Riforma infermieri, nuovi corsi di laurea e possibilità di fare prescrizioni: contrari i medici 

Il ministero della Salute è pronto a una netta riforma per gli infermieri italiani fatta di nuovi corsi di laurea magistrale e la possibilità concessa ai professionisti di effettuare prescrizioni

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 14 Ottobre 2024 20:24

Il lavoro degli infermieri così come lo conosciamo oggi sta per cambiare radicalmente. Il ministero della Salute italiano, infatti, ha annunciato infatti l’arrivo di tre nuove corsi di laurea magistrale a indirizzo clinico per questa figura professionale e la possibilità per gli infermieri specializzati di poter fare le prescrizioni per dispositivi infermieristici. Una riforma decisamente epocale, contro la quale tuttavia si sono già schierati i medici italiani e le loro associazioni di rappresentanza che mettono in dubbio la competenza diagnostica degli infermieri.

I nuovi corsi di laurea per gli infermieri

Così come anticipato nei giorni scorsi dal ministro della Salute Orazio Schillaci in occasione del Consiglio Nazionale della FNOPI tenutosi a Roma, per gli infermieri italiani il dicastero ha previsto tre nuove lauree magistrali. Si tratta, più nello specifico di:

  • Cure primarie e Sanità pubblica;
  • Cure pediatriche e neonatali;
  • Cure intensive e nell’emergenza.

Tre nuove aree di specializzazione, dunque, che verranno recepite dalla classe di laurea da parte del Mur e che si prefiggono di creare delle nuove opportunità e sbocchi di carriera per gli infermieri italiani in possesso della laurea magistrale.

Il ministro Schillaci ha così annunciato l’iniziativa: “Stiamo lavorando a un progetto complessivo che guarda al futuro della sanità italiana e al ruolo cruciale che gli infermieri ricoprono oggi e che svolgeranno nell’assistenza sul territorio”.

La possibilità di prescrizione per gli infermieri

Oltre ai nuovi corsi di studio delle lauree magistrali per gli infermieri, c’è un’altra grande novità nell’intervento del ministero della Salute. Chi si specializzerà, infatti, potrà fare le prescrizioni di tipo infermieristico, intendendo con queste le ricette per dispositivi per l’incontinenza, materiali per le medicazioni o presidi per le stomie (sacche e cateteri). Fin qui, per questo tipo di prescrizioni, il compito è stato riservato soltanto ai medici, ma con la riforma il campo d’azione degli infermieri verrà esteso.

L’opposizione dei medici

Contro le possibilità paventate dal ministero della Salute si sono schierati i medici e i loro rappresentanti sindacali che si sono definiti “sconcertati” dalle decisioni del dicastero, in quanto prese senza nessun tipo di interpello.

“Siamo sconcertati e rammaricati per non essere stati interpellati come prevede la legge – ha detto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. Lo stesso evidenzia che ogni prescrizione richieda una diagnosi che è di “competenza del medico”. “Una competenza che il medico non si arroga, ma che gli viene conferita dalla legge, secondo il suo percorso di studi – ha aggiunto Anelli – La diagnosi è un atto medico complesso, che ha come fondamento tutta una serie di conoscenze che coinvolgono l’intero percorso di studi e non si esauriscono in uno o due esami universitari”.

“Attendiamo – ha concluso Anelli – di esaminare il provvedimento, che non conosciamo: laddove fossero attribuite ad altri professionisti competenze esclusive del medico, saremmo costretti a valutarne l’impugnazione”.

Per gli infermieri la riforma ottimizza la cura

Alle problematiche evidenziati dai medici hanno risposto gli infermieri che, invece, ben vedono l’intervento annunciato dal ministro Schillaci. Così come riferito da Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, la concessione delle prescrizioni agli infermieri potrà ottimizzare il percorso di cura dei pazienti.

“Gli infermieri – ha detto Mangiacavalli – non intendono minimamente prendere in mano la diagnosi medica che resta di esclusiva competenza del medico. Ma nella complessità dei Sistemi sanitari esiste anche la diagnosi infermieristica assistenziale da quando esiste il profilo professionale. E su questo tipo di diagnosi dopo 30 anni gli infermieri dopo una laurea magistrale avranno finalmente la possibilità di prescrivere quei presidi e quegli ausili che servono proprio a questa assistenza infermieristica”.