Meta, la società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, è sotto indagine da parte dell’Agcm per abuso di posizione dominante. La questione per la quale l’Antitrust ha avviato un procedimento cautelare riguarda proprio il servizio di messaggistica più diffuso in Italia e l’introduzione, al suo interno, dell’assistente Meta AI.
Secondo un esposto del Codacons, accolto dall’Antitrust, i termini e le condizioni sottoposte agli utenti per l’introduzione dell’assistente di intelligenza artificiale escluderebbero dal mercato le altre aziende che offrono servizi simili e quindi costituirebbero una violazione del diritto europeo.
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L’Antitrust apre un procedimento contro Meta
Nel mirino dell’Agcm sono finite in particolare le nuove contrizioni contrattuali di WhatsApp business solution, che sono state implementate da Meta lo scorso 15 ottobre, e l’integrazione all’interno del sistema di messaggistica di Meta AI, l’assistente di intelligenza artificiale generativa della società che controlla Facebook e Instagram.
Il garante della concorrenza ha citato le società Meta Platforms, Meta Platforms Ireland, WhatsApp Ireland e Facebook Italy, tutte parti del sistema con cui Meta gestisce i suoi affari in Europa e in Italia. Nel provvedimento cautelare è scritto:
Le condizioni di WhatsApp business solution escludono dalla piattaforma WhatsApp, a decorrere dal 15 ottobre, le imprese concorrenti di Meta AI nel mercato dei servizi di AI chatbot.
Si tratta quindi di una questione di accesso al mercato. WhatsApp è largamente l’applicazione di messaggistica più utilizzata nel nostro Paese, con oltre 37 milioni di utenti. Inserire, senza possibilità di scelta da parte del cliente, un prodotto come Meta AI al suo interno escludendo al contempo altri concorrenti come Google, OpenAI e Anthropic, sarebbe contro alle regole di concorrenza europee e italiane.
L’esposto originale del Codacons
Il procedimento dell’Antitrust contro Meta non è esattamente nuovo. Si tratta infatti dell’espansione di un’altra procedura già avviata a luglio, sempre per abuso di posizione dominante. A portare a questa procedura era stato a sua volta un esposto del Codacons, nel quale l’associazione dei consumatori denunciava proprio la possibilità dell’inserimento di Meta AI come unica opzione di assistente virtuale all’interno di WhatsApp.
Si tratta di una questione molto complessa, che si intreccia con la normativa europea sui cosiddetti gatekeeper, introdotta nel Digital Markets Act. L’Ue ritiene che la pratica con cui le grandi aziende tech cercano di chiudere gli utenti in un ecosistema proprietario vada contro la concorrenza, e quindi sta cercando di ostacolarla. Questo ha però indispettito gli Usa, che stanno cercando di allentare queste regole utilizzando come leva anche i dazi.
Tutti i problemi di Meta in Italia
Le procedure dell’Antitrust non sono l’unico scontro in corso tra Meta e le istituzioni italiane. Sempre il Codacons, insieme a Adusbef e Assourt, ha presentato un esposto al tribunale di Roma, per impedire l’accesso dei minorenni a Instagram. Il 14 novembre è stato discusso davanti ai giudici, che ora dovranno decidere.
Nel caso in cui la sentenza fosse in favore dell’esposto, Meta potrebbe dover bloccare centinaia di migliaia, forse milioni di profili di adolescenti e soprattutto implementare un sistema di riconoscimento dell’età attraverso la certificazione di un’entità terza, come accaduto per i siti per adulti.