Ciccioli di maiale richiamati dai supermercati per listeria, i lotti a rischio

Ritiro ciccioli sottovuoto Serafini: presenza di Listeria monocytogenes, lotto interessato e raccomandazioni ai consumatori

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Il Ministero della Salute ha diramato un’allerta alimentare relativa al richiamo di un lotto di “Ciccioli S/V” a marchio Serafini a causa della presenza del batterio Listeria monocytogenes. Le autorità invitano chiunque sia in possesso del prodotto a non consumarlo.

I ciccioli di maiale del lotto indicato vanno buttati oppure riportati al punto vendita d’acquisto, dove si potrà optare per un rimborso o per un cambio prodotto alla pari. Tutti gli altri lotti devono essere considerati sicuri.

Presenza di Listeria, richiamato lotto di ciccioli sottovuoto

Il richiamo dei Ciccioli Serafini è stato pubblicato sul sito del Ministero della Salute in data 18 dicembre 2025.

Di seguito i dettagli per aiutare nell’identificazione del prodotto:

  • Denominazione di vendita – Ciccioli S/V;
  • Marchio del prodotto e nome del produttore – Serafini;
  • Sede dello stabilimento – Strada Agazzana 59, Piacenza;
  • Lotto di produzione – 07/2025;
  • Data di scadenza – 31 marzo 2026;
  • Descrizione peso/volume – Tranci S/V da 400/500 grammi;
  • Motivo del richiamo – presenza di Listeria monocytogenes su 1 uc ex reg. 2073/2025 (traduzione: presenza del batterio in un’unità campionaria, secondo quanto previsto dal regolamento Ue 2073/2005).

Ministero Salute: Avviso richiamo ciccioli sottovuoto per rischio Listeria.

Una confezione di Ciccioli del marchio Serafini richiamata per rischio Listeria.

Cos’è la listeriosi

La listeriosi è un’infezione di origine alimentare causata dal batterio Listeria monocytogenes, come specificato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il batterio Gram-positivo Listeria monocytogenes è ubiquitario, presente nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. La sua resistenza a diverse condizioni, inclusa la capacità di crescere a temperature di refrigerazione, lo rende un pericolo per i prodotti pronti al consumo e quelli a lunga conservazione.

L’infezione avviene principalmente attraverso l’ingestione di cibo contaminato. Gli alimenti più a rischio includono pesce affumicato, formaggi a pasta molle, paté e carni fredde, vegetali preconfezionati e latte non pastorizzato.

La strategia di controllo si basa su un’adeguata gestione igienica dei processi produttivi e sulla corretta manipolazione degli alimenti. La pastorizzazione e la cottura uccidono il batterio, quindi è fondamentale evitare la ricontaminazione tra cibi crudi e cotti e mantenere temperature del frigorifero adeguate (sotto i 4 gradi).

Sintomi della listeriosi

I sintomi della listeriosi possono essere diversi. La più comune manifestazione clinica è la gastroenterite acuta febbrile, tipica delle tossinfezioni alimentari, che insorge generalmente poche ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato dal batterio Listeria monocytogenes ed è, nei soggetti sani, una condizione che tende a risolversi spontaneamente senza la necessità di trattamenti specifici.

Nei casi più gravi, tuttavia, l’infezione da Listeria può evolvere in forma invasiva o sistemica, con possibile sviluppo di meningite, encefalite o gravi forme di setticemia. Nelle varianti sistemiche il periodo di incubazione può estendersi fino a 70 giorni.

Nelle donne in gravidanza la listeriosi rappresenta una condizione particolarmente rischiosa: può causare aborto spontaneo, morte fetale intrauterina, parto pretermine e infezioni neonatali. Sebbene l’infezione possa verificarsi in qualsiasi fase della gestazione, è stata osservata con maggiore frequenza durante il terzo trimestre.

E anche se la listeriosi, specifica l’Iss, sia meno frequente di altre tossinfezioni come la salmonellosi, può manifestarsi con quadri clinici severi e un alto tasso di mortalità in soggetti fragili quali:

  • anziani;
  • donne in gravidanza;
  • neonati;
  • adulti immunocompromessi.