Spese di istruzione: le agevolazioni nel Modello 730

Come devono essere gestite le spese di istruzione all'interno del Modello 730? Ecco un breve vademecum per non sbagliare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come devono essere gestite le spese di istruzione nel Modello 730? ma soprattutto, come devono essere gestite le e spese universitarie sostenute all’estero? Sicuramente sono molti i costi che devono essere sostenute nel corso dell’anno. Cerchiamo di vedere quali sono e come debbano essere affrontati nella maniera corretta.

Costi sostenuti per l’asilo nido

I contribuenti possono portare in detrazione le spese di istruzione per l’iscrizione all’asilo nido. Questo costo è detraibile al 19% fino ad un importo massimo pari a 632 euro. La spesa effettuata per l’asilo nido è generalmente indicata all’interno del Modello 730 precompilato: gli asili nido pubblici e privati sono tenuti a trasmettere i dati ogni anno all’Agenzia delle Entrate.

Conviene, comunque, controllare che i dati inseriti siano corretti.

Le spese di istruzione

Per le spese di istruzione non universitaria, spetta la detrazione del 19% su un limite massimo di 800,00 euro per ciascun alunno o studente, per le spese sostenute per la frequenza di scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado, scuole secondarie di secondo grado sia statali che paritarie private.

Le spese ammesse alla detrazione sono:

  • le tasse a titolo d’ iscrizione e di frequenza;
  • la mensa scolastica, l’assistenza al pasto e il pre e post scuola, il trasporto scolastico (scuolabus) anche se il servizio non è reso direttamente dalla scuola ma tramite comune o soggetti terzi;
  • l’assicurazione della scuola;
  • le gite scolastiche, i corsi di lingua, i corsi di teatro od ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto;
  • le erogazioni liberali finalizzate all’innovazione tecnologica, all’ampliamento dell’offerta formativa, all’edilizia scolastica solo se deliberate dall’istituto stesso.

I costi dell’Università

Per quanto riguarda le spese universitarie, sostenute nell’interesse proprio o per un familiare a carico, la detrazione del 19% spetta per la frequenza di:

  • corsi di istruzione universitaria;
  • corsi universitari di specializzazione;
  • master universitari;
  • corsi di dottorato e ricerca;
  • ITS (istituti tecnici superiori);
  • nuovi corsi presso i conservatori di musica e istituti musicali pareggiati (ai sensi del DPR n 212 del 2005).

Nel caso in cui lo studente dovesse frequentare un’università statale, la detrazione è pari al 19% sul totale della spesa sostenuta. Se, invece, l’università è privata e accreditata presso il Miur, il limite massimo è calcolato in base all’area disciplinare del corso frequentato e alla regione in cui ha sede l’Ateneo, come dal seguente elenco:

  • Area disciplinare Medica: nord 3.900 euro, centro 3.100 euro, sud ed isole 2.900 euro;
  • Area disciplinare Sanitaria: nord 3.900 euro, centro 2.900 euro, sud ed isole 2.700
  • Area disciplinare Scientifico-tecnologica: nord 3.700 euro, centro 2.900 euro, sud ed isole 2.600
  • Area disciplinare Umanistico-sociale: nord 3.200 euro, centro 2.800 euro, sud ed isole 2.500

La frequenza di corsi all’estero

I contribuenti hanno la possibilità di portare in detrazione, direttamente dal Modello 730, anche i costi di istruzione sostenuti all’estero. Le spese sono detraibili ai fini Irpef, nel limite del 19% ddi quanto sostenuto. È importante sottolineare, comunque, che la detrazione non è completamente ed interamente libera, ma risulta essere parametrata a quella dei corsi universitari in Italia.

Cosa significa questo? A darci una risposta è direttamente l’Agenzia delle Entrate che, attraverso la circolare n. 18/E/16 ha chiarito che per poter accedere alla detrazione è necessario far riferimento agli importi massimi che sono previsti:

  • per la frequenza di corsi di istruzione appartenenti alla stessa area disciplinare;
  • la zona geografica nella quale ricade il domicilio fiscale del contribuente.

Cosa significa tutto questo? Molto praticamente quando si frequentano dei corsi universitari all’estero vengono applicate le stesse detrazione che si applicano per la frequenza degli istituti privati in Italia. I contribuenti possono accedere alla detrazione Irpef massima del 19% così come è previsto dai massimali nell’elenco predisposto dal Ministero che abbiamo riportato nella sezione precedente.

Studiare telematicamente

Un discorso simile vale anche per le spese universitarie sostenute per frequentare le università telematiche. Anche in questo caso, l’Agenzia delle Entrate ha fornito delle indicazioni chiare attraverso la circolare n. 18/E/2016, con la quale è stato chiarito che queste spese universitarie, al pari di quelle previste per le università non statali, possono essere detratte facendo riferimento direttamente:

  • all’area tematica del corso;
  • per l’individuazione dell’area geografica, alla Regione in cui l’Università ha la sede legale.

In linea di principio, quindi, per la frequenza delle università telematiche vale lo stesso principio previsto per la frequenza degli istituti privati in Italia. Anche in questo caso le spese universitarie possono essere portate in detrazione massima al 19%. devono essere applicati gli importi previsti della tabella del Ministero, che abbiamo riportato nel paragrafo precedente.

Frequentare i corsi di laurea in Teologia

È possibile accedere alla detrazione Irpef pari al 19% anche per le spese universitari effettuate per frequentare il corso di laurea in Teologia. In questo caso i costi devono essere legati alla frequenza dei corsi di laurea presso le varie università pontificie: è possibile accedere alla detrazione, ma con alcune limitazioni.

Sempre la circolare n. 18/E/2016 ha sottolineato che è possibile portare in detrazione questi costi come se lo studente stesse frequentando dei corsi di istruzione appartenenti all’area disciplinare “Umanistico – Sociale”. Anche in questo caso è necessario riferirsi alla tabella che abbiamo riportato in precedenza. Per quanto riguarda la zona geografica di riferimento, l’AdE ritiene che debba essere identificata con la Regione nella quale si svolge il corso di studio. Questa regola vige anche per i corsi che sono tenuti presso lo Stato Città del Vaticano.