La forza pervasiva dell’AI è ormai chiara in molteplici campi concorrendo alla creazione di nuove potenzialità. Il futuro richiede un cambio di visione culturale e la necessità di focalizzare l’attenzione sulla formazione. Parliamo di AI con Michele Ficara Manganelli, Founder e Director di Swiss Blockchain Consortium, testimonial e trendsetter di successo.
Uno studente canadese di Toronto, il 22enne Edwar Tian, ha realizzato un’app capace di determinare se un testo scritto sia stato realizzato o meno da un’intelligenza artificiale per la felicità, soprattutto, dei professori delle scuole americane. Ha senso, in un’ottica di innovazione tecnologica, comprendere l’origine del testo o forse è preferibile supportare un cambiamento di mindset?
In realtà la stampa ha dato molta eco a questa notizia che, invece, si è rivelata pressoché imprecisa in quanto quella app, cosiddetta GPTZERO, ha immediatamente avuto grossi problemi di funzionamento, sia in termini di carico di lavoro che di precisione nella risposta. Diciamo che si è trattato di una mezza fake news molto pompata dalla stampa mainstream per esigenze di clickbait.
Successivamente la stessa OpenAI ha reso disponibile una nuova app per rilevare il testo prodotto dalla AI, ma anche questa presenta un funzionamento incerto ed impreciso e funziona solo con larghi blocchi di testo.
Personalmente penso che sia giusto potere verificare l’origine di un testo, soprattutto per capire se chi ha usato la AI per generarlo ha lavorato bene dal punto di vista semantico e a livello di prompt manager, aggiungendo, quindi, del vero valore umano a quanto prodotto dalla AI.
ChatGPT è in grado di creare, contestualizzare e interpretare criticamente i contenuti proposti, intrattenendo un dialogo con l’interlocutore. Quali effetti, nel breve termine, avrà questa evoluzione esponenziale delle reti neurali sul giornalismo e sull’informazione?
Anche in questo caso il “prompt manager”, ovvero chi gestirà e determinerà gli output della AI, farà la differenza a livello di valore aggiunto nella produzione articolata dei contenuti.
Ricordiamoci che GPT-3 è solo un oracolo a cui solo se facciamo le domande giuste avremo le risposte ed il testo più appropriato.
Quanto è importante una campagna educativa sull’AI sia a livello aziendale che del singolo? Quali benefici porterebbe?
Più che una campagna educativa serve una campagna formativa sull’uso professionale della AI. Solo in questo modo genererà un valore aggiunto per l’impresa e risulterà fondamentale nella competizione globale sui mercati.
Attraverso una nuova tecnologia di riconoscimento facciale, che adopera l’intelligenza artificiale, un team delle università di Nottingham e di Bradford ha scoperto che un dipinto precedentemente attribuito a un artista sconosciuto ha un’altissima probabilità di essere un capolavoro di Raffaello. Non è una lotta tra “macchina” e uomo, ma è necessario pensare all’AI come un valido supporto nelle attività professionali. In quali settori il contributo dell’AI sarà determinante per traguardare nuovi e importanti risultati?
Di fatto credo in qualsiasi settore.
L’utilizzo della AI genera un salto quantistico in tutti i comparti della informazione moderna. Un salto che non si può evitare, pena il rischio di rimanere obsoleti ed arretrati, perdendo, quindi, il proprio posizionamento sul mercato competitivo globale.
Omar Al Olama, ministro degli Emirati Arabi Uniti per l’intelligenza artificiale ha dichiarato: “Non dovreste neanche accorgervi di usare la tecnologia. Quello che dovreste vedere è un miglioramento esponenziale della qualità del servizio. L’uso dell’intelligenza artificiale nell’amministrazione significa una presenza pervasiva della tecnologia. Avrete una fornitura di servizi proattiva. Avrete i servizi migliori, avrete la sensazione che il governo vi capisca, senta le vostre esigenze: vi fornirà servizi su misura. Questo è l’impatto dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite”. Credo che questa frase possa rappresentare il giusto modo di vedere la tecnologia, in generale, l’AI in particolare, ma, soprattutto, il giusto modo in cui i Governi dovrebbero impostare la trasformazione digitale di un Paese. Cosa manca alla nostra Nazione per essere un paese proattivo e incentrato sull’utente?
In Italia deve esserci un cambio di visione generale. In Italia l’evoluzione digitale è sempre stata strumentalizzata al servizio del burocrate e mai per vantaggi del cittadino e dell’utilizzatore finale.
Basti pensare all’avvento della fattura elettronica, che non ha portato nessun beneficio al contribuente, ma solo al Fisco e allo spid, uno strumento digitale di fatto inutile e complicato da utilizzare considerando che esiste già la CIE con il PIN pronta all’uso.
Peccato che ci vogliano mediamente sei mesi per ottenerla.
Si spera, quindi, in un cambio drastico di rotta, affinché la AI possa essere utilizzata proficuamente per migliorare l’interazione con il cittadino digitale, invece di complicarla ulteriormente.
Una delle barriere all’evoluzione del Metaverso è la produzione semplificata di contenuti tridimensionali. L’AI potrà rappresentare la chiave di volta per una progressione significativa e positiva del Metaverso, anche in termini di attrattività?
A livello grafico la AI è una evoluzione impressionante, ma si deve stare molto attenti alla produzione di video e contenuti Deep fake, cosa che oggi avviene già in maniera estremamente facile.
In qualsiasi caso, anche qui, la capacità del Prompt manager di produrre contenuti ad hoc farà la grande differenza.