Vladimir Nabokov, la vera storia di Lolita

Cosa c'è di vero alle spalle del capolavoro di Naboko, ancora oggi tanto discusso: ecco l'analisi della teoria secondo la quale un caso di cronaca abbia contribuito alla stesura

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Lolita è uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, frutto del genio di Vladimir Nabokov. Un testo spesso descritto in maniera superficiale, senza la necessaria analisi, sull’onda ormai lunghissima (edito nel 1955, ndr) dell’effetto scandalo.

Si dice sia uno dei testi che maggiormente ha sconvolto la morale del secolo scorso, tra passione e morbosità. Come detto, però, spesso ci si limita a ciò, ignorando le numerose sfaccettature del romanzo che, non tutti sanno, è liberamente ispirato a una storia vera.

L’ispirazione di Nabokov

La scrittura di Lolita non è stata figlia di un’ispirazione fulminante. Il tema trattato ha a lungo affascinato Vladimir Nabokov, che ha impiegato cinque anni per ottenere la sua stesura definitiva, precisamente dal 1948 al 1953.

La trama ci racconta del professor Humbert, che si ritrova a rivivere un amore perduto di gioventù, attraverso la travolgente passione e il coinvolgimento emotivo che prova verso la giovane Lolita. Lei non è ancora maggiorenne e la loro relazione scabrosa viene scandita attraverso le soste nei motel di mezza America.

Il tema dell’ossessione sessuale di un uomo di mezza età, nei confronti di una giovane minorenne, era già presente nella mente dell’autore, intenzionato ad analizzare tutto ciò a suo modo. Un argomento che fa capolino spesso nei suoi primi lavori.

Pronto a farne il focus del suo nuovo romanzo, era impegnato nella stesura di un’iniziale bozza di Lolita quando si è ritrovato a scoprire i dettagli del caso Horner, che divenne ben noto. È questa la storia vera che offre a Nabokov le basi solide e realistiche del suo capolavoro.

Lolita: la storia vera

Il caso di cronaca devastante che Vladimir Nabokov iniziò a studiare fu quello di Sally Horner. La giovane aveva 12 anni nel 1948, quando venne rapita da Frank La Salle. Questi, fingendosi un agente dell’FBI, la osservò attentamente a distanza, per poi rapirla spingendola a bordo di un autobus, diretto ad Atlantic City. Ebbe così inizio un viaggio nel cuore degli Stati Uniti, proprio come in Lolita.

Mise in piedi una scenetta da far credere a chiunque potesse insospettirsi. Per tutti era suo padre, almeno di giorno. Calata la notte, invece, abusava di lei. Un dramma proseguito per un totale di 21 mesi. La giovane riuscì infine a confessare il proprio incubo a una vicina, Ruth Janisch, trovando il coraggio di telefonare alla propria famiglia.

Recuperata dall’FBI in un parcheggio per roulotte, nella parte meridionale della California, per poi procedere all’arresto di Frank La Salle, in seguito processato e condannato a scontare l’ergastolo. Una storia devastante, che non ha neanche un accenno di lieto fine. Dopo appena due anni dalla fine della sua prigionia, Sally Horner perse infatti la vita in seguito a un incidente d’auto.

Una supposizione, quella dell’ispirazione alla base di Lolita, che però non ha mai trovato conferma nelle parole di Nabokov, molto geloso del suo processo creativo. A essere certa è l’impossibilità di sovrapporre le figure di Frank La Salle e del professor Humbert, il che in qualche modo vuol dire analizzare i due in correlazione con Nabokov stesso. Ha provato a farlo la scrittrice Sarah Weinman, nel suo libro La vera Lolita, ma ampi tratti di quest’analisi sono stati fortemente criticati.