stranieri ogni 100 residenti.

Gli stranieri lavoratori

Nel 2023 gli stranieri che lavorano, come anticipato, sono oltre 3,8 milioni. Si tratta in maggioranza di lavoratori dipendenti del settore privato: 3,3 milioni con una retribuzione media annua sui 16.000 euro. Il 57,5% sono maschi.

Andando in dettaglio:

  • 293.000 lavorano nel settore agricolo (74% maschi) con retribuzione media di circa 9.500 euro;
  • 2,6 milioni lavorano in settori diversi dall’agricoltura (64,5% maschi) e hanno una retribuzione media annua di circa 18.000 euro;
  • circa 492.000 sono lavoratori domestici (11% maschi) con una retribuzione media di circa 9.300 euro.

Il Decreto flussi

Uno dei cavalli di battagli del governo Meloni è la riscrittura del Decreto flussi. L’esecutivo punta a procedure più snelle per il nulla osta e la trasmissione dei contratti di lavoro degli immigrati. Prevista poi una ulteriore stretta contro lavoro nero e sfruttamento. Le opposizioni hanno contestato la parte del decreto che riguarda il ruolo delle Ong e la gestione dei migranti irregolari.