Nel mondo ci sono circa 2 miliardi (1.968.765.858) di musulmani che festeggeranno per un mese il Ramadan, il periodo di digiuno giornaliero che viene interrotto al tramonto quando ci si riunisce con famigliari e amici per consumare l’unico pasto della giornata. Ogni anno, però, il mese di Ramadan cade in periodi differenti perché il calendario islamico e il calendario gregoriano hanno due periodizzazioni del tempo diverse.
Quando inizia il Ramadan e cos’è il mese del digiuno
Quest’anno il mese di Ramadan inizia l’11 marzo 2024 e terminerà mercoledì 10 aprile 2024, la data ufficiale viene determinata collegialmente dall’Arabia Saudita e da altri Stati a maggioranza islamica. Sulla data precisa c’è sempre un po’ di incertezza e quindi è doveroso un chiarimento.
I mesi del calendario islamico rispettano i cicli lunari, pertanto abbiamo una periodizzazione di 10 mesi composti da 28-30 giorni (per questo è “sfalsato” rispetto al calendario gregoriano). Seguendo i cicli lunari il mese è iniziato al crescere della luna di domenica 10 marzo; dunque, il digiuno inizia dal lunedì seguente.
Perché il mese di Ramadan è sacro per i musulmani? La ricorrenza festeggiata è la rivelazione dei primi versetti coranici da parte del profeta Mohammad (Maometto per la dicitura occidentale).
Arabi e musulmani non sono la stessa cosa
Chi festeggia il Ramadan? La risposta è semplice, tutti i fedeli musulmani, ma non vanno confusi con gli arabi.
Siamo spesso portati ad associare arabi e musulmani, ma si fa riferimento a due aspetti differenti: i primi sono un tipo etnico come dire occidentali o asiatici, mentre i musulmani sono i fedeli della religione islamica.
Inoltre, ci si potrebbe spingere ancora più in là con le specifiche e l’abbattimento di luoghi comuni. I musulmani non sono un gruppo di fedeli univoco unito intorno ad un unico dogma; come i cristiani hanno il libro sacro, ma si sono divisi nei secoli in differenti correnti e interpretazioni coraniche proprio come è successo per cristiani ortodossi, cattolici e protestanti sin dal III secolo dopo Cristo.
Stesso ragionamento per gli arabi. Gli arabi sono uniti da una lingua comune, la lingua ufficiale o standard (fusha, definita nel Corano) che va dal Marocco sino ai Paesi del Golfo, pertanto siamo portati a generalizzare e ad associare sotto questo nome anche popolazioni come i berberi ad esempio.
Quanti sono i musulmani in Italia
Fatta questa doverosa specifica, quanti sono i musulmani in Italia? Secondo un’indagine condotta dal Cesnur, il Centro Studi Nuove Religioni, i musulmani in Italia sono 2.205.000 che pone la religione coranica al secondo posto dietro al cristianesimo che conta 44.080.000 di fedeli. Dunque, gli islamici non sono neanche il 2% rispetto alla religione maggioritaria in Italia e stando alle stime dell’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) tra il 2019 e il 2021 c’è stato un calo dell’8,4%, una tendenza comune a tutte le religioni monoteistiche negli ultimi 40 anni.
Tra gli stranieri residenti, però, non è il cattolicesimo la religione più diffusa ma l’islamismo con 1.719.000 fedeli e a seguire i cristiani ortodossi con 1.349.000, poi il cattolicesimo con 830.000 fedeli. Ovviamente, le religioni in Italia non sono solo quelle mostrate nel grafico, secondo il Cesnur le fedi religiose in Italia sono circa 800 tra quelle riconosciute e no.
Dove vivono i musulmani in Italia
Resta da capire solo dove vivono i musulmani in Italia. Il maggior numero dei fedeli, in termini assoluti, vive nella provincia di Milano dove sono 229.519, ma possiamo allargare l’affermazione all’intera Lombardia perché è la regione che conta più musulmani visto anche il gran numero a Brescia con 77.106 e Bergamo con 62.603.
Per avere più chiara la presenza dei musulmani in Italia, la mappa di seguito mostra la percentuale dei musulmani sul totale della popolazione residente.
Una netta differenza di distribuzione da sud verso nord, dove la presenza islamica percorre la distribuzione del Pil provinciale: quando il prodotto interno lordo è più alto, lì c’è una maggiore concentrazione di musulmani. Ovviamente, non è una tendenza religiosa o etnica, tutte le regioni e province con un alto grado di benessere economico e sociale attraggono migranti interni ed esterni al Paese.
Appare chiaro come molto spesso come alcune affermazioni suonino stonate e poco calzanti con la realtà. Nelle campagne elettorali degli ultimi 20 anni e nel dibattito quotidiano, siamo colpiti da affermazioni come “Sostituzione etnica” e “Invasione islamica”. Tenendo in considerazione i dati che abbiamo elaborato su fonti Istat aggiornati al 1° gennaio 2023, in Italia abbiamo una presenza islamica sul totale della popolazione che va da un massimo di 7,57% della provincia di Modena all’1,09% di Barletta-Andria-Trani.
Fissati questi pochi punti ma chiari, non resta che augurare ai fratelli di religione islamica “Ramadan Kareem”.