Apple nel mirino Ue, aperta indagine: perché “l’App Store viola il mercato digitale”

Secondo la Commissione Ue, impedirebbe agli sviluppatori di direzionare i consumatori verso canali alternativi di offerte e contenuti

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Per la Commissione Europea, le regole dell’App Store violano il Digital Markets Act (Dma), in quanto impedisce agli sviluppatori di indirizzare i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti. Inoltre, l’Ue ha avviato una seconda procedura contro Apple riguardante i requisiti contrattuali per gli sviluppatori terzi, che includono una commissione denominata Core Technology Fee. Secondo palazzo Berlaymont, tali requisiti non sono sufficienti per garantire il rispetto delle normative del Dma.

Decisione definitiva entro 12 mesi

Bruxelles ha avviato una procedura di inadempienza nei confronti di Apple per i requisiti contrattuali imposti alle terze parti sull’App Store, ritenendo che non siano conformi alle normative del Dma. La Commissione Europea ha identificato tre tipologie di pratiche commerciali di Apple oggetto di scrutinio e ha avvertito che, se le valutazioni preliminari saranno confermate, potrebbe adottare misure sanzionatorie entro 12 mesi dall’avvio delle indagini, che hanno preso avvio lo scorso 25 marzo.

Per l’istituzione Ue, nonostante Apple possa applicare una commissione per agevolare l’acquisizione iniziale di nuovi clienti agli sviluppatori tramite l’App Store, le tariffe imposte vanno oltre quanto strettamente necessario per tale scopo. Ad esempio, Apple addebita agli sviluppatori una commissione per ogni acquisto di beni o servizi digitali effettuato da un utente entro sette giorni dopo essere stato reindirizzato fuori dall’app.

Nella comunicazione dei risultati preliminari, la Commissione Europea ha informato Apple della sua opinione secondo cui l’azienda sta violando il Digital Markets Act. Tuttavia, questa constatazione preliminare non pregiudica l’esito finale dell’indagine. Apple ha ora l’opportunità di difendersi esaminando la documentazione del fascicolo d’indagine della Commissione e presentando una risposta scritta alle sue conclusioni preliminari.

Un altro aspetto rilevante è che, secondo la maggior parte dei termini commerciali applicabili agli sviluppatori, Apple consente solo l’uso del “link-out”. Questo significa che gli sviluppatori possono includere un collegamento nella loro app che reindirizza il cliente a una pagina web esterna dove può completare l’acquisto. Tuttavia, il processo di link-out è soggetto a diverse restrizioni imposte da Apple. Queste restrizioni impediscono agli sviluppatori di comunicare, promuovere offerte e concludere contratti attraverso il canale di distribuzione di loro scelta.

La “battaglia” tra Ue e Apple continua quindi, con il Dma che continua ad essere un ostacolo per l’azienda californiana: nei giorni scorsi sempre l’Unione Europea ha bloccato l’arrivo dell’intelligenza artificiale di Apple per mancanza di garanzie e tutele di tutti gli utenti.

Avviata una procedura di non conformità

Margrethe Vestager, Vice Presidente della Commissione Europea con delega all’Antitrust, ha dichiarato: “Oggi è un giorno molto significativo per l’efficace applicazione del Dma: abbiamo inviato a Apple i risultati preliminari. La nostra posizione preliminare è che Apple non consente pienamente lo steering degli utenti.” Con il termine “steering” si intende la possibilità di indirizzare gli utenti verso canali alternativi.

Vestager ha aggiunto: “Il Digital Markets Act è cruciale per ridurre la dipendenza degli sviluppatori di app dai gatekeeper degli app store e per informare i consumatori su migliori offerte disponibili. Abbiamo inoltre avviato procedimenti contro Apple riguardo alla sua cosiddetta commissione tecnologica di base e a varie regole per consentire app store di terze parti e il sideloading. La comunità degli sviluppatori e i consumatori desiderano alternative all’App Store. Investigheremo attentamente per garantire che Apple non ostacoli questi sforzi.”

Questa riformulazione mantiene il significato originale delle dichiarazioni di Margrethe Vestager, enfatizzando il ruolo cruciale del Digital Markets Act nel garantire la concorrenza e la scelta per gli sviluppatori e i consumatori nell’ecosistema delle app.