Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è un accordo che stabilisce una collaborazione tra due soggetti:
- il lavoratore ovvero la persona effettiva che è destinata a svolgere un’attività lavorativa subordinata ad un datore di lavoro
- il datore di lavoro che può essere un soggetto fisico, giuridico o un ente, che si impegna a pagare l’impiegato per le attività compiute e a erogare i tributi previdenziali e assistenziali.
Come tutti sapranno, esistono due tipi di contratto: quello a tempo determinato e quello a tempo indeterminato. Nel contratto a tempo indeterminato, datore di lavoro e dipendente stabiliscono una collaborazione senza una data di fine definita, mentre nel contratto a tempo determinato esiste una scadenza prestabilita, eventualmente prolungabile.
Indice
Forma e contenuti del contratto di lavoro a tempo indeterminato
Il contratto di lavoro a tempo indeterminato deve essere redatto per iscritto e includere i principali dettagli relativi al rapporto di lavoro, come:
- Compiti e mansioni lavorative previste
- Inquadramento contrattuale
- Giorno mese e anno di inizio del contratto
- Cadenza e importo dello stipendio
- Zona e orari di lavoro
- Maturazione di periodo di riposo e giorni di ferie
- Presenza di una fase di collaudo
- Vincoli in caso di rinuncia al contratto
- Orario di lavoro da svolgere.
L’orario di lavoro dipende dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) di riferimento, che può variare a seconda del settore. Ad esempio, nel settore del commercio, l’orario standard è di 40 ore settimanali, come previsto dal CCNL.
Lavoro part-time
È possibile anche lavorare part-time con un contratto a tempo indeterminato, con tre diverse modalità di impiego ridotto:
- Part-time verticale: si usa questa definizione quando il lavoro viene svolto a tempo pieno solo per alcuni giorni durante la settimana o in periodi predefiniti nel corso del mese o dell’anno
- Part-time orizzontale: quando l’orario di ore lavorative giornaliere è minore rispetto al lavoro full time
- Misto: quando la modalità lavorativa avviene sia in maniera verticale che orizzontale
Periodo di prova
Nel contratto di lavoro a tempo indeterminato può essere previsto un periodo di prova preventivo, in modo tale da verificare l’adeguatezza del lavoratore per la mansione svolta.
Il rapporto di lavoro può però essere interrotto in tale periodo nel caso in cui il candidato non venga ritenuto idoneo per quella posizione. Tale interruzione non comporta obblighi per ambedue le parti. L’arco di tempo del periodo di prova è fissata dal CCNL di riferimento, con una durata massima di 6 mesi. Prima di essere effettuata, la prova dev’essere sottoscritta da entrambe le parti mediante un’apposita clausola del contratto.
Le mansioni e i trasferimenti nel contratto di lavoro a tempo indeterminato
Le mansioni comprendono l’insieme degli incarichi affidati al lavoratore, ovvero tutte le attività retribuite dal datore di lavoro. Prima dell’assunzione, il datore di lavoro assegna all’impiegato mansioni specifiche in linea con quanto previsto dal contratto collettivo, tenendo conto del livello e dell’inquadramento del dipendente. Infatti, all’interno del contratto collettivo, a ciascun livello di inquadramento sono attribuiti una serie di compiti specifici che possono essere assegnati al lavoratore.
Assegnazione di compiti diversi
Secondo la legge, il lavoratore dovrebbe essere assegnato alle mansioni per cui è stato assunto, o a mansioni simili di un livello superiore, se ha ottenuto una promozione, sempre considerando le mansioni della stessa categoria professionale che ha svolto di recente. Il cambiamento delle mansioni deve avvenire secondo regole precise:
- Assegnazione a mansioni inferiori: il Decreto Legislativo n. 81 del 2015 stabilisce che se ci sono cambiamenti nell’organizzazione aziendale che influenzano il lavoro del dipendente, quest’ultimo può essere spostato a mansioni di un livello inferiore, a condizione che siano della stessa categoria professionale. Il datore di lavoro, se necessario, deve fornire al dipendente una formazione prima che inizi a svolgere le nuove mansioni. Questo cambiamento non altera il livello professionale né la retribuzione del dipendente, tranne in casi eccezionali previsti dalla legge
- Assegnazione a mansioni superiori: un regolamento specifico è previsto anche per l’assegnazione a mansioni superiori. Tale spostamento, è previsto dalla legge e comporta per il lavoratore il diritto al trattamento corrispondente all’attività svolta. L’assegnazione momentanea della nuova mansione diviene poi definitiva
- Trasferimento ad altra unità produttiva: il lavoratore non deve essere trasferito da un’unità produttiva ad un’altra se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Pertanto gli spostamenti possono essere oggetto di contestazioni, ed in questo caso è compito del datore di lavoro dimostrare l’esistenza delle motivazioni che hanno prodotto il trasferimento.
Contratto di lavoro a tempo indeterminato: licenziamento e cessazione
Per porre fine a un contratto di lavoro a tempo indeterminato è obbligatorio un atto di recesso stilato in forma scritta dall’azienda e in via telematica dal lavoratore. L’atto di rinuncia è un’opzione che può essere avanzata da parte del lavoratore tramite dimissioni, o del datore di lavoro che procede con il licenziamento, oppure pattuito con intesa comune di entrambe le parti. Il lavoratore può rinunciare all’incarico fornendo le proprie dimissioni senza aggiungere giustificazioni, mentre il datore di lavoro può licenziare un dipendente a tempo indeterminato solo in tre casi specifici:
- Per giusta causa, quando a causa di gravi azioni compiute dal dipendente non avviene una regolare attuazione dell’attività lavorativa
- Per giustificato motivo oggettivo, per motivi legati all’attività produttiva dell’azienda oppure la programmazione del lavoro e il suo andamento conforme
- Per giustificato motivo soggettivo, ossia per un motivo legato a una mancata osservanza degli obblighi contrattuali del lavoratore.
Se uno dei soggetti decide di interrompere il contratto di lavoro, è tenuto a comunicarlo con un certo preavviso all’altra parte coinvolta. Solitamente, il tempo di preavviso è stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) della categoria di appartenenza. Se non viene rispettato il preavviso richiesto, potrebbe essere necessario versare un’indennità corrispondente alla retribuzione che sarebbe stata percepita durante il periodo di preavviso. Tuttavia, il dipendente ha la possibilità di rescindere immediatamente il contratto solo in caso di gravi violazioni da parte del datore di lavoro che rendano impossibile la continuazione del rapporto di lavoro..
Retribuzione contratto a tempo indeterminato
La retribuzione è la somma di denaro che il lavoratore riceve come compenso per il lavoro svolto. Il salario dovrebbe riflettere sia la quantità che la qualità del lavoro eseguito. Ciò significa che la retribuzione non dovrebbe dipendere solo dall’orario lavorativo, ma anche dalle mansioni svolte. I livelli minimi di salario sono stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in base alla posizione lavorativa. Tuttavia, datore di lavoro e dipendente hanno la libertà di concordare una retribuzione purché rispetti i requisiti minimi previsti.
Salario inferiore a quanto previsto: come comportarsi
Per verificare se lo stipendio corrisposto è conforme a quanto previsto dal contratto collettivo, è necessario consultare la tabella del CCNL. Tale operazione serve per individuare il salario minimo previsto in base al ruolo e all’anzianità di servizio.
Se il salario è inferiore a quanto indicato dal CCNL, è consigliabile consultare il proprio sindacato per un parere. Se possibile, è opportuno fare ricorso, poiché, come stabilito dal comma II dell’articolo 2099 del Codice Civile, in assenza di norme specifiche o di accordo tra le parti, spetta al giudice determinare la retribuzione adeguata, tenendo comunque conto delle opinioni delle associazioni professionali.
Tracciabilità dei pagamenti
Dal 1° luglio 2018 la remunerazione del dipendente può essere effettuata solo con strumenti tracciabili. Pertanto non è consentito elargire lo stipendio al lavoratore in contanti. I metodi di pagamento consentiti sono:
- il bonifico sul conto corrente del lavoratore;
- il pagamento tramite contanti allo sportello bancario o postale in cui il datore ha un conto corrente aperto purché abbia mandato di pagamento;
- l’assegno da dare al dipendente o a un suo delegato.
Il datore di lavoro che trasgredisce l’imposizione di saldare il salario attraverso mezzi tracciabili si espone al rischio di una sanzione amministrativa pecuniaria che può essere dai 1000 € fino ad un massimo di 5000 €.
Le clausole di fidelizzazione del lavoratore
Sussiste, da parte dell’azienda, l’eventualità di introdurre una sequenza di condizioni dirette alla fidelizzazione del lavoratore. Queste possono essere:
- Prolungamento del periodo di preavviso: nell’eventualità di un lavoratore altamente formato e che possieda delle particolari specializzazioni, può essere deciso con l’azienda un periodo di preavviso più lungo rispetto a quello previsto dal CCNL di riferimento. Questo consente al datore di lavoro di avere il tempo necessario a trovare un lavoratore con le medesime competenze;
- Patto di stabilità: si tratta di una clausola che indica una durata minima di permanenza presso la medesima azienda;
- Patto di non concorrenza: subordinato all’art. 2125 del contratto collettivo nazionale, è un patto con il quale il datore di lavoro si impegna ad assegnare una somma al lavoratore per evitare che quest’ultimo metta in atto un’attività concorrenziale verso la propria azienda.