Qual è il costo medio dell’università

Scopri quanto costa l'università in Italia e come si può accedere alle borse di studio e ai sussidi

L’esame di maturità è un momento cruciale per ogni studente. Superato questo scoglio, infatti, arriva il momento della scelta fatidica: fare o no l’università? E, in caso di risposta affermativa, quale facoltà scegliere? A questo proposito è doveroso sottolineare che l’Italia è agli ultimi posti in Europa per numero di giovani con un titolo di studio terziario.

Nello specifico, il terzo Rapporto Agi/Censis dedicato al mondo dell’università ha collocato l’Italia al penultimo posto di questa speciale classifica: nel 2019 gli italiani di età compresa tra 25 e 34 anni con un titolo di istruzione terziaria erano infatti il 27,7% del totale, ossia il 13,1% in meno rispetto alla media dell’Unione Europea (“peggio” di noi solo la Romania, con il 25,5%).

Ciò nonostante, una più recente analisi dello stesso Censis sul sistema universitario italiano ha evidenziato una crescita del 4,4% degli immatricolati nell’anno accademico 2020/2021, un dato che, nonostante la pandemia di Covid-19, ha consolidato il trend positivo registrato ormai da 7 anni nel nostro Paese. L’aumento di iscrizioni nell’anno accademico 2020/2021 (calcolato sulla popolazione diciannovenne) ha portato il tasso di immatricolazione al 56,8%.

La scelta dell’università, per uno studente neodiplomato, è inevitabilmente legata alle sue inclinazioni e aspirazioni personali ma, ancor più in seguito all’esplosione della pandemia di Covid-19, non può non tener conto dei costi economici che è necessario sostenere nel corso della carriera accademica.

Tra questi spiccano le tasse universitarie (almeno per 3 anni in caso di corso di laurea triennale e almeno per 5 anni nell’eventualità in cui si scelga una laurea specialistica), i libri e gli altri materiali didattici, i trasporti e (in caso di studenti fuori sede) l’affitto di una stanza, di un posto letto o di un appartamento (con i relativi costi accessori). Alla luce di tutte queste considerazioni è possibile farsi un’idea generale su quanto costa l’università in Italia.

Quanto costa l’università in Italia: l’analisi per il 2020

L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel gennaio 2021, ha pubblicato il suo consueto monitoraggio dei costi delle università italiane, calcolando le tasse applicate dai principali atenei in Italia. L’analisi su quanto costa l’università in Italia ha preso in esame i 2 maggiori atenei delle 3 Regioni che al Nord, al Centro e al Sud Italia contano il maggior numero di studenti iscritti. Si tratta di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.

Come vengono calcolati gli importi delle tasse universitarie

In Italia sono le singole università a fissare i criteri e i metodi per stabilire gli importi delle tasse universitarie. A ogni modo, tutti utilizzano come parametro determinante la condizione economica dello studente. Prendendo come riferimento il reddito ISEE, gli studenti sono stati suddivisi in fasce, in modo da calcolare così l’ammontare previsto per ogni fascia di reddito ISEE standard. Di seguito, ecco le 5 fasce prese in considerazione nell’analisi di Federconsumatori:

  • prima fascia: ISEE fino a 6mila euro
  • seconda fascia: ISEE fino a 10mila euro
  • terza fascia: ISEE fino a 20mila euro
  • quarta fascia: ISEE fino a 30mila euro
  • quinta fascia: importo massimo.

Università in Italia: le agevolazioni fiscali previste

La maggior parte degli atenei presenti in Italia prevede delle borse di studio e altri sconti e riduzioni per merito per gli studenti. La cosiddetta Legge di Bilancio varata nel 2017 ha introdotto consistenti agevolazioni per gli studenti universitari in possesso di un reddito basso e per quelli particolarmente meritevoli. Nello specifico, per esempio, gli iscritti al primo anno dei corsi universitari di laurea triennali e magistrali con un reddito ISEE al di sotto delle 13mila euro sono esentati dal pagamento dei contributi universitari, a eccezione della tassa regionale e dell’imposta di bollo.

Possono usufruire dell’agevolazione anche gli iscritti agli anni successivi (fino al primo anno fuori corso), ma in questo caso è necessario soddisfare alcuni requisiti di merito. In risposta all’emergenza Covid-19, il ministero dell’Istruzione ha poi esteso la cosiddetta “no tax area” agli studenti con un reddito ISEE fino a 20mila euro. Alcuni atenei italiani hanno deciso individualmente di prevedere ulteriori estensioni per la “no tax area” o di introdurre altri sconti per gli studenti con un ISEE più alto della soglia sopracitata.

Dove costano di più le università in Italia

I recenti interventi del Governo in tema di agevolazioni fiscali e sussidi per gli studenti universitari hanno influito inevitabilmente sull’analisi condotta nel 2020 da Federconsumatori. Nelle prime tre fasce di reddito, infatti, non sono emerse particolari differenze a livello regionale, sebbene le università del Nord Italia prevedano un’imposta regionale mediamente più alta rispetto a quelle previste al Sud (140 euro contro 120 euro). Anche nelle fasce di reddito più alte, gli atenei dell’Italia settentrionale si sono confermati tendenzialmente più cari rispetto a quelli dell’Italia centrale (+19,7%) e meridionale (+47,2%).

Considerando gli importi massimi (cioè la quinta fascia di reddito ISEE), nell’analisi su quanto costa un anno di università in Italia l’ateneo più caro è risultato essere l’Università di Pavia, che prevede una tassazione massima media di 4.223 euro all’anno (3.963 euro per quanto riguarda le facoltà umanistiche e 4.483 euro per le facoltà scientifiche). Il podio degli atenei più cari d’Italia vede in seconda posizione l’Università di Milano (3.206 euro per le facoltà umanistiche e 4.060 euro per le facoltà scientifiche) e al terzo posto l’università La Sapienza di Roma (2.977 euro per le facoltà umanistiche e 3.082 euro per quelle scientifiche).

Come si può facilmente dedurre da quanto appena scritto, diversi atenei italiani prevedono tassazioni differenti in base alla facoltà che viene scelta dallo studente: in linea generale, scegliere una facoltà umanistica è più vantaggioso rispetto alla scelta di una facoltà scientifica: per esempio uno studente universitario di Lettere e Filosofia paga in media tra il 3,16% e il 5,58% in meno di uno studente di Matematica, in base alla fascia di reddito di appartenenza.

Come già accennato all’inizio di questo paragrafo, le recenti agevolazioni fiscali introdotte in seguito all’emergenza Covid-19 hanno determinato un mutamento di scenario tale da rendere impossibile effettuare confronti realistici con gli anni passati. Rispetto al 2018, per esempio, nel 2020 uno studente con un reddito di terza fascia ha pagato fino al 76,5% in meno di tasse. Per quanto riguarda gli importi massimi, però, si registra un aumento degli importi previsti per le tasse universitarie pari al 3,46%.

Quanto costa l’università in Italia: gli altri fattori

Abbiamo già avuto modo di sottolineare che le tasse universitarie sono solo una delle tante spese a cui deve far fronte uno studente. A esse si aggiungono, infatti, i costi collegati all’acquisto di libri o altro materiale didattico necessario per lo studio, quelli per i trasporti e (in caso di studente fuorisede) quelli per l’alloggio.

Quest’ultima voce ha un peso inevitabilmente molto importante all’interno delle riflessioni su quanto costa l’università. Una recente analisi di Immobiliare Insights (pubblicata nell’agosto 2021) ha rivelato che, dopo anni di rincari, i prezzi delle stanze in affitto per gli studenti universitari in Italia sono risultati nel 2021 in calo (in media) del 2,5%.

Lo stesso studio ha anche svelato quali sono le città universitarie più care d’Italia. Sul gradino più alto del podio c’è Milano: nel capoluogo lombardo il prezzo medio richiesto per una stanza singola è di 470 euro, mentre un posto letto in stanza doppia costa mediamente 285 euro. La seconda città universitaria più cara in Italia è Roma: nella Capitale una stanza singola costa 417 euro, mentre per un posto letto in una stanza doppia è necessario sborsare 246 euro.

Il podio è completato da Bologna: una stanza singola nel capoluogo emiliano costa 395 euro, mentre un posto letto in camera doppia 240 euro. Firenze è la quarta città universitaria più cara d’Italia: nel capoluogo toscano servono 385 euro per una stanza singola e 229 euro per un posto letto in stanza doppia.

Nella classifica stilata da Immobiliare Insights figurano, poi, le città di Venezia (353 euro per una stanza singola e 234 euro per un posto letto in stanza doppia), Padova (336 euro e 205 euro), Torino (324 euro e 203 euro), Siena (321 euro per una stanza singola), Napoli (320 euro e 222 euro), Pisa (307 euro e 203 euro), Pavia (288 euro e 211 euro), Bari (279 euro e 196 euro), Palermo (271 euro per una stanza singola) e Catania (245 euro per una stanza singola).

Milano, nonostante sia la città universitaria più cara d’Italia per quanto riguarda il prezzo medio delle stanze in affitto per gli studenti, risulta anche tra le città che hanno fatto registrare la diminuzione dei prezzi più significativa rispetto al 2020 (-9,1% per le stanze singole e -9% per i posti letto in stanza doppia). Solo a Pavia si è registrata un’oscillazione negativa più ampia (-9,7%). Anche Napoli ha fatto registrare un notevole abbassamento dei prezzi rispetto al 2020 (-8,2% per quanto riguarda le stanze singole e -8,5% per i posti letto in stanza doppia).

Risultano in controtendenza, rispetto al trend generale, le città di Catania, Padova e Bari, dove nell’ultimo anno i prezzi hanno subito un aumento (rispettivamente del 5,7%, del 5,3% e del 3,7%). Sostanzialmente stabili, invece, sono risultati i costi delle stanze in affitto per gli studenti universitari a Palermo (+0,2%). Rispetto al 2019, però, il capoluogo siciliano ha fatto registrare un netto ribassamento dei prezzi (-10,2%).