La Commissione europea ha pubblicato l’elenco delle società designate quali gatekeeper ai sensi del Digital Markets Act. Hanno sei mesi per conformarsi ai relativi obblighi e divieti previsti, ma l’attività della Commissione non termina qui. Sono state avviate indagini e consultazioni.
Indice
Il Digital Markets Act entra nel vivo
Dopo aver scaldato i motori con le novità introdotte per utenti, aziende e Big Tech dal Digital Service Act, anche il Digital Markets Act, l’altro pacchetto di regole sul digitale, di matrice europea, entra nel vivo.
Come abbiamo già approfondito il Digital Services Act, a fine agosto, aveva richiamato 19 piattaforme a presentare un piano su:
- trasparenza di algoritmi e pubblicità
- lotta alla violenza online
- lotta alla disinformazione
- protezione dei minori.
Google è stato attenzionato su 4 servizi, ovvero Search, Shopping, Maps e Play, a cui si aggiunge Youtube.
Meta con Instagram e Twitter, Bing, X , Snapchat, Pinterest, LinkedIn, Amazon, Booking, Wikipedia e l’App Store di Apple.
L’Europa guarda all’Asia, in particolare alla Cina, con TikTok e Alibaba Express. In Europa solo Zalando, che insieme ad Amazon, ha contestato la designazione.
ll Digital Services Act ha sostanzialmente puntato il dito su quelle tech company che offrono servizi ad almeno il 10% della popolazione dell’Unione europea, ossia 45 milioni di persone, detti grandi piattaforme online (Vlop, ovvero Very large online platform) e motori di ricerca (Vlose, cioe’ Very large online search engine).
Quali sono i gatekeeper
Il Digital Markets Act parla di gatekeeper, ma la sostanza non cambia. Gli attori rimangono per lo più gli stessi.
I gatekeeper sono quelle aziende:
- con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro
- 7,5 miliardi di fatturato annuo
- almeno 45 milioni utenti attivi al mese
- 100mila utenti all’anno in ambito business.
I gatekeeper designati
La Commissione europea ha designato per la prima volta sei gatekeeper a norma del Digital Markets Act:
- Alphabet
- Amazon
- Apple
- ByteDance
- Meta
- Microsoft.
In totale sono stati designati 22 Core Platform Service, ovvero:
- Social Network: Tiktok, Facebook, Instagram, LinkedIn
- N-IICS: Whatsapp, Messenger
- Video Sharing: Youtube
- Intermediation: Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store, Meta Marketplace
- Search: Google Search
- Browser: Chrome, Safari
- ADS: Google, Amazon, Meta
- Operating System: Google Android, iOS, Windows PC OS
I sei gatekeeper hanno ora sei mesi di tempo per garantire la piena osservanza degli obblighi sanciti dal Digital Markets Act, per ciascuno dei loro servizi di piattaforma di base designati.
La Commissione europea può designare come gatekeeper le piattaforme digitali che forniscono un punto di accesso importante tra imprese e consumatori in relazione ai servizi di piattaforma di base.
Le decisioni di designazione fanno seguito a un processo di riesame della durata di 45 giorni, condotto dalla Commissione dopo la notifica da parte di Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft e Samsung del loro status potenziale di gatekeeper.
Le indagini di mercato
La Commissione ha avviato in parallelo quattro indagini di mercato per valutare ulteriormente le osservazioni presentate da Microsoft e Apple, secondo cui alcuni dei loro servizi di piattaforma di base, a dispetto del raggiungimento delle soglie, non costituiscono punti di accesso.
In particolare:
- per Microsoft: Bing, Edge e Microsoft Advertising
- per Apple: iMessage.
A norma del Digital Markets Act, lo scopo di tali indagini è verificare se la confutazione presentata dalle imprese è sufficientemente motivata per dimostrare che i servizi in questione non dovrebbero essere designati.
Microsoft evidenzia che Bing ha una quota di mercato di appena il 3%.
Apple afferma che iMessage non supera il numero di utenti attivi mensili che farebbe scattare la designazione.
L’indagine dovrebbe concludersi entro un termine massimo di 5 mesi.
La Commissione ha, inoltre, avviato un’indagine di mercato per valutare ulteriormente l’opportunità di designare come gatekeeper l’iPadOS di Apple, anche se non raggiunge le soglie.
Sempre secondo il Digital Markets Act, questa indagine dovrebbe concludersi entro un termine massimo di 12 mesi.
La Commissione ha, inoltre, concluso che, sebbene Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser raggiungano le soglie di cui al regolamento sui mercati digitali per essere qualificati come gatekeeper, Alphabet, Microsoft e Samsung hanno fornito argomentazioni sufficientemente motivate per dimostrare che tali servizi non costituiscono punti di accesso per i rispettivi servizi di piattaforma di base.
Alla luce di tale conclusione la Commissione ha deciso di non designare Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser come servizi di piattaforma di base.
Pertanto, Samsung non è designata come gatekeeper in relazione a nessun servizio di piattaforma di base.
Cosa devono fare i gatekeeper designati
A seguito della loro designazione, i gatekeeper hanno ora sei mesi di tempo per conformarsi all’elenco completo di obblighi e divieti indicati nel Digital Markets Act, offrendo agli utenti finali una scelta più ampia e una maggiore libertà.
La garanzia e la dimostrazione dell’effettiva osservanza spettano alle imprese designate, che devono presentare una relazione dettagliata sull’osservanza degli obblighi in cui siano delineate le modalità adottate per ottemperare agli obblighi previsti dal regolamento.
La Commissione monitorerà l’effettiva attuazione e l’osservanza di tali obblighi.
Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi sanciti dal Digital Markets Act, la Commissione può erogare ammende il cui importo non superi il 10% del fatturato totale realizzato a livello mondiale dall’impresa.
Tale importo può aumentare fino a raggiungere il 20% in caso di recidiva.
In caso di violazioni sistematiche, alla Commissione è, inoltre, conferito il potere di adottare rimedi aggiuntivi, quali l’obbligo per un gatekeeper di vendere un’impresa o parti di essa o il divieto per il gatekeeper di acquisire altri servizi correlati all’inosservanza sistemica.
Altre imprese potrebbero in futuro presentare notifiche alla Commissione a norma del Digital Markets Act, sulla base della loro autovalutazione in relazione alle soglie pertinenti.
In tale contesto, la Commissione mantiene discussioni costruttive con tutte le imprese interessate.
Esempi di obblighi e divieti per i gatekeeper
I gatekeeper dovranno:
- rendere i propri servizi interoperabili per i terzi in situazioni specifiche
- consentire agli utenti commerciali di accedere ai dati che generano utilizzando la piattaforma
- fornire alle imprese che fanno pubblicità sulla piattaforma strumenti e informazioni necessarie per consentire agli inserzionisti e agli editori di effettuare verifiche indipendenti dei messaggi pubblicitari ospitati dalla piattaforma
- consentire agli utenti commerciali di promuovere la loro offerta e concludere contratti con clienti al di fuori della piattaforma
I gatekeeper non dovranno:
- riservare ai propri servizi e prodotti un trattamento favorevole in termini di classificazione rispetto a servizi e prodotti analoghi offerti da terzi sulla loro piattaforma
- impedire ai consumatori di mettersi in contatto con le imprese al di fuori della piattaforma
- impedire agli utenti di disinstallare applicazioni o software preinstallati, se lo desiderano
- tenere traccia, per motivi pubblicitari, degli utenti finali al di fuori dei servizi essenziali della piattaforma, senza previo consenso dei diretti interessati
La consultazione per le tecniche di profilazione
Il 31 Luglio 2023 la Commissione europea ha aperto una consultazione.
Ai sensi dell’ articolo 15 del Regolamento (UE) 2022/1925 sui mercati equi e contendibili nel settore digitale, il Digital Markets Act, in merito all’obbligo di audit, tutti i cittadini, le imprese e le organizzazioni sono invitate a contribuire a questa consultazione.
I contributi sono richiesti in particolare da potenziali gatekeeper, gruppi di interesse dei consumatori, esperti di dati, autorità nazionali competenti pertinenti, utenti commerciali delle piattaforme come gli inserzionisti e revisori attivi nei settori pertinenti.
La pratica dimostra che i gatekeeper raccolgono e accumulano grandi quantità di dati dagli utenti finali, il che rende difficile per i potenziali entranti e start-up competere con loro. La trasparenza dovrebbe contribuire a evitare che la profilazione approfondita dei consumatori diventi lo standard de facto del settore e consenta ai concorrenti di differenziarsi attraverso l’uso di garanzie di privacy superiori.
L’obiettivo della consultazione è raccogliere osservazioni sul progetto di modello relativo alla descrizione delle tecniche di profilazione dei consumatori e all’audit di tali descrizioni che i gatekeeper devono presentare a norma dell’articolo 15 della DMA.
In particolare, la Commissione accoglie con favore il riscontro sul seguente punto:
“Le informazioni minime elencate nella sezione 2 che i gatekeeper dovrebbero riferire e fornire alla Commissione al fine di conseguire gli obiettivi di cui al considerando 72 della legge sui mercati digitali, tra cui il rafforzamento della trasparenza e della responsabilità per quanto riguarda le tecniche di profilazione del gatekeeper, nonché l’agevolazione dell’equità e della contendibilità dei rispettivi servizi di piattaforma di base”.
Il feedback delle parti interessate consentirà alla Commissione di preparare una versione definitiva del modello. La consultazione terminerà il prossimo 15 settembre 2023.