Big Tech – DMA e DSA: il Parlamento europeo in Plenaria approva il Pacchetto Digitale

Il Parlamento ha adottato due importanti atti legislativi che cambieranno il panorama digitale: la legge sui mercati digitali e la legge sui servizi digitali, per un ambiente online più sicuro, equo e trasparente

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Come avevamo anticipato nell’articolo Parlamento UE, prossima Plenaria importante non solo per il Digitale ecco le prime novità che emergono dalla Plenaria di oggi.

Oggi, 5 Luglio 2022, il Parlamento ha approvato in via definitiva la nuova legge sui servizi digitali (DSA) e la legge sui mercati digitali (DMA), a seguito degli accordi raggiunti tra Parlamento e Consiglio rispettivamente il 23 aprile e il 24 marzo scorsi.

La Legge sui servizi digitali (DSA) è stata approvata con 539 voti favorevoli, 54 voti contrari e 30 astensioni.

La relatrice per la legge sui servizi digitali Christel Schaldemose (S&D, DA) ha dichiarato: “Per troppo tempo i giganti tecnologici hanno beneficiato dell’assenza di regole. Il mondo digitale si è trasformato in un Far West, con i più grandi e i più forti a dettare le regole. Ma c’è un nuovo sceriffo in città: il DSA. Ora le regole e i diritti saranno rafforzati. Stiamo aprendo la scatola nera degli algoritmi in modo da poter osservare con attenzione le macchine da soldi che sono dietro a queste piattaforme sociali”.

La legge sui mercati digitali (DMA) è stata approvata con 588 voti favorevoli, 11 voti contrari e 31 astensioni.

Il relatore per la legge sui mercati digitali, Andreas Schwab (PPE, DE) ha dichiarato: “Non possiamo più accettare la ‘sopravvivenza del più forte sul piano finanziario’. Lo scopo del mercato unico digitale è che l’Europa ottenga le migliori aziende e non solo le più grandi. Per questo motivo dobbiamo concentrarci sull’attuazione della legislazione. Abbiamo bisogno di un’adeguata supervisione per far sì che il dialogo normativo funzioni. Solo quando avremo un dialogo paritario potremo ottenere il rispetto che l’UE merita e che dobbiamo ai nostri cittadini e alle nostre imprese”.

Con questi due atti si affrontano gli effetti sociali ed economici del settore tecnologico stabilendo regole chiare per le modalità di funzionamento e di fornitura dei servizi nell’UE, in linea con i diritti e i valori fondamentali dell’Unione, come piu’ volte indicato nei nostri articoli.

Vediamo più nel dettaglio cosa accadrà nei prossimi mesi.

Perché queste due leggi

Le principali piattaforme digitali hanno assunto una posizione dominante negli ultimi decenni, acquisendo dei vantaggi significativi rispetto ai concorrenti e al contempo esercitando una forte influenza sui vari ecosistemi sociali ed economici, giocando, quindi, un ruolo determinante sulle innovazioni future o sulla scelta dei consumatori, esercitando di fatto una funzione di controllo su imprese ed utenti su Internet, i cd. Gatekeeper.

Per affrontare questo squilibrio, l’UE ha lavorato all’introduzione della Legge sui mercati digitali e della Legge sui servizi digitali, con l’intento di creare un unico quadro normativo, applicabile su tutto il territorio dell’Unione europea.

Ad un’altra grande criticità, però, era necessario far fronte: la diffusione di contenuti illegali, la disinformazione online e ad altri rischi per la società.

Su queste tematiche nasce la legge sui servizi digitali (DSA), che stabilisce obblighi chiari per i fornitori di servizi digitali come social media o mercati online. Obblighi commisurati alle dimensioni e ai rischi che le piattaforme comportano.

I nuovi obblighi

I nuovi obblighi comprendono:

  • delle nuove misure per contrastare i contenuti illegali online e l’obbligo per le piattaforme di reagire rapidamente, nel rispetto dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione e la protezione dei dati;
  • il potenziamento della tracciabilità e dei controlli sugli operatori commerciali nei mercati online, per garantire la sicurezza dei prodotti e dei servizi e impegno a effettuare controlli casuali dell’eventuale ricomparsa di contenuti illegali;
  • più trasparenza e responsabilità delle piattaforme, ad esempio, mediante la messa a disposizione di informazioni chiare sulla moderazione dei contenuti o sull’uso di algoritmi per la raccomandazione di contenuti, i cd sistemi di raccomandazione. Gli utenti potranno contestare le decisioni di moderazione dei contenuti;
  • il divieto di pratiche ingannevoli e di alcuni tipi di pubblicità mirata, come quella rivolta ai minori e quella basata su dati sensibili. Saranno inoltre vietati i cosiddetti “modelli occulti” (dark pattern) e le pratiche ingannevoli volte a manipolare le scelte degli utenti.

Le piattaforme online e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, ovvero a partire da 45 milioni di utenti mensili, che presentano il rischio più elevato, dovranno rispettare obblighi più rigorosi applicati dalla Commissione.

In particolare:

  • la prevenzione di rischi sistemici, come la diffusione di contenuti illegali, gli effetti negativi sui diritti fondamentali, sui processi elettorali e sulla violenza di genere o sulla salute mentale;
  • l’obbligo di sottoporsi ad audit indipendenti;
  • offrire agli utenti la possibilità di scegliere di non ricevere raccomandazioni basate sulla profilazione;
  • consentire l’accesso ai propri dati e algoritmi da parte delle autorità e dei ricercatori autorizzati.


I Gatekeeper: cosa devono fare

La legge sui mercati digitali (DMA) stabilisce obblighi per le grandi piattaforme online che operano sul mercato digitale come “Gatekeeper” per garantire un ambiente commerciale più equo e più servizi per i consumatori.

Per evitare pratiche commerciali scorrette, i Gatekeeper dovranno:

  • consentire a terzi di interagire con i propri servizi. Le piattaforme più piccole potranno chiedere alle piattaforme di messaggistica dominanti di consentire ai propri utenti di scambiare messaggi, inviare messaggi vocali o file da un’app di messaggistica all’altra, garantendo agli utenti una scelta più ampia ed evitando il cosiddetto effetto “lock-in“, ovvero la limitazione a una sola app o piattaforma;
  • consentire agli utenti commerciali di accedere ai dati che generano nella piattaforma del Gatekeeper, per promuovere le proprie offerte e concludere contratti con i propri clienti al di fuori della piattaforma del Gatekeeper.

I Gatekeeper non potranno più:

  • classificare i propri prodotti o servizi in modo più favorevole rispetto a quelli di altri operatori del mercato (autoagevolazione);
  • impedire agli utenti di disinstallare facilmente qualsiasi software o applicazione preinstallata o di utilizzare applicazioni e app store di terzi;
  • elaborare i dati personali degli utenti a fini di pubblicità mirata senza il loro esplicito consenso.


Le sanzioni previste

La Commissione può svolgere indagini di mercato, per garantire che le nuove disposizioni della legge sui mercati digitali siano attuate correttamente e in linea con il continuo evolversi del settore digitale

Se un Gatekeeper non rispetta le regole, la Commissione può imporre ammende fino al 10% del suo fatturato mondiale totale dell’esercizio finanziario precedente, o fino al 20% in caso di inadempienza reiterata.

Next step

Una volta adottati ufficialmente dal Consiglio, DSA a luglio e DMA a settembre, entrambi gli atti saranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore venti giorni dopo la pubblicazione.

Il DSA si applicherà quindici mesi dopo l’entrata in vigore o dal 1° gennaio 2024, successivamente all’entrata in vigore qualunque sia la data posteriore.

Per quanto riguarda gli obblighi per le piattaforme e i motori di ricerca online di grandi dimensioni le nuove norme si applicheranno prima, ovvero quattro mesi dalla loro designazione da parte della Commissione.

Il DMA inizierà ad applicarsi sei mesi dopo la sua entrata in vigore. I Gatekeeper avranno a disposizione un massimo di sei mesi dalla loro designazione per conformarsi ai nuovi obblighi.