Ferie non godute: scadenze e obblighi entro il 20 agosto

Entro il 30 giugno, i datori di lavoro devono verificare le ferie godute dai dipendenti e versare i contributi per quelle non fruite entro il 20 agosto

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 9 Agosto 2024 21:58

Ogni anno, entro il 30 giugno, i datori di lavoro devono fare i conti con il monte ferie goduto dai propri dipendenti. Questa verifica non è solo una formalità: se un lavoratore non ha usufruito di tutte le ferie spettanti nell’anno precedente, l’azienda è tenuta a versare i contributi previdenziali corrispondenti. Per le ferie maturate nel 2022, la scadenza per questo adempimento è fissata al 20 agosto.

Il diritto alle ferie: una protezione per il lavoratore

Le ferie non sono solo un periodo di riposo: rappresentano un diritto essenziale per ogni lavoratore. Secondo la legge, ogni dipendente ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie pagate all’anno. Queste non possono essere monetizzate, a meno che non si superi il minimo previsto. Le ferie devono essere pianificate in modo che il lavoratore possa godere di un periodo continuativo di riposo, nel rispetto delle esigenze aziendali.

Il calcolo delle ferie può variare in base a diverse situazioni, come le assenze per malattia o maternità, oppure cambiamenti nel contratto di lavoro. Da poco è stato introdotto anche il concetto di “ferie solidali”, che permette ai lavoratori di cedere parte delle proprie ferie a colleghi in difficoltà.

Le regole che disciplinano il godimento delle ferie

Il codice civile italiano e il D.Lgs. n. 66/2003 regolano i tempi e le modalità con cui devono essere godute le ferie. Le norme stabiliscono che almeno due settimane di ferie devono essere usufruite entro l’anno di maturazione, mentre le restanti possono essere fruite nei 18 mesi successivi. Questo significa che le ferie maturate nel 2022 devono essere consumate entro il 30 giugno 2024. Se il lavoratore non riesce a rispettare questa scadenza, il datore di lavoro può intervenire per evitare problemi.

Contributi previdenziali: cosa fare in caso di ferie non godute

Se un lavoratore non ha goduto di tutte le ferie maturate, l’azienda è obbligata a versare i contributi previdenziali sulla parte di ferie non usufruite. Questa operazione deve essere completata entro 18 mesi dalla fine dell’anno in cui le ferie sono state maturate, salvo diversi accordi contrattuali. La legge prevede che i contributi per ferie non godute scadano tra il primo e il 20 agosto, con la possibilità di effettuare i versamenti entro il 20 agosto senza incorrere in maggiorazioni.

Le conseguenze per chi non rispetta le ferie

Non rispettare i periodi di ferie può portare a sanzioni amministrative per il datore di lavoro. Le multe variano in base al numero di lavoratori coinvolti e alla durata della violazione. Per esempio, una violazione che riguarda fino a cinque lavoratori può costare da 120 a 720 euro, mentre in caso di violazioni più estese, le sanzioni possono arrivare fino a 5.400 euro.

Recupero dei contributi versati anticipatamente e sospensione dell’obbligo contributivo

Quando il lavoratore finalmente usufruirà delle ferie residue, l’azienda potrà recuperare i contributi anticipati. Questo può essere fatto utilizzando la causale “Ferie” nel sistema Uniemens, che permette di gestire in modo semplice e chiaro il recupero delle somme già versate.

L’obbligo di versare i contributi per ferie non godute può essere sospeso in caso di interruzione temporanea del lavoro per motivi come malattia, maternità o cassa integrazione. In questi casi, il termine per il versamento riprenderà a decorrere dal momento in cui il lavoratore tornerà in servizio. Questo principio è stato chiarito dal Ministero del Lavoro, che ha indicato le situazioni in cui questa sospensione è possibile.