Nube radioattiva verso l’Europa: Russia lancia l’allarme

La guerra in Ucraina può avere un durissimo impatto sulla salute dell'Europa: l'allarme da Mosca prontamente smentito

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È chiaro ormai come la guerra tra Russia e Ucraina, scatenata dalle mire di Putin, si combatta anche a livello mediatico. Un violento confronto mediatico, con dichiarazioni provenienti da Mosca che mirano a destabilizzare l’opinione pubblica.

Guardando all’Europa, si è già dovuto far fronte alla questione gas, che ha costretto i Paesi dell’Ue ad agire in maniera repentina, individuando soluzioni alternative, liberandosi in gran parte dal giogo della dipendenza dai gasdotti russi. Le conseguenze pratiche però non sembrano affatto finire qui (quelle politiche avranno di certo conseguenze molto più durature, ridisegnando probabilmente parte del sistema di alleanze globali, ndr). Il vecchio continente dovrebbe far fronte all’arrivo di una nube radioattiva. In merito, però, ci sono pareri contrastanti e di seguito proviamo a spiegare qual è la situazione attuale.

Nube radioattiva dall’Ucraina

Impossibile ignorare un allarme lanciato da Nikolai Petrushev, ovvero il capo del Consiglio di Sicurezza russo. Le sue parole hanno fatto il giro del mondo e riguardano le conseguenze legate a un bombardamento russo.

Il governo di Putin ha dato l’ordine di distruggere un deposito di munizioni all’uranio impoverito in Ucraina. Si trattava di aiuti inviati dall’Occidente, il che viene sottolineato con forza da Petrushev, quasi a evidenziare come le conseguenze paventate poco dopo siano lo scotto da pagare per aver scelto di schierarsi in questo conflitto.

Il risultato di questo bombardamento sarebbe la formazione di una nube radioattiva, che i venti starebbero spostando in direzione dell’Europa. Il capo del Consiglio di Sicurezza russo non ha specificato in alcun modo in quale area sia avvenuto il bombardamento. Ha però sottolineato come sia stato già registrato un aumento significativo dei livelli radioattivi in Polonia.

Analizzando svariate fonti, è possibile ricostruire il possibile attacco cui Petrushev fa riferimento. Sarebbe avvenuto il 13 maggio nella regione di Khmelnitsky, a ovest di Kiev. La gigantesca nuvola formatasi dopo il bombardamento ha reso la notizia virale, con svariati media russi che hanno discusso l’ipotesi di munizioni all’uranio impoverito esplose.

Numerosi i feriti e notizia segnalata anche dal bollettino di guerra dell’Ucraina, che non ha però diffuso dettagli sull’obiettivo colpito. A tutto il resto hanno pensato i social, soprattutto Telegram, con immagini di medici e infermieri protetti da tute bianche e mascherine durante le operazioni di soccorso.

Nube radioattiva in Europa: la smentita

La notizia di una nube radioattiva indirizzata verso l’Europa, lanciata con grave allarme dal capo del Consiglio di Sicurezza russo sarebbe una “bufala”? Di certo non mancano le smentite in merito. Quella più importante è forse rappresentata dall’Agenzia atomica polacca.

Considerando come la Russia abbia sottolineato una situazione d’allarme in atto in Polonia, il fatto che il sito ufficiale dell’agenzia sottolinei l’assenza di una notifica d’emergenza radioattiva è molto significativo.

Le condizioni del Paese sarebbero nella norma, con picchi riscontrati negli ultimi giorni ma non allarmanti e soprattutto non sorprendenti nei periodi di piogge. Silenzio radio, inoltre, da parte dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea). Condizioni regolari anche in Slovacchia, stando alle analisi dell’Istituto idrometeorologico e l’Autorità per la sanità pubblica.

Anche il governo ucraino ha provato a rasserenare la situazione, smentendo l’allarme partito da Mosca. Un elenco di fonti che si conclude con l’Isin, Ispettorato Nazionale per la Sicurezza nucleare e la Radioprotezione. Nessun allarme nube radioattiva all’orizzonte, quindi, con riferimento alle rilevazioni effettuate il 12 e il 17 maggio 2023. Nessuna variazione è stata individuata, con il livello di radioattività mantenuto nell’ordine della minima concentrazione rilevabile.