Perché 16 milioni di italiani potrebbero non vedere più la tv

Con il passaggio al nuovo standard TVB-T2 del digitale terrestre milioni di famiglie rischiano di non vedere più i programmi in tv. C'è un bonus, ma non per tutti

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Dal 28 agosto inizia il passaggio della televisione italiana verso il nuovo sistema di trasmissione, il cosiddetto DVB-T2. Si tratta in pratica di un nuovo standard del segnale televisivo del digitale terreste in grado di migliorare la tv per tutti noi: questo perché si ha una qualità superiore dell’immagine e anche via via più canali ad alta definizione che potremo vedere. Tuttavia, ci sono ancora diverse incognite.

Cos’è il sistema DVB-T2

Una nuova fase del digitale terrestre è pronta a cambiare ancora il volto della tv italiana. Da mercoledì 28 agosto 2024, infatti, scatta il passaggio di ben 3 canali Rai – Rai Storia, Rai Radio 2 Visual e Rai Scuola – al cosiddetto standard DVB-T2. Niente paura per tutti coloro che hanno acquistato un televisore a partire dal 22 dicembre 2018 e un nuovo decoder, perché sono già compatibili (potete verificare se il vostro modello è idoneo qui): per loro basta risintonizzare i canali.

Ma sono ancora milioni gli italiani che la nuova tv non ce l’hanno e le incognite sono parecchie. Al momento infatti non si sa ancora quando tutto il sistema televisivo italiano adotterà il T2, visto che ci sono ancora milioni di televisori in circolazione non compatibili col nuovo standard. E poiché gli editori – come ovvio – non hanno nessuna intenzione di perdere telespettatori e introiti pubblicitari, bisognerà attendere per capire quanto tempo ancora ci vorrà perché questa transizione sia completata.

Stando ai dati dell’ultima ricerca di base Auditel-Ipsos, ci sono ancora 12 milioni di connazionali, ovvero il 27,7% della popolazione, che non hanno una tv compatibile con il DVB-T2. Il numero sale a 16 milioni (38,2%) se si considera anche il difetto di compatibilità con lo standard video HEVC (High Efficiency Video Coding), erede dell’MPEG-4 AVC (Advanced Video Coding) e previsto ad esempio dai televisori a ultra alta definizione (UHDTV).

2023 anno delle smart tv, ma non basta

Il Rapporto svela infatti che, se da un lato gli italiani sono sempre più digitali e connessi, dall’altro sono ancora tantissimi coloro che sono lontani da questo processo.

Il digitale è sempre più al centro della vita e dei consumi di svago degli italiani: crescono anche quest’anno gli schermi presenti all’interno delle case, che raggiungono quota 122 milioni, e aumentano soprattutto le tv connesse, che sono oltre 97 milioni. Nel 2017 erano 74 milioni: sono quindi cresciuti del 31,7% in 7 anni.

Ad aumentare sono soprattutto le tv connesse a Internet, che fra smart tv e tv con dispositivi esterni collegati sono complessivamente 18 milioni e 700mila, presenti nelle case del 50,1% degli italiani. Per la prima volta, la maggior parte delle famiglie italiane possiede almeno una tv collegata a Internet.

Il 2023 sarà non a caso ricordato anche come l’anno del sorpasso delle smart tv su quelle tradizionali: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di smart tv e 20 milioni e mezzo di televisori tradizionali. Se si aggiungono le televisioni tradizionali con dispositivi esterni collegati, le connected tv, cioè quelle che possono essere connesse al web, salgono a 22 milioni e 800mila, e le famiglie che possono collegarsi sono il 64% del totale. Nel 2017 erano appena il 34,9%.

Questi dati Auditel certificano come chiaro il processo di sostituzione di massa degli apparecchi televisivi che fa parte, che ha avuto una spinta decisiva con il passaggio – come detto non ancora compiuto – al digitale terrestre di seconda generazione.

Per gli anziani che hanno compiuto almeno 70 anni, hanno una pensione non superiore ai 20mila euro e pagano regolarmente il canone in bolletta, il Mimit regala un decoder gratis, che viene spedito direttamente a casa senza costi da Poste Italiane.

Ci sono comunque delle alternative al digitale terrestre per chi non lo vuole utilizzare. Si può usare l’app di RaiPlay – in questo caso, come per tutte le altre app, basta avere una smart tv collegata a internet, possibilmente fibra veloce – o Tivùsat, la tv satellitare gratis che ancora pochi conoscono ma che sempre più persone scelgono.