Ivan Meli non avrebbe mai immaginato di diventare il titolare di Ottica Rolin, l’attività aperta da suo padre Gino l’anno della sua nascita, nel 1962. Quando aveva solo 18 anni la sua vita è stata stravolta dalla perdita del genitore e da un’eredità difficile: le redini dell’attività di famiglia che, radicata nella tradizione e con uno sguardo costante all’innovazione e all’alta specializzazione del suo staff, oggi conta ben tre Centri Ottici, a Curno, a Bergamo e a Villa d’Almè.
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Dottor Meli, a 61 anni dalla sua fondazione, Ottica Rolin continua a essere un punto di riferimento per il territorio. Qual è il segreto?
“Ancora oggi ci sono clienti che ricordano mio padre, che era dotato di una grande intelligenza emotiva, dicendomi che oggi sarebbe fiero di vedere il lavoro che ho fatto. La voglia di far crescere quello che ha seminato è stata determinante nel successo di Ottica Rolin. Non l’ho cercata, ma questa è l’esperienza lavorativa più stimolante e appagante che potessi desiderare. Sono circondato da uno staff che in questi anni mi ha supportato e tante volte veramente sopportato, proprio come si fa in una grande famiglia.”
Qual è il suo modello di leadership?
“I miei dipendenti vengono definiti così solo dal mio commercialista. Per me sono collaboratori, perché tutti collaborano per portare avanti un progetto che deve funzionare nel migliore dei modi grazie anche alla sinergia tra grandi professionisti e alla volontà di dare ai nostri clienti la consulenza più precisa e dettagliata. Cerco di stimolare e motivare costantemente la mia squadra. Ma anche l’ascolto è importante. A volte nascono quelli che chiamo dissensi costruttivi. Se hai fiducia nelle persone con cui lavori, devi essere disposto a sentire cosa hanno da dire e, insieme, cercare soluzioni e realizzare nuove idee che nascono nelle menti appassionate, come le nostre, di questa bellissima professione.”
Chi è il collaboratore ideale?
“Oltre alle competenze tecniche, che riguardano il percorso di studi superiori e/o universitario e sono certificate, cerco determinate soft skill. Quando ero giovane avevo una grande fame di esperienze, volevo imparare il più possibile, a testa bassa e con una forte etica del lavoro, da bravo bergamasco. Oggi cerco nei collaboratori la stessa fame di crescere. Voglio persone che non usino il pilota automatico, ma che usino la testa e il cuore e che si sentano parte integrante di progetti che mettano al primo posto la passione per questa professione.”
Immagino che il settore dell’ottica sia sempre più competitivo. Quali difficoltà ha dovuto affrontare Ottica Rolin negli anni e in cosa si differenzia dalla concorrenza?
“L’ingresso delle grandi famiglie e delle multinazionali nel settore ha rappresentato una sfida costante. Ma i clienti scelgono noi perché siamo attenti ai loro bisogni. I nostri optometristi ascoltano le loro esigenze, con consulenze meticolose sul difetto visivo, spiegazioni precise sul tipo di lenti più adeguate a correggerlo, e indicazioni estetiche sulla montatura capace di valorizzare la personalità di ogni cliente.
A tutti i miei collaboratori, infatti, dico sempre questa frase: Per ogni vendita che non concludi a causa del troppo entusiasmo, ne perdi un centinaio per non essere stato abbastanza entusiasta. Il tempo utilizzato con il cliente, per spiegare il perché un occhiale sia più adatto o abbia un determinato prezzo, è un investimento prezioso anche se non si conclude con una vendita. Il motore è e deve essere sempre l’entusiasmo, la passione. Chi viene nei nostri Centri Ottici percepisce questo atteggiamento.”
La relazione con il cliente, quindi, vi contraddistingue.
“Assolutamente. In un mondo dove tutto è virtuale e asettico, dove è possibile ordinare online senza conoscere il professionista dall’altra parte, essere umani è e continuerà a essere la strategia vincente. Il cliente va dove si sente a casa e dove trova persone disposte a risolvere i suoi problemi. I nostri tre Centri Ottici, quello di Curno, in un importante centro commerciale, di Bergamo, nel centro della città, e di Villa d’Almè, in provincia ai piedi della Val Brembana, hanno un’utenza variegata. E bisogna essere in grado di adattarsi a ogni necessità, sempre con la massima serietà.”
Qual è il futuro del settore dell’ottica e cosa è cambiato da quando Ottica Rolin ha iniziato la sua attività, nel 1962?
“Il settore è cambiato tanto negli anni grazie a nuove innovazioni e tecnologie sempre più precise e specializzate. Oggi esiste la figura dell’optometrista, specializzata nella correzione del difetto visivo, diversa da quella dell’oculista, che invece è il medico che si occupa soprattutto delle patologie visive. Da qualche anno si è iniziato a parlare di rieducazione visiva quando ci sono alterazioni dell’attività visiva a cui è possibile rimediare con percorsi ed esercizi che facciamo nei nostri centri, soprattutto con persone che passano molte ore davanti agli schermi a poca distanza per lavoro o passione, o che per posture scorrette hanno visto insorgere anomale problematiche visive.”
E come immagina Ottica Rolin tra altri 60 anni?
Sempre attenta al bisogno visivo espresso dal cliente, sempre più dotata di strumentazioni che daranno informazioni ancora più dettagliate per risolvere i problemi in maniera puntuale. Nel 2050 si stima che la popolazione dei miopi a livello mondiale raddoppierà. Ci saranno miliardi di persone con difetti visivi, e sarà nostro compito fare fronte alle loro esigenze. Siamo già concessionari dei brand più famosi, e siamo partner dei player più importanti di ogni settore del mondo della visione. Mi immagino che continueremo a offrire prodotti di massima qualità senza mai dimenticare da dove proveniamo e l’ambiente che ci caratterizza: quello di una vera famiglia. Io non ci sarò più probabilmente, ma avrò lasciato il testimone a mia figlia Roberta, che è entrata a lavorare in Ottica Rolin da quasi un decennio, seguendo le mie orme e quelle del nonno.