Vaccino covid, niente quarta dose ma richiamo annuale

Magrini (Aifa): "Non sarà una vera quarta dose, ma un richiamo che auspichiamo annuale. Dovremo familiarizzare coi richiami. Bene l'arrivo di Novavax".

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Redazione

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Quarta dose sì o no? Con l’immunizzazione di massa pressochè raggiunta ed il virus che tende finalmente ad endemizzarsi dopo la variante Omicron, ci si chiede se saranno necessarie altre inoculazioni.

“Non sarà una quarta dose, ma un richiamo che auspichiamo annuale” e “dovremo forse fraternizzare anche con quello” dice il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, ospite di ‘Elisir’ su Rai Tre, rispondendo a una domanda sulla durata dell’immunità dei vaccini, sulla quale “il dato è molto a favore, confortante”, aggiunge. Facciamo il punto sulla situazione e su ciò che accadrà nei prossimi mesi.

Bilancio

“L’efficacia di questi vaccini – sottolinea il Dg – è andata anche meglio del previsto”, in quanto “sono stati scoperti così in fretta. Il dato degli studi in base ai quali sono stati registrati è stato del 95% di efficacia e che è stato confermato in molti Paesi nel primo trimestre di utilizzo reale. C’è stata poi una lenta graduale perdita di efficacia nel secondo trimestre, che ci ha portato all’idea della dose booster che ormai abbiamo ampiamente fatto, anche per una variante che l’ha parzialmente ridotta. Dunque a livello globale – evidenzia – la comunità scientifica ha concordemente visto lo straordinario beneficio di questi vaccini”.

Attualmente, rileva Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, al Tg di Cusano Italia Tv, “nonostante l’obbligo vaccinale per gli over 50, in questa fascia d’età c’è un’ulteriore discesa del numero di persone che si vaccinano per la prima volta: abbiamo il 40% in meno rispetto alla settimana precedente”. Inoltre, “nella fascia pediatrica 5-11 solo un terzo della popolazione ha fatto la prima dose. Questi dati sono il nostro Tallone d’Achille”.

Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, evidenzia il ruolo del Green pass nelle vaccinazioni. “Non lo toglierei già il 31 marzo – dice l’epidemiologo – aspetterei l’estate, poi verso giugno non avrà più senso avercelo. Il Green pass adesso ha ancora una funzione incentivante a fare la terza dose di vaccino, che ci dà una protezione molto più alta delle due dosi. Ma quando avremo una quarta dose di richiamo consigliata, come per l’influenza, solo per over 65 e fragili, il Green pass non serve più”.

Novavax in arrivo

“Novavax è in arrivo, dovrebbe arrivare il 24 di questo mese e essere disponibile. E’ un vaccino proteico, come quelli antinfluenzali. Sarà una piccola integrazione rispetto agli altri vaccini a mRna. Alcuni che sembrano preferirlo, quindi Novavax sarà presto un’opzione per un milione o due di persone che vogliono comunque vaccinarsi”, ha affermato ancora Magrini dell’Aifa, commentando i dati del rapporto sui vaccini presentato ieri. “Mentre Valneva”, ha aggiunto, “è un vaccino ancor più classico e con una tecnologia più vecchia, si tratta di un vaccino inattivato che arriverà ancora più avanti”. In qualsiasi caso, quelli a mRna “si sono rivelati i vaccini più efficaci” e “su cui non c’è da avere nessun dubbio rispetto a interferenze geniche, genetiche”.

Lo studio israeliano

Intanto, da uno studio condotto da Carmit Cohen Sheba Medical Center di Ramat Gan, in Israele, e colleghi, emergono nuovi dati. “Con Omicron – spiega Cohen – i vaccinati sono meglio protetti da malattie gravi, tuttavia la quarta dose di vaccino, ora somministrata a molti over 60 e agli immunocompromessi, non sembra essere protettiva contro l’infezione. Penso che le persone più interessanti da seguire ora siano quelle guarite da varianti precedenti e poi reinfettate e guarite da Omicron. Ipoteticamente, dovrebbero avere prestazioni anticorpali molto alte contro la maggior parte delle varianti”.