Chi sono i “navigator” e cosa c’entrano con il reddito di cittadinanza

Quale sarà il compito dei navigator, ovvero dei tutor che aiuteranno i beneficiari del sussidio a cercare e a trovare un nuovo posto di lavoro

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 4 Gennaio 2019 12:08Aggiornato: 16 Aprile 2024 19:07

Sono circa 30.000 i cd. navigator che dovranno supportare un grande esercito di persone in cerca di occupazione. Queste sono infatti le ultime notizie circa una nuova categoria professionale su cui i cittadini si stanno interrogando. Chi sono i navigator?

In questo periodo, non si arrestano le novità che gravitano intorno ad un argomento ormai diventato all’ordine del giorno, ovvero quello del reddito di cittadinanza, la misura frutto delle attività del Governo attuale – ma espressamente voluta dal Movimento 5 Stelle – per il sostegno di chi non ha un lavoro o comunque si trova in condizioni economiche precarie.

Stando alle prime indiscrezioni, non sarà però così semplice accedere al sussidio ideato come supporto economico per coloro che non raggiungono i 780 euro mensili. Le limitazioni infatti sono numerose e sono state ideate dal Governo, per evitare che chiunque possa accedere con troppa facilità al contributo.

Pertanto, oltre alla finalità ‘assistenzialistica’ del contributo – pur nella sollecitazione a trovare un nuovo lavoro – spicca l’intento di evitare, in origine, fenomeni di abuso e irregolarità varie, che potrebbero colpire una ‘fresca’ misura come il RdC.

Come accennato in apertura, oggigiorno si parla con insistenza di una nuova categoria professionale – i navigator – la cui istituzione sarà utile a sostenere i percettori del reddito di cittadinanza, nella ricerca di un lavoro e nella formazione professionale. Ma chi sono esattamente? E davvero faranno trovare lavoro a chi lo ha perso e lo sta cercando invano? Vediamo più da vicino.

Chi sono i navigator

Oltre ai pensionati, il reddito di cittadinanza spetterà anche ai disoccupati – in possesso dei requisiti previsti – che sono alla ricerca di una nuova opportunità lavorativa. Ma chi li aiuterà a raggiungere questo importante obiettivo? La figura preposta sarà quella del citato navigator, ovvero colui che – come definito da Luigi Di Maio – dovrà “Seguire chi ha perso il lavoro, formarlo e reinserirlo nel mondo del lavoro”.

In termini pratici, il navigatori sarà un tutor, con un ruolo determinante in quanto:

  • non solo dovrà guidare passo passo il beneficiario del reddito di cittadinanza tra le proposte di lavoro che arriveranno
  • ma dovrà anche essere abile nel far risparmiare tempo alle società che sono alla ricerca di nuovi impiegati

Di fatto un ‘ottimizzatore’ di tempi e metodi per la caccia al lavoro, in grado di agevolare il percettore del RdC e coordinare e gestire la domanda e l’offerta.

Le attività svolte dai navigator

In base alle ultime indiscrezioni trapelate, i navigator lavoreranno con i Centri per l’impiego, coordinandosi con  i relativi impiegati e consultando database per accelerare il reinserimento del disoccupato.

Ma quali attività andranno a svolgere queste figure professionali? Ecco una lista delle principali:

  • supporto e coordinamento con le attività del Cpi territoriale
  • organizzazione di incontri con i beneficiari del RdC al fine di aiutarli concretamente nella ricerca di impiego
  • controllo del rispetto degli impegni assunti dai beneficiari
  • supporto delle aziende e dei datori di lavoro tramite attività di preselezione e prima ‘scrematura’ dei candidati
  • monitoraggio dei rapporti di lavoro creati grazie all’attività di intermediazione

Il navigator, oltre ad occuparsi dell’orientamento del beneficiario del sussidio, dovrà altresì dare un contributo effettivo alla fase di formazione del disoccupato, di fatto agevolando la stessa azienda che ha intenzione di assumerlo. La formazione, come sottolineato dallo stesso Di Maio, potrà avvenire “non necessariamente nei centri per l’impiego, ma anche in un centro privato o in un’azienda”.

Come verranno assunti i navigator

Su questo punto, c’è da considerare che il tempo è un po’ tiranno: tenendo presente che il reddito di cittadinanza entrerà in vigore dal primo aprile 2019, restano circa tre mesi per mettere su un progetto alquanto ambizioso.

Stando a quanto annunciato dallo stesso Di Maio: “Il navigator fa parte del programma di assunzioni che faremo. Lo selezioniamo con un colloquio per trovare persone con alto profilo per seguire i giovani che hanno perso il lavoro”.

Considerando i 5/6 milioni di persone che i navigator dovranno seguire in questo processo di formazione e ricerca di un nuovo lavoro, si stima che saranno necessari circa 30.000 tutor. 

Aggiornamento e rinvio: che fine hanno fatto i navigator?

Ad anticipare l’addio al RdC, archiviato infatti dal primo gennaio 2024 per dare spazio alla combinazione Assegno di inclusione – Supporto formazione e lavoro, vi fu il mancato rinnovamento dei contratti dei navigator. Quello di queste discusse figure professionali è stato un viaggio breve, compiutosi tra il 2019 e il 2022, e che non ha dato i frutti sperati.

Ne abbiamo già parlato diffusamente: i contratti dei navigator nell’autunno 2022 non furono rinnovati, dando luogo alla cancellazione di una categoria professionale a metà tra il formatore e l’impiegato del Cpi. Lo annunciò all’epoca la ministra del Lavoro Marina Calderone in una nota.

Come abbiamo rimarcato, si è trattato di una smentita ufficiale da parte dell’esponente del Governo di Giorgia Meloni, rispetto alle notizie in precedenza circolate sulla stampa a proposito di un ulteriore rinnovo dei contratti – scaduti il 31 ottobre – fino a fine 2022.

Nulla di tutto ciò ma un addio ai navigator che, a ben vedere, non avevano favorito un ‘salto di qualità’ nel meccanismo del reddito di cittadinanza. Tra disoccupati in perenne ricerca di lavoro, abusi, irregolarità e norme più volte riviste e corrette, l’attuale Esecutivo ha preferito archiviare questa figura professionale di intermediazione e ha scelto di farlo, peraltro, in un periodo in cui già moltissimi consulenti si erano già dimessi e avevano trovato un altro lavoro in aziende private o nella PA vincendo concorsi pubblici. All’epoca della decisione della ministra Calderone, erano ormai solo circa mille navigator a svolgere ancora tale lavoro, rispetto ai tremila assunti anni prima con un concorso nazionale.