Una lunga onda di bandiere issate ha invaso questa mattina la tangenziale di Bologna: sono circa 10.000 i metalmeccanici scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto da oltre un anno.
Una mobilitazione imponente, promossa da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, che ha portato il corteo a deviare dal percorso autorizzato e a occupare un tratto della tangenziale, paralizzando il traffico. La Questura annuncia una pioggia di denunce.
Metalmeccanici in tangenziale a Bologna
Il corteo si era inizialmente radunato al Parco Nord di Bologna. Poi, poco dopo le 10:00, i metalmeccanici hanno attraversato via Stalingrado e sono entrati in tangenziale all’altezza dell’uscita 7, in direzione San Lazzaro.
Per circa un chilometro e mezzo, bandiere e striscioni hanno colorato l’asfalto della carreggiata, mentre il traffico si fermava creando fino a 10 chilometri di coda, come segnalato da Autostrade per l’Italia. Poi i manifestanti sono tornati al Parco Nord.
Gli organizzatori hanno dichiarato dal palco di avere concordato con la Questura la possibilità di sfilare in tangenziale, ma la versione ufficiale è diametralmente opposta. In una nota durissima, la Questura di Bologna ha denunciato la violazione degli accordi e annunciato che i partecipanti al blocco verranno denunciati penalmente, sulla base delle nuove disposizioni del Decreto Sicurezza che inaspriscono le sanzioni per i blocchi stradali non autorizzati.
Le ragioni della protesta
Alla base della mobilitazione c’è il rinnovo del contratto nazionale dell’industria metalmeccanica, scaduto da oltre un anno. Mentre sono stati chiusi gli accordi per i dipendenti di Stellantis e delle cooperative, il tavolo con Federmeccanica e Assistal è fermo dal dicembre scorso. Secondo i sindacati, sono già state effettuate 40 ore di sciopero da allora, senza alcun risultato concreto.
Durissimo il segretario generale del Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, secondo il quale i metalmeccanici sono scesi in strada perché
“il nostro contratto nazionale è scaduto da oltre un anno e non riusciamo a rinnovarlo… Chiediamo a Federmeccanica di riprendere il tavolo di trattativa, la loro posizione è inaccettabile. Il sindacalista accusa l’associazione datoriale di prendere “in ostaggio un milione e mezzo di lavoratori e il Paese. Il governo e le istituzioni devono sapere che se si fermano i metalmeccanici si ferma il Paese. Siamo molto arrabbiati, oggi ci comporteremo nel dovuto modo”.
Gli fa eco il coordinatore regionale della Uilm, Daniele Valentini:
“Voglio ricordare agli industriali che durante il periodo del Covid è grazie ai lavoratori e alle lavoratrici che le aziende hanno continuato a produrre e rimanere aperte e superare un periodo bruttissimo. E oggi invece non vogliono distribuire l’alta redditività ai lavoratori. Se non ci ascoltano noi continueremo a scioperare”.
Solidarietà dall’opposizione
La protesta ha ricevuto anche segnali di solidarietà da automobilisti e camionisti bloccati in coda, che hanno suonato i clacson in segno di sostegno. Invece, sul fronte politico, è già polemica per l’annuncio delle denunce. Duro il commento di Angelo Bonelli (Avs): “Il Decreto Sicurezza serve solo a criminalizzare il dissenso”. Più netto il collega Nicola Fratoianni: “Il governo pensa davvero di rispondere alla crisi sociale portando in carcere chi protesta per un lavoro dignitoso? Non osino toccare chi lotta pacificamente per il futuro della propria famiglia. Questi operai sono i veri patrioti”.
“Non ci fermeremo finché non si riaprirà il tavolo”, promettono i sindacati.