Percorso e requisiti per diventare ambasciatore

Scopri come diventare ambasciatore, da quale percorso di studi scegliere a quanto si può guadagnare

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Redazione

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La carriera diplomatica comporta un percorso lungo e complesso, scegliendo innanzitutto gli studi giusti e realizzando esperienze professionali adeguate per maturare i requisiti richiesti da questo tipo di incarico. Allo stesso tempo si tratta di una professione ricca di soddisfazioni, una carica di elevato prestigio e di alta responsabilità. Ecco come diventare ambasciatore, dagli studi da intraprendere a quanto guadagna oggi un diplomatico.

Come si diventa ambasciatore

Prima di sapere come si diventa un diplomatico bisogna innanzitutto capire se è realmente la professione adatta alle proprie esigenze. L’iter per ricevere l’incarico di ambasciatore, infatti, non è affatto semplice né di breve durata, inoltre sono richieste conoscenze e competenze avanzate in diversi ambiti. Si tratta anche di una vita complessa da gestire, poiché è necessario viaggiare spesso nel mondo e accettare degli incarichi all’estero della durata di diversi anni.

Un ambasciatore può anche cambiare paese di continuo, deve conoscere in modo approfondito almeno tre lingue ed essere in grado di gestire incarichi di grande responsabilità. Tutti questi aspetti rendono la carriera diplomatica particolarmente complessa e selettiva, infatti è una scelta ambiziosa che richiede un notevole impegno e un’elevata disponibilità. Bisogna avere anche molta pazienza, poiché il cammino per diventare un ambasciatore dura vari anni e non sempre garantisce il raggiungimento dei propri obiettivi.

I requisiti per diventare un ambasciatore

Per diventare un diplomatico è essenziale possedere una serie di requisiti essenziali. Innanzitutto, bisogna essere cittadini italiani, quindi è necessario essere nati in Italia o aver preso la cittadinanza italiana. In secondo luogo, non bisogna avere delle pendenze penali, mostrando il rispetto per le leggi e un’elevata onorabilità. Inoltre, è indispensabile conseguire una laurea magistrale e un master, superando infine un concorso pubblico particolarmente complesso e selettivo.

Questi requisiti rendono la carriera diplomatica un percorso che deve essere pianificato con largo anticipo, dedicandosi in modo integrale al raggiungimento di questo traguardo professionale. È necessario infatti programmare ogni step in maniera accurata, sia dal punto di vista personale che accademico. Allo stesso modo bisogna compiere le scelte giuste e non commettere errori, risultando flessibili e disponibili soprattutto all’inizio della carriera.

Un aspetto importante riguarda le esperienze internazionali, in grado di valorizzare il proprio curriculum e aumentare le chance di successo nella carriera diplomatica. Durante il percorso di studi, infatti, è consigliabile realizzare dei viaggi all’estero per motivi di studio o lavoro, in grado di arricchire il proprio bagaglio di competenze e conoscenze. Ciò vale soprattutto per l’approfondimento delle lingue straniere, un processo in cui i soggiorni temporanei all’estero rappresentano un differenziale cruciale.

Gli studi per diventare ambasciatore

Il cammino per diventare un ambasciatore inizia con la scelta del percorso di studi dopo il liceo, per questo motivo bisogna selezionare con attenzione il corso di laurea magistrale da frequentare dopo la scuola secondaria di secondo livello. Le facoltà più affini con la professione del diplomatico, attraverso le quali acquisire le conoscenze giuste, sono:

  • economia;
  • scienze dell’amministrazione;
  • giurisprudenza;
  • scienze politiche;
  • relazioni internazionali.

Queste lauree magistrali consentono di ottenere un bagaglio tecnico adeguato per intraprendere la carriera del diplomatico, una professione che richiede conoscenze di tipo economico, legale e di politica internazionale. Si tratta di percorsi di studi quinquennali e a numero chiuso, quindi è necessario superare un difficile esame di ammissione per essere accettati nelle migliori facoltà italiane pubbliche o private.

Dopo il conseguimento della laurea magistrale è essenziale proseguire il percorso di studi, specializzandosi in alcuni settori attinenti la professione dell’ambasciatore. Fermarsi alla laurea, infatti, pregiudica la carriera diplomatica, in quanto si tratta di un incarico che richiede un bagagliaio accademico più avanzato e specifico. In questi casi è fondamentale prendere almeno un master, oppure seguire un corso di alta formazione, altrimenti è possibile proseguire e puntare anche al dottorato.

Durante gli studi è necessario imparare anche tre lingue straniere, in genere scegliendo obbligatoriamente la lingua inglese e altri idiomi molto diffusi parlati a livello globale come il francese o lo spagnolo. Naturalmente è possibile optare per altre lingue come il tedesco, il cinese, il russo o il portoghese. Ad ogni modo, è consigliabile ottenere prima un livello avanzato in inglese, francese e spagnolo, per poi aggiungere eventualmente altre lingue al proprio curriculum.

Come funziona il concorso per diventare ambasciatore

Una volta in possesso dei requisiti, per diventare ambasciatore è necessario superare il concorso pubblico che consente di entrare nella diplomazia italiana. Le prove si tengono ogni anno e richiedono una serie di condizioni per poter essere ammessi:

  • cittadinanza italiana;
  • età massima di 35 anni;
  • titolo universitario idoneo;
  • pieno godimento dei diritti politici;
  • certificato di idoneità psicofisica.

Il concorso per ambasciatori prevede prima di tutto una selezione iniziale, realizzata attraverso una prova attitudinale per l’accesso agli esami successivi, mediante la quale vengono verificati alcuni requisiti e conoscenze da parte dei candidati. In particolare, la preselezione consiste in un questionario a risposta multipla, con domande inerenti la logica, le lingue straniere e le discipline relative al settore.

Per superare la prova selettiva bisogna rispondere correttamente ai due terzi dei quesiti, altrimenti non è possibile proseguire il concorso pubblico. Successivamente bisogna sostenere cinque prove scritte differenti, ognuna delle quali verte su una tematica specifica:

  • storia delle relazioni internazionali, ad iniziare dal Congresso di Vienna fino ad oggi;
  • nozioni di diritto internazionale pubblico e diritto internazionale relativo all’Unione Europea;
  • conoscenza della lingua inglese, attraverso una composizione su tematiche d’attualità internazionale e senza l’utilizzo del dizionario;
  • politica economica e cooperazione economica, finanziaria multilaterale e commerciale;
  • composizione inerente tematiche d’attualità internazionale in una lingua straniera a scelta tra spagnolo, francese e tedesco, senza l’uso del dizionario.

In seguito alle prove scritte la commissione esaminatrice assegna un punteggio ad ogni candidato, tenendo conto dei risultati degli elaborati e dei titoli posseduti dai vari partecipanti. In questo caso vengono tenuti in conto i titoli ottenuti dopo la laurea, come dottorati, master e altri diplomi di specializzazione, oltre all’attività svolta per almeno due anni in organizzazioni internazionali.

L’ultima prova orale, alla quale non sono ammessi i candidati che non hanno superato per tre volte le prove scritte, prevede un colloquio sugli argomenti degli esami scritti e su altre tematiche, tra cui:

  • contabilità di Stato;
  • diritto pubblico italiano sia costituzionale che amministrativo;
  • geografia economica e politica;
  • nozioni istituzionali di diritto internazionale privato e diritto civile.

La prova orale include anche una prova di informatica, valutata in modo unico della commissione. La prova prevede che il candidato si esprima su una tematica indicata dal presidente della commissione, per valutare le sue capacità a parlare in pubblico e l’abilità nel valutare dei temi di attualità internazionale in modo sintetico e chiaro, considerando anche la capacità di persuasione degli ascoltatori nell’esprimere il proprio punto di vista sull’argomento.

Come iscriversi al concorso pubblico per diplomatici

Ogni anno viene pubblicato un apposito bando nella Gazzetta Ufficiale, all’interno del quale sono presenti tutte le informazioni relative al concorso pubblico per diplomatici. Ad ogni modo, è necessario inviare la domanda entro 45 giorni dalla data di pubblicazione del bando, mandando la richiesta presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – DGRI – Ufficio V, compilando il modulo online disponibile presso il sito ufficiale portaleconcorsi.esteri.it.

Come funziona la carriera diplomatica

Naturalmente non si diventa subito ambasciatori dopo il superamento del concorso pubblico, ma si inizia la carriera diplomatica. I gradi sono diversi, ognuno dei quali prevede funzioni specifiche e un determinato svolgimento della carriera.

  • Segretario di legazione: può svolgere varie funzioni come vice console presso un consolato generale di prima classe, un consolato o il consolato generale, come capo di vice consolato o secondo segretario presso una rappresentanza diplomatica. Deve affrontare un periodo di prova di 9 mesi, quindi viene impiegato presso il Ministero degli Esteri per un periodo di 2-3 anni, poi riceve due assegnazioni all’estero della durata ognuna di 3-4 anni. Dopo 10 anni e 6 mesi viene promosso a consigliere di legazione.
  • Consigliere di legazione: questo incarico può comprendere varie funzioni, come console presso il consolato generale di prima classe, capo di consolato di prima classe o consigliere presso una rappresentanza diplomatica. La carriera prevede un incarico al Ministero degli Esteri di 2-3 anni, più una destinazione all’estero della durata di 3-4 anni. Dopo almeno 4 anni è possibile essere promossi a consigliere d’ambasciata.
  • Consigliere d’ambasciata: la funzione legata a questo grado può essere quella di capo di consolato generale, console generale aggiunto presso il consolato generale di prima classe, oppure di primo consigliere in una rappresentanza diplomatica. L’assegnazione può avvenire presso il Ministero degli Esteri o all’estero, con la promozione a ministro plenipotenziario dopo una permanenza nel ruolo di almeno 4 anni.
  • Ministro plenipotenziario: questo grado è il più alto prima dell’ambasciatore, il quale può comportare le funzioni di capo di rappresentanza diplomatica, capo di consolato generale di prima classe o ministro consigliere presso una rappresentanza diplomatica. L’incarico può essere all’estero o presso il Ministero degli Esteri, con la promozione ad ambasciatore dopo almeno 6 anni.
  • Ambasciatore: è il massimo ruolo diplomatico, il quale comporta la funzione di capo di rappresentanza diplomatica, anche in questo caso con la possibilità di assegnazione all’estero oppure presso il Ministero degli Esteri. La nomina ad ambasciatore, al pari di quella a ministro plenipotenziario, avviene attraverso un decreto del Presidente della Repubblica, dopo l’indicazione del Consiglio dei Ministeri su proposta del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Quanto guadagna un ambasciatore

Tra le carriere istituzionali l’ambasciatore offre senza dubbio un’eccellente retribuzione, ripagando dei sacrifici compiuti per ottenere questo incarico molto ambito. I diplomatici italiani infatti ricevono un compenso tra i più elevati a livello europeo, con uno stipendio medio di 120 mila euro lordi annui. Inoltre, un ambasciatore ha diritto a diverse agevolazioni, dall’indennità di trasferta per i soggiorni all’estero a un’abitazione all’interno dell’edificio dell’ambasciata.

Ovviamente, la retribuzione dipende dal tipo di incarico, dal paese in cui si svolge l’attività diplomatica e dal grado ottenuto, con differenze sostanziali tra un segretario di legazione e un ambasciatore. Ecco gli importi annui lordi comprensivi della tredicesima mensilità riportati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale:

  • segretario di legazione – da 62.041,62 euro a 73.970,21 euro l’anno;
  • consigliere di legazione – da 81.261,07 euro a 117.626,53 euro l’anno;
  • consigliere d’ambasciata – da 133.942,22 euro a 172.439,62 euro l’anno;
  • ministro plenipotenziario – da 154.908,57 euro a 240.000,00 euro l’anno;
  • ambasciatore – da 203.271,28 euro a 240.000,00 euro l’anno.