In questi giorni è acceso il dibattito sulla possibilità di revocare temporaneamente l’efficacia dei brevetti sui vaccini anti Covid-19, per aumentarne la produzione a favore dei Paesi poveri. Vediamo, nel dettaglio, quali sono le posizioni delle autorità mondiali e come il tema della proprietà industriale influenza la nostra quotidianità, in relazione ai vaccini e non solo.
Sospensione o revoca dei brevetti sui vaccini anti Covid-19: la situazione mondiale
Notizia fresca è l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, di una risoluzione nella quale si invita la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, a prendere seriamente in esame tale ipotesi.
La prima presa di posizione eclatante sul punto è stata quella del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che si è da subito espresso a favore della revoca dei brevetti di titolarità delle Big Pharma (sebbene l’America si sia dimostrata finora molto parca nell’autorizzare l’esportazione di fiale prodotte negli USA), mentre un deciso “no” è arrivato dalla tedesca Angela Merkel.
Dall’Eurocamera, in risposta alla risoluzione parlamentare, è giunta la dichiarazione di Charles Michel, presidente del Consiglio Ue, secondo il quale la sospensione dei vaccini non sarebbe la “panacea”, mentre bisognerebbe concentrarsi su ipotesi intermedie come la promozione di licenze volontarie da parte delle case farmaceutiche e di trasferimenti di conoscenze tra le aziende, a condizioni reciproche.
Il dibattito è estremamente acceso ma di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. Infatti, il tema in generale della proprietà industriale è già materia specialistica e ostica che, tuttavia, ha ripercussioni concrete nella vita quotidiana di ciascuno, sebbene di fatto non ce ne accorgiamo.
Liberalizzazione brevetti dei vaccini: quali sono i rischi
Il brevetto è il titolo di privativa industriale che consente a chi ha realizzato un’invenzione meritevole, di poterla produrre e commercializzare in esclusiva nei territori in cui il brevetto è richiesto.
Andando ad analizzare in profondità il tema, da qualunque angolo di prospettiva lo si inquadri, risulta evidente come nello specifico caso dei brevetti farmaceutici – ed in particolare degli ultimi ritrovati anti Covid- 19 – una delle criticità è rappresentata dalla scarsità di aziende farmaceutiche dotate di strutture, tecnologie di produzione, competenze e capacità produttiva necessaria a soddisfare il fabbisogno vaccinale, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Non bisogna, infatti, sottovalutare la questione inerente all’efficacia e alla sicurezza dei vaccini: sono stati sperimentati in tempi record, non mancano dubbi sui loro effetti collaterali, pertanto, un occhio di riguardo ulteriore deve essere dato alla questione sicurezza.
In tal contesto, la liberalizzazione dei brevetti, se da un lato consentirebbe una più ampia diffusione e capacità produttiva, dall’altro rischia di determinare una produzione incontrollata e potenzialmente pericolosa per la salute pubblica.
Liberalizzare significa consentire a chiunque di copiare l’invenzione altrui con riflesso negativo sulle future sperimentazioni, in quanto, l’eliminazione dell’esclusiva a favore dell’inventore disincentiva gli investimenti in nuove, costose, ricerche.
Estensione vaccini: le soluzioni possibili
La via che sembra più sicura sotto tutti gli aspetti è quella di incentivare le licenze: in tal caso è lo sviluppatore del vaccino a decidere a chi e a quali condizioni consentire la produzione del farmaco.
Un’altra strada da percorrere è quella di abolire i divieti di esportazione di vaccini e materie prime presenti in USA e UK, incrementare i fondi da destinare all’Organizzazione Mondiale della Sanità e, soprattutto, negoziare con le case farmaceutiche titolari dei brevetti la riduzione del prezzo degli stessi.
La strada è dunque quella di calmierare i prezzi favorendo la gara competitiva tra le aziende farmaceutiche inventrici dei brevetti, aumentare i livelli di produzione spingendo le Big Pharma a concedere in licenza i propri ritrovati, così al contempo spingendo le aziende stesse ad impegnarsi in nuove ricerche necessarie a sconfiggere ulteriori varianti del virus.
Sospensione vaccini Covid-19: rischi giuridici
Guardando all’altro lato della medaglia, in un’ottica giuridica, vi è la concreta possibilità che le case farmaceutiche, oggi in prima linea contro il Covid, instaurino contenziosi per l’impugnazione di eventuali sospensioni dei loro brevetti. Ciò potrebbe comportare non solo un conflitto istituzionale all’interno dei singoli Stati ma anche, più in generale, una destabilizzazione del sistema industriale della tutela brevettuale, per il quale tanto ci si è battuti fino a questo momento.
In conclusione
I governanti mondiali dovranno trovare un accordo tenendo conto delle diverse spinte sociali: da un lato, il bisogno di tutelare la salute pubblica, dall’altro, quello di consentire il corretto sviluppo scientifico-industriale. Naturalmente, alla base di qualsiasi decisione ci dovrà essere la necessità proteggere le opere dell’ingegno e delle invenzioni, che costruiscono la via per un migliore futuro.
In collaborazione con Studio Grolla