In Italia è allarme NEET: ecco quanti sono

In costante aumento, purtroppo, il numero di giovani che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione. Dietro di noi Grecia, Bulgaria e Spagna

Not in Education, Employment or Training, più noti come NEET: è quella quota di popolazione nella fascia 15-34 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione. E le notizie per il nostro Paese sono decisamente preoccupanti.

Allarme NEET in Italia: quanti sono

Sono, purtroppo, in costante aumento e nel 2020 lo Stivale è il paese in cui ci sono più neet rispetto a tutti gli altri Stati dell’Unione europea, con il 25,1%. Dietro di noi la Grecia (21%), la Bulgaria (19%) e la Spagna (18,6%).

ll numero di neet nella classe di età 15-34 anni, tra il 2007 e il 2014, è aumentato fino a raggiungere il primo posto nella classifica Eurostat nel 2020 con 3.085.000 unità. Di questi, ben 1,7 milioni sono donne. Il 25% delle ragazze con meno di 30 anni rientra nel gruppo e degli 8,6 milioni di donne in questa condizione, in tutta Europa, un terzo appartiene all’Italia, dove si riscontra un’alta quota di neet soprattutto nelle zone del Meridione.

È quanto emerge dal 34° Rapporto Italia dell’Eurispes dal quale emerge anche che casa e pensione integrativa sono gli investimenti che gli italiani farebbero in questo momento.

Casa e pensione integrativa, le priorità

Potendo investire, infatti, la casa rappresenta ancora un buon investimento per il 48,2% della popolazione. Al secondo posto si colloca la stipula di una pensione integrativa (40,6%), segue il deposito dei risparmi in conti bancari/postali (26,9%), mentre sono molto più tiepide le percentuali in favore degli acquisti di azioni, obbligazioni e fondi in Borsa (18,6%) e dell’acquisto di attività commerciali (16,4%).

Boom e-commerce

A non fare mai acquisti online sono il 22,8% degli italiani; tutti gli altri (il 77,2% nel complesso) lo fanno: il 29,2% qualche volta, il 24,6% raramente, il 15% spesso, l’8,4% abitualmente.

Le restrizioni che si sono rese necessarie in questi due anni segnati della pandemia hanno avuto un significativo impatto sulle nostre abitudini. Per quanto riguarda gli acquisti a domicilio, l’abitudine più diffusa è quella di ordinare la cena o altri pasti a casa (nell’ultimo anno lo ha fatto il 44,6%), seguono la spesa a domicilio (37,7%) e poi i farmaci a domicilio (23,8%). Sul fronte degli spostamenti, la bicicletta viene utilizzata nel 28,6% dei casi, il monopattino elettrico da un non trascurabile 16%, mentre il 40,4% riferisce di evitare i mezzi di trasporto pubblico ed il 38,8% i viaggi in treno e aereo. Appare molto diffuso il ricorso alle videochiamate con parenti ed amici (60,8%). Diffuso l’acquisto di abbonamenti a piattaforme streaming a pagamento (47,9%), mentre resta più di nicchia il noleggio o l’acquisto di strumenti per fitness domestico (22,9%).

Giustizia: due cittadini su tre non si fidano

Due cittadini su tre (65,9%) dichiarano di non avere fiducia nel nostro sistema giudiziario, mentre il 34,1% esprime il proprio consenso. Il 23% dei cittadini indica come motivazione principale del malfunzionamento della giustizia l’eccessiva lentezza dei processi, il 19,8% risponde che i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge, il 13,6% sostiene che le cause vadano ricercate nell’assenza di certezza della pena, il 12,1% si appella a cause
non ricomprese tra quelle proposte, l’11,9% afferma che le cause siano da ricercare all’interno delle scelte sbagliate operate dai magistrati, l’11,6% che le leggi sono inadeguate. Solo l’8% asserisce che la giustizia in Italia funziona bene.

Metaverso, questo sconosciuto

Dall’indagine emerge anche un dato curioso: la maggior parte degli italiani non ha mai sentito parlare del Metaverso (56,7%); anche fra chi ne aveva già sentito parlare, il 22,1% non sa bene cosa sia. Solo il 21,2% afferma di sapere di che cosa si tratta.