Richiamo di airbag difettosi in Italia: due modelli di Stellantis coinvolti

Airbag difettosi dell'azienda Takata sono stati installati su due modelli Stellantis venduti anche in Italia: il richiamo

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 3 Giugno 2024 14:21

Stellantis richiama centinaia di migliaia di auto in tutto il mondo. A causa di alcuni airbag difettosi, prodotti dall’azienda Takata e montati su due diversi modelli di marchi appartenenti al gruppo automobilistico che controlla anche Fiat, moltissime Citroen C3 e DS3 dovranno essere ritirate e riparate per garantire la sicurezza dei passeggeri e dei conducenti.

La storia di Takata è complessa e comincia fin dal 2014, quando si verificarono i primi incidenti legati agli airbag dell’azienda giapponese. La causa sarebbe stata principalmente il fluido utilizzato per l’espansione dei dispositivi di sicurezza, che tendeva negli anni a deteriorarsi e a non funzionare più correttamente

I richiami delle auto con airbag Takata

Stellantis, il gruppo automobilistico che controlla anche il marchio Fiat, dovrà richiamare più di 600mila auto tra Europa, Africa del Nord e Medio Oriente, a causa di un difetto degli airbag. Si tratta di due modelli di marchi francesi, che compongono una parte importante del gruppo: la Citroen C3 e la DS3. Per entrambe i richiami saranno limitati alle auto prodotte negli anni che vanno dal 2009 al 2019, quindi non per i modelli più recenti.

La ragione di questi richiami, che colpiranno anche l’Italia, è stata spiegata in un comunicato dell’associazione Federconsumatori: “le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggio dell’airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte”.

Gli airbag in questione erano stati prodotti da un’azienda giapponese, la Takata, che prima del suo fallimento nel 2017 era tra i principali fornitori di dispositivi per sicurezza di automobili a livello mondiale. Tra i suoi clienti non c’erano soltanto i marchi ora controllati da Stellantis, ma anche altre case automobilistiche come Nissan, Honda, Toyota, Ford e Bmw.

La storia del declino di Takata

La questione attorno agli airbag Takata emerge nel 2014, anche se la scelta che ha comportato i difetti di funzionamento degli airbag è del 2008. A metà degli anni ’10 del nuovo millennio negli Usa iniziano ad emergere molti casi di incidenti stradali in cui gli airbag non avevano funzionato correttamente. Le agenzie federali iniziarono a indagare scoprendo che in tutte le auto coinvolte erano stati montati airbag Takata. Nei soli Stati Uniti si calcola che questi dispositivi difettosi abbiano causato la morte di 27 persone e il ferimento di altre 400.

Il problema, sarà poi scoperto, è che Takata ha utilizzato come agente gonfiante dei suoi airbag il nitrato di ammonio, un fluido che senza altre aggiunte tende ad assorbire nel tempo molta umidità, riducendo le sue capacità di espansione. L’azienda è accusata di essersi accorta del problema ma di aver nascosto l’errore per evitare ricadute negative immediate. Nel 2017 le accuse portarono alla chiusura di Takata, che ai tempi era ancora un colosso delle forniture di dispositivi di sicurezza per automobili.

La fine dell’azienda non ha però comportato la soluzione del problema. Centinaia di migliaia di auto in tutto il mondo sono ancora esposte al problema. In Europa si pensava che il mercato fosse stato meno esposto a questi prodotti, fino alla scoperta della loro presenza su Citroen C3, l’auto più venduta del marchio francese.