Attenzione alla truffa degli assegni Covid: come funziona

I truffatori si spacciano per dipendenti di Poste Italiane e promettono un assegno dell'Inps come aiuto per la pandemia Covid: attenzione al vishing

Foto di Mirko Ledda

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Un gruppo di truffatori che si spacciano per dipendenti di Poste Italiane sta contattando telefonicamente  i proprietari di attività, come ristoranti, pub, red and breakfast e altre attività commerciali e Ho.Re.Co, comunicando loro la scadenza di un assegno dell’Inps – o in alcuni casi erogato dal Comune – relativo a misure di sostegno pensate per fare fronte all’emergenza Covid. A dare l’allarme è stata la Polizia Postale di Isernia, a cui sono arrivate decine di denunce dal territorio.

Lo stesso schema potrebbe però già essere attivo anche in altre parti d’Italia: meglio fare attenzione alla truffa dell’assegno Inps, che non ha nulla a che fare con i veri aiuti Covid.

Come funziona la truffa del finto assegno Covid

Le vittime vengono invitate a recarsi presso uno sportello bancomat o postamat, con la promessa di ricevere il pagamento dell’assegno in scadenza direttamente sul proprio conto corrente o sulla carta di debito o credito. In realtà le istruzioni fornite inducono i malcapitati a fare, senza rendersene conto, una ricarica a favore dei truffatori.

Per questo la Polizia Postale, tramite un comunicato ufficiale diffuso da tutti gli organi di stampa, ha invitato la popolazione ad aprire gli occhi. E ricordato che eventuali comunicazioni relative agli assegni da riscuotere avvengono sempre attraverso canali ufficiali e tracciabili. La Pubblica Amministrazione, tra l’altro, invia direttamente i pagamenti attraverso un bonifico o dà la possibilità di riscuotere gli assegni presso gli sportelli postali.

Come difendersi dal voice phishing e dagli scam

Questa tipologia di truffa telefonica è assimilabile al phishing, e in questo caso si tratterebbe di vishing, cioè voice phishing operato tramite telefono e messaggi pre-registrati. Con questi piani, i malviventi promettono benefici finanziari o assistenziali alle loro vittime spanciandosi per rappresentanti di istituzioni o entità autorevoli, come nel caso di Poste Italiane.

Approfittando dell’emergenza sanitaria del Covid-19 creano un senso di urgenza e paura, legati ai gravi danni economici subiti dai gestori dei locali e dagli esercenti durante i momenti più bui della pandemia, e fanno leva sul bisogno di aiuti economici e risarcimenti legati a quel periodo.

La misura viene inoltre presentata come in scadenza, per non dare il tempo alle vittime di pensare e ragionare sulla poca attendibilità delle informazioni fornite. Per evitare di cadere nella trappola degli scammer, è bene sempre seguire alcune regole di buonsenso e analizzare sempre ogni situazione.

  1. Evitare di rispondere a numeri sconosciuti e non richiamare quelli che fanno squilli senza risposta.
  2. Mai rivelare informazioni personali o finanziare: nessun ente statale o bancario chiede informazioni via telefono.
  3. Non esistono richieste urgenti. Se qualcuno prova a mettere pressione al proprio interlocutore per ottenere informazioni o fargli avere dei soldi, probabilmente si tratta di una truffa.
  4. Informarsi. Le truffe vengono in genere segnalate sui siti di informazione e sui canali di comunicazione delle forze dell’ordine. Basta digitare il numero sospetto in rete per avere informazioni che riguardano l’affidabilità del chiamante.
  5. Installare un’applicazione anti spam, che permette di filtrare anche le chiamate sospette di vishing.
  6. Avvertire subito le autorità. Dopo aver ricevuto una chiamata sospetta o essere caduti in trappola, è sempre bene avvertire la Polizia Postale e gli organi di stampa.