In Italia la vita lavorativa sale a 33 anni, ma in Ue è la penultima: la classifica Eurostat

Secondo un'indagine Eurostat la vita lavorativa in Italia è cresciuta, raggiungendo i 32,9 anni: valore, però, penultimo in Ue e che non vale per le donne

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La vita lavorativa media degli italiani è diventata più lunga, ma non per le donne e non abbastanza per l’Europa. Un’indagine Eurostat rivela come in Italia si lavori in media per 32,9 anni, un valore in crescita ma che rimane lontano dal livello generale europeo di 36,9 anni. Un divario che diventa ancora più marcato se si prendono in considerazione le lavoratrici, che nel nostro Paese hanno una carriera inferiore di ben 8,9 anni rispetto agli uomini, più corta di 6,4 anni se si considerano le donne nel resto del continente.

L’indagine Eurostat

Secondi i dati Eurostat sulla durata della vita lavorativa media, a partire dai 15 anni, la durata dell’occupazione della forza lavoro dell’Unione europea è aumentata costantemente dal 2013, ad eccezione del 2020, quando per l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 il livello è sceso a 35,6 anni dai 35,9 dell’anno precedente.

La tendenza è tornata a livello pre-pandemia nel 2021, per ricominciare a salire fino ai 36,9 anni registrati in generale nell’Ue nel 2023.

Se si considerano soltanto gli uomini, la durata prevista della vita lavorativa è di 39 anni con picchi nei Paesi del Nord Europa: il valore più alto si registra nei Paesi Bassi, con 45,7 anni, seguito dalla media di 44,1 anni segnata in Svezia e di 42,8 in Danimarca e Irlanda. Sul fondo della classifica la Croazia (35,4 anni), la Bulgaria e la Romania (entrambi 35,6 anni).

Il divario di genere

Per gli italiani si conta una durata della carriera di 37,2 anni, valore che crolla per il divario con la lunghezza della vita lavorativa delle donne, facendo registrare il gap di genere più largo (8,9 anni) davanti a Romania, Grecia e Malta che si aggirano attorno ai sette anni di differenza.

Per le donne, la durata media della vita lavorativa nell’Ue è di 34,7 anni, con le carriere più lunghe che si registrano in Svezia (41,9 anni), nei Paesi Bassi e in Estonia (entrambi 41,5 anni). Ultima di questa graduatoria al femminile proprio l’Italia con 28,3 anni, preceduta da Romania (28,5 anni) e Grecia (30,6 anni), nonostante nel nostro Paese il valore sia salito di 7 anni dal 2000.

Lituania ed Estonia sono stati gli unici paesi Ue in cui si registra un divario di genere negativo, cioè dove le donne lavorano più a lungo degli uomini, rispettivamente di 1,3 anni e 0,8 anni in più rispetto agli uomini. Tra gli altri, il gap più piccolo si rileva in altri due Paesi del Nord Europa, Lettonia e Finlandia, con solo 0,1 anni di differenza.

Tra il 2013 e il 2023, la durata della vita lavorativa è aumentata in tutti i paesi dell’Ue, tranne in Romania, unica nazione a sperimentare un calo (0,4 anni), dovuto principalmente a un calo tra le donne. Cinque paesi hanno registrato un aumento significativo, Ungheria (6,2 anni), Malta (5,3 anni), Irlanda (4,4 anni), Estonia (4,3 anni) e Paesi Bassi (4,0 anni), e in particolare la crescita fatta segnare da Malta è stata trascinata dall’estensione delle carriere femminili (8,9 anni), l’incremento più rilevante in tutta l’Ue.

In generale, sottolinea l’indagine Eurostat, la crescita riportate in tutta l’Unione europea è stata spinta proprio da un aumento diffuso della lunghezza della carriera delle lavoratrici più di quella dei lavoratori, fatta eccezione per Danimarca e Romania.