Anche in Italia, finalmente e sempre di più, le aziende hanno capito l’assoluta necessità del Data management. La pratica di gestire i dati come una risorsa estremamente preziosa per un’organizzazione è diventata anche per i manager italiani un diktat. Gestire i dati in modo efficace richiede però una data strategy e metodi affidabili: senza questi, accedere, integrare, ripulire, governare, archiviare e preparare i dati per l’analisi diventa impossibile o si rischiano di fare errori grossolani.
I dati arrivano alle aziende e alle organizzazioni da molte fonti: sistemi operativi e per le transazioni, scanner, sensori, dispositivi smart, social media, video, file vari. Ma il vero valore di questi dati dipende da cosa se ne fa. Tra i trend futuri per il settore del Data management non a caso c’è proprio quello del cosiddetto Data fabric: mixare vecchie e nuove tecnologie insieme a più cloud.
Le aziende che lo stanno già facendo stanno trovando un modo migliore per ottimizzare la gestione dei dati. Il Data fabric, concetto preso in prestito dall’architettura, prende i dati da diverse fonti – cloud pubblico, cloud privato, dispositivi vari e IoT – e li intreccia in un’unica unità. Le stime prevedono che il mercato del Data fabric crescerà a livello mondiale a un CAGR del 21% fino al 2030.
Tra le tendenze dei prossimi anni c’è anche quella di utilizzare sempre più nuove memorie che supereranno le vecchie unità con disco rigido: molte aziende sono pronte ad adottare le cosiddette memorie flash a stato solido (SSD) per l’archiviazione dei dati. I dispositivi di archiviazione flash offrono una velocità di lettura e scrittura 4 volte superiore rispetto alle unità con disco rigido.
Le organizzazioni in questo scenario dovranno però sempre più stare attente a crescenti attacchi hacker. Un rapporto ha rivelato un aumento dell’80% degli attacchi ransomware dalla metà del 2021 alla metà del 2022. Secondo gli esperti di criminalità informatica, entro il 2030 il ransomware costerà alle aziende 265 miliardi di dollari all’anno.
Ormai sul dark web vengono persino venduti i cosiddetti Ransomware-as-a-service (RaaS), servizi con pacchetti tutto incluso fatti di abbonamenti mensili, commissioni una tantum o partecipazione agli utili che possono essere acquistati da chiunque, indipendentemente dall’esperienza di programmazione. Giusto per dare un numero, oltre il 60% di tutti gli attacchi ransomware negli ultimi 18 mesi erano RaaS. Microsoft è arrivata persino a paragonare il settore dei RaaS a una gig economy.
Per questo – altro trend – saranno sempre più essenziali soluzioni di Intelligenza artificiale per gestire i rischi relativi ai dati. La protezione da virus informatici, truffe e da altri attacchi sta rapidamente diventando una priorità assoluta per i professionisti del Data management. Purtroppo, però, di specialisti della sicurezza ce ne sono troppo pochi: nel 2021, i lavoratori esperti di cyber security sono diminuiti da 3,12 milioni a 2,72 milioni e le stime dicono invece che per soddisfare le esigenze delle grandi multinazionali dovrebbero crescere del 65%.
“Ecco perché il mercato globale dell’AI applicata al Data Management, dopo aver superato i 25 miliardi di dollari di ricavi nel corso del 2023, triplicherà quasi il proprio fatturato entro i prossimi 6 anni, superando quota 70 miliardi, con una crescita media annuale composta pari al 23%” spiegano a QuiFinanza Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, founder della community Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’ormai celebre AI Week, il più grande evento europeo, a Milano, dedicato all’Intelligenza artificiale, pensato per manager, imprenditori e professionisti del settore.
Fiore e Viscanti, l’Intelligenza artificiale trasformerà radicalmente anche questo settore quindi?
Assolutamente sì. Secondo un recente approfondimento di Markets and Markets, a livello prettamente geografico, il Nord America sarà la vera e propria capitale dell’asset. Subito dopo si piazza l’Europa grazie ad investimenti strategici programmati da potenze come Francia, Germania e Regno Unito, oltre ai Paesi nordici.
A livello operativo, invece, quale sarà il settore che più vedrà l’utilizzo della tecnologia in ottica di analisi dei dati?
Sicuramente quello medico-scientifico.
In che modo una tecnologia così all’avanguardia può essere utilizzata al meglio nella quotidiana gestione del Data management?
Al giorno d’oggi siamo costantemente sommersi da informazioni, numeri e stimoli di ogni tipologia, tanto che non siamo più in grado di gestire ciò che ci circonda. Per questo motivo, l’Intelligenza artificiale risulta un più che valido alleato nel mare magnum del Data management. In primis, l’innovazione è in grado di redigere report estremamente dettagliati, estrapolando da una serie di file e documenti i dati ritenuti più d’impatto. Poi l’IA velocizza e perfeziona le attività operative dei professionisti in carne ed ossa, incrementando così la loro produttività. Ed è persino capace di rilevare eventuali truffe o frodi, analizzando semplicemente quanto riportato sui vari documenti.
Quali sono quindi, secondo voi, le applicazioni più sorprendenti dell’IA in questo settore?
Prima di tutto come Report creation: infatti, partendo da una mole incredibile di dati contenuti in altrettanti documenti, l’Intelligenza artificiale può realizzare report precisi e accurati partendo da zero. Ma non solo, la tecnologia del momento è anche un Operational accelerator. A questo proposito, lavorare con l’IA significa accelerare in maniera forte i propri ritmi operativi, garantendo anche massima efficienza e precisione. E ancora, si può parlare di Data integration, perché, partendo da fonti diverse, l’Intelligenza artificiale è capace di integrare dati, spunti e fattori numerici in lassi di tempo relativamente brevi.
E se c’è un errore o un tentativo di truffa come ce ne accorgiamo?
L’IA è anche Draft corrector. Prima di consegnare un report o un’analisi al proprio responsabile, infatti, si consiglia di far scansionare il proprio file da appositi sistemi “AI addicted” al fine di evitare errori anche grossolani. E infine la tecnologia scende in campo in qualità di Fraud detector: da buona detective che si rispetti, la tecnologia del momento analizza ogni dato evitando possibili frodi o truffe che possono recare danno ai professionisti.