Lunedì nero per la sanità italiana. Dopo lo sciopero del 5 dicembre, anche oggi è sciopero nazionale dei dirigenti medici, veterinari e operatori sanitari del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), indetto da Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm Federazione veterinari e medici, e Cisl medici. L’azione ha comportato la sospensione di tutti i servizi essenziali nell’ambito ospedaliero e territoriale, concentrando l’attenzione sulle diagnosi e cure non urgenti. Inoltre, sono stati colpiti settori cruciali per la sicurezza e le forniture alimentari.
Quali servizi rischiano di saltare
La giornata di sciopero odierna rischia di influenzare drasticamente la programmazione di circa 25.000 interventi chirurgici, insieme ai percorsi prechirurgici, agli ambulatori di terapia del dolore e a tutte le consulenze differibili, causando disagi significativi sia negli ospedali che sul territorio. Nove sale operatorie su 10 destinate ad interventi programmati oggi negli ospedali sono bloccate.
Inoltre, è previsto anche il blocco delle prestazioni di radiologia diagnostica, interventistica e ambulatoriale, della diagnostica di laboratorio, delle prestazioni psicologiche nei consultori, nelle neuropsichiatrie infantili, nei centri di salute mentale, delle prestazioni farmaceutiche in ospedale e sul territorio, dei servizi di igiene e sanità pubblica.
Il blocco coinvolgerà anche i mercati di import-export di derrate alimentari, le macellazioni e le forniture di carni e prodotti ittici. Nei pronto soccorso, si prevede un aumento dei tempi di attesa per tutti i codici minori differibili.
Le motivazioni dei sindacati
I sindacati, pur riconoscendo che lo sciopero inevitabilmente comporterà inconvenienti per gli utenti e per la filiera agroalimentare, sottolineano che è un passo indispensabile per inviare un messaggio chiaro alla politica di Governo: il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha urgente bisogno di supporto. Gli attori sindacali sostengono che la Legge di Bilancio attuale non fornisce affatto il necessario aiuto al SSN.
“Lo sciopero rappresenta l’estrema misura a cui dobbiamo ricorrere”, spiegano le organizzazioni sindacali, “per rivendicare il diritto pubblico alla salute garantito da personale pubblico. Il Governo centrale, con il suo allontanamento dal pubblico impiego dei professionisti di cui la sanità pubblica ha bisogno, crea una situazione di silenzio assordante nelle Regioni. Queste ultime, per mantenere i loro sistemi sanitari, si vedono costrette a fare ricorso a cooperative e figure esterne, generando voragini nei loro bilanci.”
Per una durata di 24 ore, medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari interromperanno le loro attività, “bloccando tutte le prestazioni funzionali, che sono indispensabili per tutte le altre attività ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare.”
La manifestazione di oggi
Lo sciopero, come avvertono i sindacati, rappresenta solo l’ultima tappa di una lunga serie di proteste e mobilitazioni che si sono susseguite nei mesi precedenti. In mancanza di segnali chiari, tali iniziative sono destinate a continuare nel 2024.
Nella giornata di oggi, dalle 11 alle 13, si è tenuto un presidio di circa 100 medici di fronte al Ministero della Salute, con l’obiettivo di portare le richieste della mobilitazione nazionale direttamente al ministro della Salute. Contestualmente, quasi tutte le Regioni parteciperanno a iniziative mirate a sensibilizzare e attirare l’attenzione dei governi nazionali e regionali, oltre che della popolazione, sulla grave crisi del Servizio Sanitario Nazionale.