Assicurazioni, il futuro è nelle polizze “embedded”. Millennials e Gen Z le vogliono sempre di più

Cresce, e lo farà sempre di più, il mercato delle assicurazioni integrate. Sono online, facili, veloci, sicure e soprattutto piacciono ai giovani

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Mai sentito parlare di assicurazioni “embedded”? Anche se non avete idea di cosa significhi questa espressione, forse vi sarà capitato almeno una volta di sottoscriverne una. Il termine “embedded insurance” (letteralmente “assicurazione integrata” o “assicurazione incorporata”) fa riferimento a polizze assicurative che possono essere acquistate in combinazione con i prodotti da assicurare, effettuando quindi un’unica transazione.

Lo sono ad esempio le coperture assicurative sottoscritte quando acquistiamo un elettrodomestico, le polizze viaggio acquistate insieme al viaggio stesso, quelle che compriamo assieme al biglietto di un evento, in caso di annullamento o impossibilità ad andarci, e così via. Spesso dunque quelle mini assicurazioni che si coprono nel momento in cui utilizziamo dei servizi. Il vantaggio è evidente: sono online, facili, immediate, spesso consigliate (quindi non si deve nemmeno perdere tempo a capire cosa fare) e sicure.

Le principali compagnie assicurative come AXA, Allianz e Aviva stanno già approfittando di questa tendenza – pur in un mercato sempre più florido che solo in Italia e solo nel 2023 ha sfiorato gli 8 miliardi di utili – collaborando con aziende tecnologiche e piattaforme di e-commerce per espandere le loro offerte. Ma in prima linea in questa rivoluzione della finanza integrata ci sono le cosiddette startup insurtech, che utilizzano l’Intelligenza artificiale e il machine learning per creare soluzioni assicurative su misura che si integrano perfettamente nei servizi ai consumatori.

I settori che rappresentano i migliori esempi di embedded insurance sono quello delle auto (aziende come Tesla integrano assicurazioni basate su dati di guida in tempo reale per offrire premi personalizzati agli automobilisti), immobiliare (piattaforme quali Redfin incorporano l’assicurazione direttamente nei loro processi di pagamento immobiliare) e vita e salute (le piattaforme di e-commerce, in particolare quelle che vendono prodotti per il benessere, offrono anche assicurazioni vita e salute).

La novità, ora, è che, mentre un tempo a parlare di assicurazioni, polizze, tutele in caso di cose che non vanno ecc erano gli adulti, spesso pure un po’ agé, ora l’argomento interessa – e parecchio – anche i giovani. Le assicurazioni integrate stipulate su piattaforme tecnologiche ad hoc sono infatti sempre più richieste, e in particolare dagli under 35.

Secondo un recente report realizzato da BCG-Boston Consulting Group, le nuove generazioni sembrano essere quelle maggiormente aperte all’innovazione. “A livello globale l’84% della Gen Z e il 75% dei Millennial affermano che comprerebbero un prodotto embedded insurance, contro il 59% della Gen X e il 46% dei Baby Boomer”, spiega a QuiFinanza Tommaso Giovannini, Practice Manager Insurance di Mia-Platform.

Giovannini, come mai questo trend tra i più giovani?

I Millennials e la Gen Z sono noti come consumatori “point-and-click”, preferiscono processi d’acquisto semplici e rapidi. E questo è vero soprattutto quando si tratta di prodotti assicurativi. Non vogliono investire ore leggendo documenti complessi o interagire ripetutamente con un agente per acquistare una polizza. Cercano invece immediatezza e trasparenza, prediligendo il formato digitale. Desiderano che l’assicurazione sia inclusa o comunque disponibile al momento dell’acquisto, le polizze digitali integrate o “embedded” appunto.

E quali sono i settori in cui Millennials e Gen Z chiedono polizze embedded?

Al top ci sono sicuramente l’automotive e il travel: in media il 30% tra Millennial e Gen Z acquisterebbe volentieri polizze assicurative integrate direttamente nel processo di vendita e manutenzione delle automobili e assicurazioni di viaggio come parte integrante del pacchetto di servizi forniti dalle travel agency. Se prendiamo in considerazione l’automotive, il recentissimo report “Embedded Auto Insurance” realizzato da Polly Insurance ha evidenziato che per 4 persone su 5 appartenenti alla Gen Z e ai Millennial l’assicurazione dovrebbe essere parte del processo di acquisto dell’auto, ritenendo il 75% più conveniente acquistare veicolo e assicurazione insieme.

E per il travel? Fa così tanto la differenza avere o non avere un’assicurazioni collegata al viaggio?

Sì. Ugualmente, se parliamo di viaggi, ormai da tempo è diffusa la tendenza a comprare un’assicurazione contestualmente all’acquisto dei biglietti per i viaggi in treno o in aereo.

Parlando di viaggi si pensa spesso ad affitti brevi e sistemazioni varie…

Anche per le prenotazioni di case in affitto questo fenomeno è evidente. Secondo alcune stime, infatti, il mercato globale dell’embedded insurance nei viaggi e nell’hospitality conoscerà un incremento di circa il 97% in 7 anni, passando da un valore di 18,8 miliardi di dollari del 2023 (poco meno di 17 miliardi di euro) a 37 miliardi entro il 2030 (oltre 33 miliardi di euro).

Lato settore come siamo messi? Il comparto assicurativo è ancora per la maggior parte ancora legato a sistemi informatici tradizionali. È già pronto a questo cambiamento?

Questa è la grande sfida da vincere in futuro. Certamente, in un mondo sempre più connesso e digitale, l’embedded insurance è una scelta obbligata per le compagnie assicurative, rappresentando la strada migliore per evolversi e quindi rimanere competitive. È dunque necessario che queste sviluppino processi operativi digitali per integrarsi rapidamente con il rivenditore.

Ad esempio come?

Grazie a un portale pubblico accessibile, ad esempio, in cui la compagnia espone i prodotti disponibili alla vendita e tutta la documentazione utile per integrare, dal punto di vista tecnico, determinati prodotti e i propri sistemi di compagnia, così che il rivenditore può conoscere in tempo reale il valore della polizza, il periodo di validità ecc. In questo modo si velocizza un processo d’integrazione che di solito richiede un tempo che varia tra i 6 e i 9 mesi, il che ci lascia bene intendere l’urgenza di disporre di questo modello operativo per ridurre i tempi d’implementazione e migliorare l’efficienza complessiva del processo d’integrazione e quindi di vendita.

Bisogna cambiare approccio, insomma…

Assolutamente. Diventa fondamentale adottare un approccio composable (sistemi tecnologici mediante i quali un’azienda può selezionare e integrare le migliori soluzioni commerciali presenti sul mercato per soddisfare le proprie specifiche esigenze di business, ndr) che consenta alle aziende assicurative di personalizzare l’offerta in base alle richieste dei partner, utilizzando una piattaforma digitale che disaccoppi il sistema legacy sottostante e lavori su singoli componenti.