Sciopero dei taxi del 5 e 6 giugno revocato: i sindacati ricevuti dal ministero

Revocato lo sciopero dei taxi del 5 e 6 giugno 2024. I tassisti, ricevuti dal Ministero dei Trasporti, chiedono di intervenire su tre punti: l'abusivismo, le app che permettono di prenotare servizi alternativi e il sistema delle autorizzazioni di noleggio

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 27 Maggio 2024 14:57Aggiornato: 4 Giugno 2024 14:00

È  stato revocato lo sciopero dei taxi che era stato indetto per il 5 e il 6 giugno. I tassisti hanno deciso di sospendere l’agitazione dopo essere stati ricevuti al Ministero dei Trasporti. Le loro delegazioni verranno nuovamente ricevute al Mit il 17 giugno. La riunione si è tenuta nella Sala Biblioteca del Mit alla presenza del viceministro Edoardo Rixi e dei tecnici ministeriali. Rixi ha aperto l’incontro mettendo in evidenza l’impegno del Mit “per un confronto basato sulla condivisione affinché si possano trovare le soluzioni utili per migliorare il servizio, nell’interesse di tutti, con l’auspicio che venga revocato lo sciopero previsto il 5 e 6 giugno”.

I sindacati dei tassisti revocano lo sciopero

“Alla luce del confronto svolto, considerando l’effettiva riapertura di un dialogo e la volontà di trovare soluzioni concrete ai problemi posti, le organizzazioni sindacali decidono responsabilmente di sospendere lo sciopero proclamato per le giornate del 5 e 6 giugno ringraziando i lavoratori del settore per la grande attenzione e partecipazione dimostrata che ci ha portato alla riapertura del tavolo”. Così spiega un comunicato congiunto delle sigle sindacali.

“Dall’incontro che si è svolto nella giornata odierna, presso il Ministero dei Trasporti, alla presenza del vice Ministro Edoardo Rixi, è emersa in modo chiaro la volontà di approvare in tempi rapidi i decreti attuativi della legge 12/19 al fine di riuscire a contrastare realmente i diffusi fenomeni di concorrenza sleale e abusivismo presenti nel settore che pregiudicano la tenuta del servizio pubblico e delle sue garanzie a tutela dell’utenza“, viene aggiunto.

Le sigle che chiedono attenzione

L’annuncio di un nuovo stop di 48 ore era arrivato dopo l’agitazione dello scorso 21 maggio. Il governo, avevano accusato i sindacati, non aveva fornito un feedback alla precedente protesta e dunque i tassisti avevano scelto di rincarare la dose facendo il bis: “Non essendo pervenuta alcuna convocazione dopo lo sciopero nazionale indetto per lo scorso 21 maggio, contro i diffusi fenomeni di abusivismo presenti nel settore e per chiedere la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, siamo stati costretti a proclamare un nuovo fermo nazionale di 48 ore, per le giornate del prossimo 5 e 6 giugno”. Ma, come detto, lo sciopero è stato revocato.

Molte le sigle sindacali che avevano scelto di aderire. L’annuncio era arrivato da Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Satam, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unione Tassisti d’Italia, Uritaxi, Fast Confal taxi, Unica taxi Cgil, Orsa taxi, Usb taxi, Unimpresa, Sitan/Atn. Un solo sindacato (Uilt-Uil) avrebbe scioperato per 14 ore e non per 24.

Gli orari dello sciopero

Qui sotto uno specchietto riassuntivo dello sciopero, che, lo ricordiamo, è stato revocato:

Giorno Orari Sindacati aderenti
5 giugno 24 ore Fast-Confsal-taxi / Satam / Tam / Usb-tax i / Unica-Filt-Cgil / Claai / Uritaxi / Uti / Unimpresa / Orsa-taxi / Ugl-taxi / Federtaxi-Cisal / Sitan-Atn /Unione artigiani
5 giugno 14 ore (8-22) Uilt-Uil
6 giugno 24 ore Fast-Confsal-taxi / Satam / Tam / Usb-tax i / Unica-Filt-Cgil / Claai / Uritaxi / Uti / Unimpresa / Orsa-taxi / Ugl-taxi / Federtaxi-Cisal / Sitan-Atn /Unione artigiani
6 giugno 14 ore (8-22) Uilt-Uil

I perché della protesta dei tassisti

Nel mirino dei tassisti ci sono tre fenomeni: le autorizzazioni di noleggio (che possono essere prese in un comune permettendo all’autista di lavorare altrove andando ad alterare il locale mercato del trasporto pubblico non di linea), l’abusivismo e le app di noleggio, prima fra tutte Uber.

Tutti temi già al centro dello sciopero dei taxi di martedì 21 maggio.

Le dichiarazioni dei sindacati

“Non si può con una autorizzazione di noleggio presa in Calabria continuare a fare impunemente il tassista a Roma o a Milano, impedendo così di fatto alle amministrazioni locali, in una logica di programmazione, di poter dimensionare i propri organici in funzione dei propri bisogni”, spiegano i sindacati. “Non si può continuare a limitare il potere decisionale dei sindaci delle grandi città italiane, consentendo parallelamente agli amministratori di piccoli paesini con poche migliaia di abitanti, di rilasciare in modo indiscriminato centinaia e centinaia di autorizzazioni di noleggio che non serviranno mai i loro territori”.

“Autorizzazioni – continuano i sindacati – destinate a servire altre realtà, alimentando un fenomeno degenerativo presente in tutti i grandi centri urbani, e oggi ulteriormente amplificato dalle piattaforme digitali che variano i prezzi con i loro algoritmi e moltiplicatori tariffari, schiacciando ulteriormente il servizio taxi con la loro concorrenza sleale“.

Per i sindacalisti “il governo deve necessariamente riaprire il confronto, interrotto dopo la calata nel nostro Paese di uno dei massimi dirigenti mondiali di Uber per arrivare a definire un quadro di regole che contrasti i fenomeni di abusivismo e sia chiaro per tutti”.

E mentre si consuma il consueto braccio di ferro fra politica e sindacati, il mercato si evolve: il taxi volante che pareva fantascienza è alle porte. Ecco quanto costerà una corsa sui taxi volanti a Milano.